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SINISA e GIANLUCA, ALESSANDRO e LUCIA DI RESPIRO iIN RESPIRO: NELLO SPORT DEL CUORE NON SI PERDE MAI

Editoriale / 87

SINISA e GIANLUCA, ALESSANDRO e LUCIA DI RESPIRO E RESPIRO: NELLO SPORT DEL CUORE NON SI PERDE MAI

di Pierluigi Palmieri

Ci torna gradito alla mente l’ultimo saluto che Alberto Angela nello scorso agosto ha rivolto a suo padre Piero dall’altare, da dove ha parlato del suo approccio con la morte: “Vi si è avvicinato con una serenità che mi ha sconvolto e con razionalità e piedi per terra. Mio padre se ne è andato soddisfatto come quando ci si alza dal tavolo dopo una bella cena con gli amici”. Un’interpretazione così pregnante da farci immaginare  il “re” della divulgazione scientifica  mentre si lanciava,  a mo’ del Tuffatore raffigurato nella tomba funeraria di Paestum, oltre le Colonne d’Ercole per superare i confini della conoscenza terrena.

   Nell’editoriale a lui dedicato su questa  Rivista  ( n. 70  del 21 agosto 2022) sottolineammo che Piero Angela dopo aver masticato tanta filosofia, degustando al  meglio  le tante portate del menù esistenziale, era  arrivato a concepire la fine della vita “sportivamente”, come una normale mossa di scacchi.  Lui  amava muovere le sue pedine, “giocatori e giocatrici” sulla scacchier con le sue colonne, le sue traverse e le sue diagonali, Aveva maturato così l’idea della morte come ultima mossa del suo sport preferito e come prima mossa verso la conoscenza ulteriore, il tuffo appunto. 

Nella settimana appena conclusa ci ha lasciato Sinisa Mihajlovicun personaggio che di sport ne ha masticato molto prima da protagonista sul campo e poi da manovratore delle sue pedine sul scacchiera tutta verde del calcio:  Una leucemia mieloide acuta tra le più aggressive e resistente a tutte le terapie e al trapianto che aveva avuto due anni e mezzo fa, ha abbattuto uno dei calciatori più potenti della storia del calcio mondiale, che in carriera aveva realizzato 23 gol su punizione e di questo fondamentale, in cui faceva viaggiare il pallone a 160 kmh, era diventato maestro. Quest’anno, qualche settimana dopo l’inizio del Campionato di Serie A, aveva dovuto abbandonare la panchina del Bologna, che aveva ripreso ad allenare dopo aver trascorso oltre quaranta giorni in ospedale per il primo ciclo di cure,

In questa sede vogliamo rendere onore a Sinisa per aver continuato a manifestare caparbietà e coraggio verso un “avversario” invincibile con l’intento di iniettare fiducia nelle tante persone, meno  famose di lui, colpite dalla leucemia. Lo ha dichiarato due anni fa, subito dopo le prime cure (“Penseranno se ce l’ha fatta lui!”) e ancora nel marzo scorso, al momento di tornare in Ospedale (La malattia ha coraggio per voler confrontarsi ancora con un tipo come me. Io sono pronto, gli darò un’altra batosta dopo la vittoria della prima volta). In un nostro articolo (SINISA DAVANTI A TUTTI NEL CAMPIONATO DEL CORAGGIO Una punizione delle sue per un altro gol alla Leucemia – Centralmente La Rivista/55) affermavamo che “la mente e il cuore ci dicono che Sinisa Mihalovich sta caricando il suo  sinistro per infilare il “sette” della porta della subdola malefica e smaliziata leucemia. Il Campionato del coraggio lo ha già vinto, ora il doveroso bis”. Il bis del coraggio è arrivato puntuale, anche  se Sinisa  non ha potuto dare la batosta al male che, scorretto come è, gli ha spostato il “sette” della porta. Ma il messaggio di Mihajlovic è arrivato nel cuore di tutti e la prova provata l’abbiamo avuta assistendo all’intervista di pubblicata il 16 dicembre Vite Salate ((8) ‪#‎direspiroinrespiro – Esplora | Facebook). Tra gli intervistati Lucia e Alessandro , affetti da Fibrosi cistica, la malattia genetica che rende la vita complicatissima con i suoi tanti rischi e comporta cure fortemente specialistiche, hanno dato prova di aver assorbito molto bene la filosofia di Piero Angela e il coraggio sportivo di Sinisa Mihajlovic. La prima sfida i suoi fragili polmoni  praticando Cross Fit,  e il secondo addirittura si è permesso di attraversare l’Adriatico da sponda a sponda remando con il Kayak, lanciAndo lo slogan 125 Miglia per un Respiro, per richiamare l’attenzione sulla fibrosi cistica e sulle opportunità terapeutiche date dai farmaci innovativi per lcura di questa malattia. Alessandro, come Lucia che si impegna quotidianamente per portare più in alto l’asticella dello spirometro, sono consapevoli delle loro ridotte aspettative di vita, ma non mancano di ripetere che vogliono infondere fiducia nelle altre persone colpite dallo stesso male. Significativo in questo senso il pensiero del tretasettenne super atleta marchigiano rivolto al suo bambino di due anni di cui lui “probabilmente non potrà seguire l’intero percorso di crescita, ma potrà avere testimonianza dell’impegno del padre”. Lucia icon una sorta di esortazione/protesta ha sottolineato l’importanza dell’ampliamento della platea di fruitori delle cure più avanzate che, pur non portando alla guarigione completa,oggi fortunatamente possibili anche  al fine dell’accesso alla pratica sportiva.

C’è tanto di Sinisa nel messaggio che  queste persone “vere” hanno inviato a noi e anche a Gianluca Vialli, grande campione del passato che in questi giorni ha lasciato la carica di Capo delegazione della Nazionale di Calcio, per dedicarsi alla cura dl  un tumore al pancreas che lo affligge da qualche tempo. “Io ho paura di morire, eh.” Ha dichiarato alla stampa “ Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall’altra parte. Però mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire apprezzare la vita“.

Ecco perché nello Sport del Cuore non si perde mai.

 

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