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TUTTI PAZZI PER LA GUZZI: CULTURA E SOLIDARIETA’ SALGONO IN …MOTO AD AVEZZANO LA  SFILATA PER  IL CENTENARIO DELL’AQUILA DI MANDELLO

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TUTTI PAZZI PER LA GUZZI: CULTURA E SOLIDARIETA’ SALGONO IN …MOTO

AD AVEZZANO LA  SFILATA PER  IL CENTENARIO DELL’AQUILA DI MANDELLO

 La colonna sonora è cantata da Danilo Luce, la scenografia e l’organizzazione sono di Donatello De Ruggeris  e Gianfranco Di Pancrazio, il palcoscenico è in Piazza Risorgimento. Sono le 18,30 di una splendente domenica d’estate, quando dai potenti altoparlanti installati davanti alla Cattedrale dei Marsi, la Band del noto cantautore avezzanese  fa risuonare per la prima volta l’inno “Tutti pazzi per la Guzzi”.

Da quello stesso palco nelle prime ore del mattino  lo speaker ufficiale, aveva dato il via alla giornata celebrativa dei “Cento anni della Moto Guzzi.  I collezionisti provenienti da ogni parte d’Italia dopo aver  messo in mostra i loro “gioielli” hanno acceso i motori per iniziare un fantastico    tour che , attraverso la “circumnavigazione” del Fucino, li avrebbe portati fino a Pescina. Sono della partita  con la mia “350 V II” del 1981, che assieme alle 650 V II alla mitica  500cc , quella in dotazione all’Esercito Italiano e alla Polstrada ai tempi della mia adolescenza, ha fatto la sua porca figura affianco alle V85TT alle V7  e V9  di ultima generazione.

L’alveo del vecchio Lago è uno spettacolo di geometrie  multicolori, disegnate dalle coltivazioni, a cui fanno da cornice i canali con il dominante collettore (“je canalone”), che è l’anima del mastodontico prosciugamento che fu il pallino prima di Giulio Cesare e degli altri imperatori romani che gli successero (Claudio in primis) e poi dei Borboni (con in testa Ferdinando IV, e per ultimo di Alessandro Torlonia, che raccolse i frutti della geniale idea, acquisendo la proprietà di  14.000  dei 16.000 ettari della fertilissima pianura subentrata al Lago.

Le recenti piogge hanno fatto il miracolo di far riprendere slancio  alle piantagioni di mais  che giganteggiano ai bordi delle strade e al passaggio delle nostre moto Guzzi sembrano volteggiare in un inchino di ammirazione.Dall’aktro lato non sono da meno  gli altissimi pioppi con le loro folte chiome  perfettamente allineati ai bordi dei canali come un chilometrico picchetto d’onore. Attraversiamo San Benedetto dei Marsi per  arrivre a Pescina e parcheggiare nella Piazza  antistante la Chiesa di San Berardo. Inizia  la visita alla Casa Museo di Ignazio Silone  dove le guide ci illustrano nei dettagli le numerose testimonianze della vita in famiglia del grande scrittore e ripercorrono il suo  tormentato percorso politico-letterario. Nelle ricche bacheche sono raccolte le varie edizioni dei tanti romanzi siloniani. Particolare rilievo viene dato al periodo dell’esilio in Svizzera dove Silone  inizia a mettere a frutto la sua verve letteraria e matura la sua idea di socialismo riformista e democratico che, lo porterà a un forte contrasto con Palmiro Togliatti e lo allontanerà definitivamente dal partito comunista.  A Zurigo prendono corpo prima Fontamara e  poi Il seme sotto la neve.  Questi testi costituiscono la base della ricchissima e sostanziosa produzione che permetterà a Silone di essere considerato   unitamente ad  Albert Canus, André Gide, Thomas Mann, e George Orwell un simbolo

dell’opposizione culturale europea ai dilaganti totalitarismi fascisti e comunisti.

A mezzogiorno “tutti in sella”  per ripartire con puntualità… “svizzera”.

