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EMILIO MANTELLI XILOGRAFO

 Ai confini dell’impero / 79

EMILIO MANTELLI XILOGRAFO

(Genova, 1884 – Verona, 1918)

Il matrimonio fra xilografia ed espressionismo è un matrimonio perfetto ed a questo non sfuggì, come molti altri, Emilio Mantelli. Una figura d’artista nota, ma nonostante le sue palesi capacità, mai letta come particolarmente rappresentativa del suo periodo. Grande amico e conterraneo del più noto Viani, entrambi allievi di Giovanni Fattori, lavorò nella redazione dell’EROICA svecchiandone, per quanto possibile, l’indirizzo grafico ed editoriale.

I soggetti trattati sono ubriachi, mendicanti, contadini, pescatori, operai, vecchi, poveri soldati, incisi su tavola con uno stile ruvido ed irrequieto, che asciuga le figure deformandole secondo un processo di semplificazione dell’immagine dove la tavola, più che uno strumento espressivo, diventava il luogo dello spazio mentale aggredito, sezionato, sfregiato in una interminabile battaglia fra Mantelli e il legno.

Il suo giovanile soggiorno parigino, in compagnia del’inseparabile Viani, gli aveva consentito di vedere da vicino l’opera dei NABIS, un gruppo di artisti radunatisi attorno alla figura di Gauguin a Pont-Aven di cui, appartenendo ad una generazione successiva, coglie la lezione esasperandone gli accenni sintetici e formalizzandoli in una ruvidezza del segno, di sapore primitivismo, che supera del tutto l’estetica simbolista. Spazio formale dove si elabora  un ” nouveau  cloissonné “ di stile arcaicizzante molto vicino a quelle degli allora giovani artisti francesi FUVE a lui contemporanei: Maisse, Derain. Vlaminck. Altre sintonie possono essere trovate nella cultura espressiva dell’area Belga rilevabili dalle pagine  dell’EROICA, la rivista che più di ogni altra si occupò della divulgazione del nuovo indirizzo estetico in campo xilografico in Italia dove Mantelli svolse quasi tutta la sua carriera e dalla quale (sulla scia di quanto scritto in uno speciale della rivista del 1914, il critico saggista Sander Pierron afferma che la rinascita della xilografia belga è fortemente legata all’indagine sulla figurazione di un franco- fiammingo primitivismo che affonda le sue radici nella figurazione popolare delle immagini sacre), trasse buona parte della sua cultura incisoria nel superamento di quei “colti” virtuosismi della ormai sclerotizzata cultura tardo simbolista.

L’ultima delle manifestazioni che lo racconta è la mostra BIZZARRA BELLEZZA  allestita dal Museo Civico di Crema e del Cremasco presenta dal 22 ottobre all’11 dicembre 2022 curata da Edoardo Fontana. La mostra conta numerosi prestiti provenienti da collezioni pubbliche, come il Gabinetto di Disegni e Stampe di Palazzo Rosso di Genova, la cui collaborazione ha permesso l’esposizione di alcune xilografie mai o raramente presentate al grande pubblico. Spiccano tra queste il Cartellone della Prima mostra internazionale di xilografia di Levanto, realizzato nel 1912 e restaurato per l’occasione con il contributo del Museo Civico di Crema, e gli straordinari ritratti a colori come Le civette, Profilo di donna con limoni, Noemi, Ritratto di donna con collana di perle, La rissa, I mercanti, Le filatrici, Balia bretone, Autoritratto, Vittoria Alata, e la serie di opere dedicate al fronte della prima guerra mondiale. Saranno inoltre esposti al pubblico i volumi da lui illustrati e le riviste fra le quali si impone per quantità e ricchezza di contributi L’Eroica, dove le sue incisioni sono state pubblicate e stampate dalle matrici originali.

  

Si sottolinea, nel periodo precedente la prima guerra mondiale, il contributo che Mantelli diede nella redazione del periodico l’EROICA, condizionandone ampiamente le scelte, fino a portare il primitivo impianto liberty e neo-michelangiolesco, inizialmente imposto da Adolfo De Carolis con la sua scuola, verso un moderato modernismo.

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