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SINISA DAVANTI A TUTTI NEL CAMPIONATO DEL CORAGGIO Una punizione delle sue per un altro gol alla Leucemia

Editoriale / 55

SINISA DAVANTI A TUTTI NEL CAMPIONATO DEL CORAGGIO

Una punizione delle sue per un altro gol alla Leucemia

                                                                                                                    di Pierluigi Palmieri

Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza. Sei un Leone dal cuore tenero”                                                               (Arianna Mjhalovic)

Prego il lettore di non attribuire al lessico  di questo editoriale, il carattere modaiolo che sostiene, con la metafora sportiva, anche le più astruse argomentazioni che con lo sport nulla hanno a che fare. Qui affrontiamo la vicenda umana di un personaggio che sprizza sport da tutti i pori e che con la  metafora della “gamba tesa” ha sostenuto i suoi principi in tutti i campi, non risparmiando critiche a chi siede sulle poltrone nelle stanze alte dello sport e perfino della politica.  Sinisa Mihajlovic, da calciatore aveva bruciato le tappe fino a conquistare la  Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale (1991) con la Stella Rossa di Belgrado, ai tempi della Jugoslavia. In Italia ha militato in Club prestigiosi, e con la Lazio ha vinto lo scudetto (2000).  Il suo fiore all’occhiello è stato  il “ calcio di  punizione”.  Il suo sinistro da 160Km orari, arrivò ad essere studiato da una équipe di ricercatori della Facoltà di Fisica dell’Università della capitale jugoslava. Su internet la rassegna delle sue “migliori dieci punizioni” è tra le più visitate al mondo. Nel dicembre 1998, in un Lazio – Sampdoria del Campionato italiano di Serie A, superò se stesso realizzando tre reti su punizione. In campo però non è sempre stato uno stinco di santo, e nel suo palmarès non mancano le squalifiche anche pesanti: clamorosa quella del 2003 di otto giornate a livello internazionale per aver lanciato una bottiglietta di acqua al delegato UEFA, dopo la sua espulsione nell’incontro con la squadra in Sinisa   dalle esperienze negative evidentemente ha tratto la sua forza: fino a trenta mesi fa nel volto, nella postura  e nelle relazioni, costituiva l’emblema di una solida unicità mente corpo, l’ideale per una funzione delicata ed impegnativa come quella dell’allenatore. Si è guadagnato così l’appellativo di “Sergente” perché pretende applicazione ed impegno  dagli atleti che allena, in particolare dai più giovani, che però premia sistematicamente inserendoli nella formazione della prima squadra.

Il 13 luglio del 2019 Sinisa Mihajlovic si presenta alla stampa per comunicare di essere stato colpito dalla leucemia mieloide acuta (LMA), un tumore del sangue non da poco che attacca il midollo, riduce drasticamente la produzione di globuli rossi e favorisce quella di globuli bianchi anormali. In sintesi un’anemia gravissima alla quale le statistiche attribuiscono un elevato indice di mortalità. Anche in quell’occasione non aveva esitato a stigmatizzare quella parte della stampa che non aveva mantenuto l’impegno di non anticipare la notizia della diagnosi in attesa della sua  dichiarazione ufficiale, che si è rivelata poi un capolavoro di umanità, dove commozione e determinazione si coniugano alla perfezione.  Nessun commento ulteriore va fatto a quelle  parole e a quelle immagini, che si possono ancora  rintracciare sul sito del Bologna Football Club, pertanto invito i lettori a dedicare  dieci minuti del loro tempo per ascoltare, riflettere e diffondere un messaggio, sorprendente e coinvolgente che si conclude con un convinto “Sono un po’ incazzato, ma  Vincerò anche questa battaglia”.

Ecco il link¨ Mihajlovic: “Vincerò anche questa battaglia” | Bolognafc

Il 26 marzo 2022, in conferenza stampa, annuncia di doversi sottoporre a un nuovo ciclo di cure per contrastare la ricomparsa della malattia, e con una non più  sorprendente disinvoltura  dichiara “Non voglio far partire questo nemico, a differenza del passato quando ci sono entrato a gamba tesa”. Ha poi caricato il suo sinistro per sfidare la leucemia sorprendendo i giornalisti, pur abituati alle sue sferzate “ La malattia ha coraggio per voler confrontarsi ancora con un tipo come me. Io sono pronto, gli darò un’altra batosta dopo la vittoria della prima volta. Questa è la vita, non sempre dritta ma fatta di curve e discese, e anche se sul percorso si trovano buche che ti buttano per terra ti devi sempre rialzare”.

Dalle parole   scritte sui social dalla moglie Ariana, che gli ha dato cinque splendidi  figli, arriva la conferma:  “Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza. Sei un Leone dal cuore tenero”.

A questo punto la mente e il cuore ci dicono che Sinisa Mihalovich sta caricando il suo  sinistro per infilare il “sette” della porta della subdola malefica e smaliziata leucemia. Il Campionato del coraggio lo ha già vinto, ora il doveroso bis.

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