Attualità / 78
NO COMPETITIVA ? NO BUSINESS TURISTICO
di Marcello Martelli
L’Abruzzo è tornato alla Bit di Milano (Borsa Internazionale del Turismo), per mostrare le tante bellezze turistiche della regione. La delegazione era ben nutrita e guidata dall’assessore regionale che ha parlato “della forza di penetrazione della nostra offerta nei mercati nazionali e internazionali”. Il problema per l’Abruzzo è duplice. Dobbiamo misurare: 1°-la forza e la capacità di penetrazione con cui sappiamo “vendere”; 2° il tipo di “offerta turistica” di cui disponiamo e che possiamo offrire. Ciò che è alle nostre spalle, è noto: il turismo abruzzese, con risultati peggiori di quello italiano, ha perso occasioni importanti. Il referendum del 1993, con il 94,10% dei votanti ha cancellato il ministero del Turismo e delle Spettacolo, sottoscrivendo quasi all’unanimità che non siamo un paese di vacanze. Amen! Anche il nostro Abruzzo ha fatto di più, andando avanti con il marketing del “fai da te”. Quando ogni Regione ha improvvisato la propria politica turistica, con tutti gli errori e gli sprechi che abbiamo visto in questi anni. Ora, che facciamo, giriamo pagina? Auguriamoci di aver capito cosa fare, finalmente, di questo nostro territorio con spiccata vocazione turistica. Anche per recuperare il tempo perduto negli ultimi 50 anni, visto che la cosiddetta “industria delle vacanze” sta cambiando e, in particolare, sta cambiando l’offerta turistica. L’attenzione della domanda si sta spostando dalle mete turistiche tradizionali a quelle ancora sconosciute e da scoprire. La chiave del nostro Abruzzo, è quella di una nuova politica per la valorizzazione di città e paesi d’arte; di centri e itinerari con una ricca e variegata offerta enogastronomica, prodotti tipici e dell’artigianato. Significa che dobbiamo darci un progetto per studiare le potenzialità esistenti con le offerte che possiamo proporre, alla luce della domanda e dei cambiamenti in atto. Le potenzialità ci sono tutte, ma non basta. La concorrenza, sia interna che esterna, è fortissima. L’Abruzzo deve definire gli interventi da promuovere per risolvere, in primis, tutti i problemi strutturali, con particolare attenzione alle questioni della stagionalità, della qualità di chi lavora nelle strutture turistiche, della tutela delle risorse naturali e paesaggistiche, come pure alla valorizzazione del patrimonio storico- culturale. Per dare contenuti e sostanza all’offerta turistica e culturale della Città-capoluogo dovremmo recuperare subito i progetti e gli studi dell’indimenticato Walter Mazzitti, cominciando dal “Sistema museale della città, ora negletto e dimenticato, con il suo prezioso itinerario comprendente il Museo Archeologico, la Pinacoteca Civica e siti archeologici (domus di Madonna delle Grazie e di Torre Bruciata, il teatro, l’anfiteatro, la necropoli ed altro). Testimonianze dell’antica Interamnia, da mettere al centro della nostra proposta turistica, “con un progetto museologico-sottolineava Mazzitti- soprattutto culturale, attrattivo e di qualità”. Oggi c’è un ritorno a “quel nostro mondo”, però servono le competenze, che sono il primo punto. Le città piccole sono un villaggio rispetto alle grandi metropoli, perché mancano proprio di competenze e visione.