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LA CODA DI PEGASO

 Economia & Finanza / 88

….preoccuparsi delle “emozioni” del cane, ossia dei risparmiatori, è del tutto controproducente perché i guadagni sono talmente più importanti delle loro vite che,

con tutto il rispetto, possono essere bellamente ignorate e sacrificate…

di Mario Travaglini

 Se la storia del mitologico cavallo Pegaso è nota ai più, quella del mio cane, che impunemente e per pura megalomania porta lo stesso nome, è assai poco conosciuta, se non altro perché da tempo è stato abituato a ricevere ordini non con il lessico abituale che si usa per l’addestramento canino ma con termini inerenti la finanza, l’ economia e la borsa, temi questi un pochino ostici che alla fin fine non interessano granché.

Non è una novità che i mercati sono diventati algoritmici al 99%, tanto che  spesso la coda risulta disconnessa dalla testa del cane……. e continua a battere allegramente mentre gli indici vanno in confusione, salendo, cadendo stagnando, sprofondando, a seconda dagli input che arrivano dalle macchine .  Ma se gli indici di borsa hanno successo, perché lo stesso successo non viene trasferito ai risparmiatori ? Ah… sento la seguente obiezione: il cervello umano non è programmabile come un algoritmo che acquista alla cieca milioni di azioni in Borsa, e raddoppia i suoi sforzi non appena viene superato un livello di resistenza. Che, attraverso il gioco dei programmi di acquisto che si sommano, porta a una vera e propria reazione a catena al rialzo. Stesso fenomeno si ha anche al ribasso quando i prezzi scendono e toccano il livello di supporto : vendite a catena nelle quali speso rimangono intrappolati i risparmiatori che invece moltiplicano le loro perdite.

Ma gli algoritmi in questione sono effettivamente programmati dagli umani, giusto? Umani che – in teoria – dovrebbero tenere ben presente la realtà che, a sua volta, non dovrebbe essere stravolta da variazioni assurde del mercato.  Ecco un’illusione che dobbiamo ancora una volta sfatare: chi programma il sistema, infatti,  se ne frega della realtà o di anticipazioni che possono essere o meno utopistiche. Ciò che conta è il denaro che l’algoritmo rende possibile: se risulta più redditizio ignorare la realtà piuttosto che misurare l’impatto sul valore delle aziende – e sui ricavi che pagherà all’azionista – allora l’algoritmo funzionerà come se la nostra vita quotidiana non esistesse.  Se un algoritmo paga di più cercando di attenersi il più fedelmente possibile agli ultimi dati macroeconomici o geopolitici, beh… beh, questo non accade da anni, se non per caso.

Se la coda, per definizione, ignora il motivo che la fa battere, l’algoritmo cerca solo di adattarsi al movimento del suo andirivieni, così che le gioie o le paure iniziali diventano fattori del tutto secondari. La conclusione schiacciante è che preoccuparsi delle “emozioni” del cane, ossia dei risparmiatori, è del tutto controproducente perché i guadagni sono talmente più importanti delle loro vite che, con tutto il rispetto, possono essere bellamente ignorate e sacrificate. Un dubbio mi assale : ma la coda sa qualcosa che la testa ha ignorato ?  La testa non  vede, per esempio, che la contrazione dei margini e dei profitti del prossimo anno dovrebbe essere una delle più gravi dal 2009 ? Non vede neppure l’importante  crollo del settore immobiliare statunitense che, appena dopo l’avvio, ha mostrato che il volume delle vendite di case esistenti negli Stati Uniti sono diminuite per il nono mese consecutivo scendendo del 5,9% ?  E che tutto questo influenzerà tutti gli altri mercati immobiliari del mondo ? C’è poi anche un’altra correzione che la testa sembra non vedere: il violento rialzo dei tassi che in soli otto mesi è cresciuto di ben 400 punti base e che, verosimilmente, entro la fine dell’anno arriverà ai 500, causando danni nel settore dei mutui con immancabili riflessi sulle insolvenze, sui pignoramenti e sui  bilanci delle banche.

Tutto questo, in una economia sana, dovrebbe preoccupare ma, invece, più oscuri sono gli orizzonti immobiliari, obbligazionari e industriali, più i corsi borsistici impazziscono sotto i colpi degli algoritmi. Tralascio i Bitcoin, sulla cui flessione  mi sono abbondantemente soffermato qualche settimana fa  e che oggi non fa più notizia, per far notare come un altro strumento di investimento, quello del settore obbligazionario, sia nel frattempo crollato del 20% dal momento in cui  i tassi di interesse sono esplosi al rialzo. Ma se prendiamo i maggiori indici di borsa europei vediamo che a distanza di quasi un anno non è successo quasi niente : nulla ha potuto  né l’impennata dei tassi, né la recessione, né la guerra, né il calo dei profitti, né l’esplosione dei deficit, né la penuria, né il collasso del nostro modello industriale europeo. Infatti, nei mercati che sono diventati algoritmici al 99%, la coda si è staccata dalla testa del cane e continua a battere allegramente, anche se l’animale cade urlando di terrore dal 40° piano. Io sono tranquillo perché so che il mio cane è talmente addestrato da battere la coda solo quando serve !

 

 

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