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DECIDERE IL FUTURO ENERGETICO: DATI NON CHIACCHIERE

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Politica Economia Finanza/ 85

DECIDERE IL FUTURO ENERGETICO: DATI NON CHIACCHIERE

di Mario Travaglini

Nell’articolo pubblicato qualche settimana fa, a proposito della Cop27 tenutasi in Egitto, dal titolo “E’ urgente decidere il futuro energetico”, avevo chiaramente espresso il mio pensiero sul tema della decarbonizzazione e sul fatto che il Governo avrebbe dovuto prendere decisioni non più procrastinabili. Tra queste indicavo l’energia nucleare come quella capace  di renderci autonomi, non potendo “fare affidamento né sul mercato unico dell’energia né sugli equilibri politici sempre più instabili che governano il mondo” . Era,come ovvio, una affermazione sintetica che oggi intendo approfondire portando altri elementi tecnici e statistici che a mio modo di vedere possono risultare  persuasivi per vincere i numerosi pregiudizi che ancora oggi continuano a circolare sebbene i dati siano disponibili ed alla portata di tutti. Per iniziare,  mettiamo a confronto le fonti utilizzate per produrre energia, Gas – Solare o Fotovoltaico  che dir si voglia – Nucleare, attraverso l’uso di tre parametri che la scienza prende in considerazione : le emissioni di gas serra, l’uso del suolo e la capacità di carico. Il primo parametro evidenzia che il Gas manda  nell’atmosfera una quantità di CO2  pari a 430 Kg/MWh, il Fotovoltaico 12 ed il Nucleare 5. Il secondo parametro ci dice che per produrre 1 MWh con il Gas occorre  1mq di suolo, con il fotovoltaico 12 e con il Nucleare 0,3. Il terzo parametro, infine, misura il tempo che una fonte energetica può lavorare, nel senso che se il valore espresso è pari a 100 può lavorare sempre mentre se pari a zero è sempre spenta. I valori che la scienza ha evidenziato per la capacità di carico sono i seguenti : Gas 54% – Fotovoltaico 24% – Nucleare 94%. In aggiunta ai parametri appena citati vorrei introdurre una considerazione che a me pare importante: se l’eolico ed il solare sono considerate fonti energetiche sicure perché avere remore e pregiudizi sul nucleare quando questa fonte determina meno morti di tutte le altre ? Le statistiche europee  non mentono e ci dicono che il carbone determina 26,4 decessi per una Twh, il petrolio 18,4, il gas 2,8, l’idroelettrico 1,3, l’eolico 0,4, mentre il nucleare ed il  solare appena 0,02.  Passiamo adesso a vedere quanto combustibile è necessario per produrre una quantità di energia sufficiente a soddisfare il fabbisogno di una  intera famiglia di quattro persone per un intero anno. Se usassimo gas occorrerebbero 480 mc, 455 litri nel caso del petrolio, 1 tonnellata nel caso del carbone e appena l’equivalente di un grosso chicco di caffè o di una piccolissima biglia di vetro se utilizzassimo 1 pellet di uranio. Questi ultimi dati portano ad una significativa considerazione : se occorre una così piccola quantità di combustibile (uranio) anche il rifiuto sarà dimensionalmente piccolo. A tal proposito la scienza ha calcolato che, qualora si utilizzasse solo energia nucleare, il rifiuto prodotto da una persona per l’intero arco di una vita di ottantacinque anni sarebbe poco meno del contenuto di una lattina di aranciata. Il pensiero dominante, contrario a questa fonte energetica, sostiene che : “ si, è vero, è un rifiuto piccolo ma è radioattivo, pertanto è pericoloso”. A parte il fatto che la radioattività è un fenomeno naturale, non determinato dal comportamento dell’uomo, che ritroviamo ovunque, come nell’aria, nell’acqua, in casa, nel corpo umano,nelle derrate alimentari, banane comprese, le domande cruciali alle quali occorre rispondere è se essa può essere nascosta, può essere misurata e, infine, se esistono mezzi di difesa qualora i rifiuti dovessero assumere proporzioni importanti.  Quanto ai primi due quesiti gli ingegneri nucleari confermano che le scorie non possono essere nascoste in quanto facilmente rilevabili con l’aiuto di semplici detector acquistabili comodamente nei negozi di elettronica a prezzi assolutamente modesti;  e, se è facile individuarli, è altrettanto facile misurarli con strumenti simili. Non basta pertanto dire che essendo radioattivi sono pericolosi perché, per essere tali, debbono avere una carica radioattiva così grande da compromettere la salute dell’uomo. Ecco, allora, che occorre studiare,   inventare e costruire soluzioni tecnologiche,oltre a quelle già esistenti ed alle quali non facciamo caso, che ci permettano di fermare la penetrazione nel corpo umano e di renderli non pericolosi per l’uomo. Queste soluzioni esistono da decenni e vanno dalla pettorina che indossiamo dal dentista quando ci sottoponiamo ad una radiografia dentale, alle pareti schermate dei centri diagnostici o ai contenitori utilizzati per lo stoccaggio delle scorie in uso in tutti i paesi che utilizzano questa fonte energetica. Soluzioni che vanno ulteriormente migliorate e rese sempre più sicure, certo, ma è ora che il nucleare non venga più considerato come la cenerentola delle fonti energetiche e che i pregiudizi pelosi lascino il posto a considerazioni fondate sulla scienza.                   Completata la parte tecnico-statistica vorrei concludere con due considerazioni.                                     La prima: il cambiamento climatico è davanti a noi  e non possiamo far finta  che non esiste; esso rappresenta una sfida gigantesca che per vincerla occorre impiegare tutti i mezzi che la ricerca ci mette a disposizione, compreso il  nucleare che, pertanto, non può essere considerato “il problema” ma parte della soluzione per  contribuire a risolverlo in maniera significativa.                                          La seconda :  sappiamo tutti che ogni decisione politica determina riflessi sia in campo economico che finanziario e quelle che verranno prese sul tema oggi  in discussione non fanno certo eccezione. Per tale motivo, possibilmente a breve termine, ritengo utile approfondire gli argomenti sia dal punto di vista micro e macro economico che da quello finanziario, cercando di aiutare i risparmiatori a districarsi nel reticolo dei possibili investimenti.

 

 

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