ÖYVIND FAHLSTRÖM IN RESTAURO AL REJNA SOFIA – MADRID

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Il restauro di un’opera al Rejna Sofia di Madrid ci offre l’occasione di ricordare la figura di artista di Öyvind Fahlström, considerato il fondatore del CONCRETISMO LETTERARIO. Un creativo difficilmente inquadrabile nella storia dell’arte che ha sviluppato, per dare corpo alla propria poetica, un particolare metodo concettuale dove, sia l’artista che lo spettatore, partecipano alla costruzione e decostruzione dell’opera.

I dipinti variabili sono stati una caratteristica della creazione di Fahlström, con elementi indipendenti che, fissati con dei  magneti ad un supporto metallizzato, potessero essere riorganizzati dal pubblico dentro il campo visivo pre-progettato, in differenti posizioni che recuperano gli elementi compositivi, proposti dall’artista, ma ne variavano la lettura attraverso una organizzazione differente della composizione originale.

Come succede spesso con le opere prodotte dalla modernità anche quelle del nostro artista si sono fortemente deteriorate tanto che il museo Rejna Sofia di Madrid ha provveduto al restauro di un´opera di sua proprietà “Sylvie”, ispirata alla figura della cantante soubrette francese Sylvie Vartan. Nel caso di Sylvie si erano persi o deteriorati nove pezzi dell’opera, compreso il pezzo principale che raffigurava la testa di Sylvie. Tutte le parti mancanti sono state perfettamente riprodotte dal dipartimento di Restauro del Museo che, nonostante le poche informazioni disponibili e la documentazione imprecisa di cui il Museo medesimo era in possesso, ha provveduto al restauro con la stretta collaborazione della Fondazione Öyvind Fahlström diretta da Sharon Avery-Fahlström (vedova e assistente negli ultimi anni di vita dell’artista) . È stata la signora Avery-Fahlström ad individuare una vecchia diapositiva a colori che è servita come base per l’intero progetto di restauro. Da questa diapositiva sono state estratte, digitalizzandole,  le immagini dell’opera nella sua concezione originale che, ingrandite nella sua dimensione reale, hanno consentito il rifacimento dei pezzi mancanti, tra i quali anche la figura di Sylvie.

Nel 1953 Fahlström pubblica sulla rivista “Odyssè” il suo manifesto per la poesia concreta, Hätila ragulpr på fåtskiliaben. Il titolo, apparentemente senza significato, è tratto dalla versione svedese del romanzoWINNIE PUH di Milne. Il testo si apre con una citazione del MANIFESTO TECNICO per la letteratura Futurista del 1912: «Remplacer la psycologie de l’homme…par L’OBSESION LYRIQUE DE LA MATIERE» da cui risulta palese il debito che Fahlström ha contratto con  la poesia futurista. Secondo l’autore, “le parole sono simboli ma devono essere utilizzate come materia prima per creare la poesia, esattamente come le immagini nella pittura”.

Per Fahlström la società che gli è contemporanea necessita  di una nuova modalità espressiva che si può manifestarsi nella poesia concreta attraverso la rappresentazione grafica della verticalità data dalla ripetizione delle strofe, anche se uguali, oppure con l’utilizzo degli stessi vocaboli ripetuti nelle diverse righe, in posizioni differenti o allineate verticalmente con le altre già usate. Tutto nell’intento della creazione di una forma che segni uno sviluppo costruttivo all’interno dello spazio occupato.