Per tornare ad Avezzano imbocchiamo  la Tiburtina Valeria sfiorando i territori  di Collarmele, Cerchio Aielli e Celano. L’antica strada consolare  resa moderna e più sicura dalle grandi rotonde spartitraffico realizzate di recente ci racconta la sua storia secolare, o meglio millenaria attraverso l’acquisizione successiva di nomi diversi . In origine (300 a.C.circa)  univa Roma a Tivoli (Tibur) per poi essere  prolungata venti anni dopo fino a Corfinio. attraverso la Marsica. ad opera del Console Massimo Valerio Potito, dal quale il tratto prese il nome di Tiburtina Valeria. Il completamento dell’opera fino a Pescara fu voluto, a metà del primo secolo dopo Cristo, dall’Imperatore Claudio (proprio quello che provò a prosciugare il Lago del Fucino !) per cui la Tiburtina da Corfinio in poi  ha preso il nome di Claudia Valeria. Quelli della Guzzi  quindi hanno cavalcato le loro moto su un percorso ricco di riferimenti storici e culturali, non facendosi mancare nel primo  pomeriggio una visita al borgo medievale di Albe e all’annesso sito archeologico  di Alba Fucens. Ma, non finisce qui. Gli attenti  organizzatori hanno voluto aggiungere all’aspetto culturale quello della solidarietà invitando tutti a pranzare presso il Ristorante  “La na rua”. Questo locale è nato da un’dea di Susanna Lombardi, della notissima e apprezzata  famiglia di imprenditori Avezzanesi del capostipite Donato. Questi, Cavaliere del Lavoro, già Presidente di Confindustria Abruzzo e, a proposito di motori, ideatore della Targa Presider , che contribui al rilancio dello Storico Trofeo “Micangeli” che divenne poi Trofeo Di Lorenzo e inaugurò la stagione delle sfilate di auto storiche. Susanna ha ereditato la nobiltà d’animo del padre e dopo la drammatica esperienza del terremoto che a distrutto Amatrice ha dato vita a numerose iniziative di solidarietà e di sostegno al rilancio di quel territorio. In occasione del Raduno mi ha cortesemente spiegato come è nata la sua iniziativa: “Le persone che collaborano con me hanno sposato pienamente la mia iniziativa solidale LA NA RUA che nasce per aiutare la ripresa dell’economia di Amatrice. “Sono  oriunda  da parte dei nonni materni di una frazione (PRATO) della conca Amatriciana” aggiunge Susanna dove mi trovavo al momento del terremoto del 24 agosto 2016. Ho preso coscienza di essere stata miracolata insieme a mio figlio e  dopo una settimana dal sisma  ho fondato l’associazione “ AMATRICE SIAMO NOI” che si è adoperata per fornire  i beni di prima necessità e poi  ha organizzato eventi  in tutta l’Italia per raccogliere fondi cucinamdo il piatto originale amatriciano ”LA GRICIA” !

Una ciliegina molto gradevole sulla torta della  manifestazione che ha onorato quelli che sono stati definiti  “ I 100 anni di storia per il marchio più autentico del Motociclismo mondiale”.

Qui di seguito la recensione del libro edito da Rizzoli per i cento anni della Guzzi pubblicata sul sito ufficiale della storica casa

 

Per Carlo Guzzi, Giorgio Parodi e Giovanni Ravelli, il sogno di “produrre e vendere motociclette e perseguire altre attività legate o connesse ai settori metallurgico e meccanico” sorse per la prima volta durante la prima guerra mondiale. Meno nelle trincee fangose ​​che nella loro eroica antitesi: i teatri aerei dove gli assi volanti del periodo rischiavano la vita per competere per la gloria. Motociclisti e aviatori tutti insieme, Guzzi, Parodi e Ravelli hanno vissuto e respirato le realtà eroiche e non eroiche della Grande Guerra. Come molti della loro generazione, guardarono oltre il fango e fissarono il loro sguardo sulle strade luccicanti, sui corsi d’acqua e sui cieli del futuro.
Poco importava se la velocità in questione fosse celeste o terrestre o marittima. La velocità significava tutto: progresso scientifico, industria e innovazione, l’avvento di una civiltà delle macchine, nuove libertà, piaceri e forme di svago.
È stato cento anni fa. L’azienda che hanno costruito come monumento vivente alla memoria di Ravelli compie oggi, 15 marzo 2021, un secolo.
Moto Guzzi ha tenuto il passo sin dal momento in cui la prima moto è uscita dalle linee di produzione a Mandello del Lario. Il primo modello fu la Normale: un veicolo le cui prestazioni erano tutt’altro che normali per gli standard dell’epoca.
I successivi cinquant’anni di telai e propulsori Moto Guzzi non si dimostreranno meno vincenti, sia in pista che su autostrade e strade cittadine, spaziando da motori di piccola, media e grande cilindrata confezionati in una vertiginosa serie di configurazioni da singoli e gemelli a quattro e persino otto: il caso del celebre Otto Cilindri.
Intorno al 1965, al vertice di questa catena evolutiva, fa il suo debutto il motore che è diventato la firma del marchio di Mandello: il bicilindrico trasversale a 90 gradi raffreddato ad aria. Il cambiamento è stato innazitutto nella filosofia: lontano dalle prestazioni fine a se stesse, più vicine alle esigenze del mondo reale, lontano dal fare affidamento sulla pista per guidare il processo di sviluppo dei veicoli futuri.Durata, riparabilità, coppia più che potenza vertiginosa sono diventati i mantra a Mandello. Accoppiato alla trasmissione a cardano, standard di Moto Guzzi, questo robusto e affidabile propulsore è stato originariamente costruito pensando agli utilizzi in ambiti istituzionali particolarmente esigenti (come le Forze Armate). Nei decenni successivi ha subito una legione di affinamenti pur rimanendo fedele alla propria personalità originale.
Dal momento della sua fondazione, il marchio dell’aquila non si è limitato a sorvolare la pista e l’asfalto. Ha anche affrontato viaggi fuoristrada sbalorditivi come quando, nel 1928, Giuseppe Guzzi, fratello di Carlo, effettuò un raid di 6.000 chilometri da Mandello al punto più settentrionale della Norvegia, raggiungendo il Circolo Polare Artico, su una Moto Guzzi GT 500 (successivamente ribattezzata Norge).
Lo spirito di avventura dell’azienda non si è però limitato al regno del fuoristrada. Si è espresso come un implacabile appetito per l’invenzione e l’innovazione, in particolare durante il mezzo secolo inaugurale del marchio. Moto Guzzi ha aperto la strada a testate a doppia accensione, i primi cavalletti centrali per moto, telai elastici costruiti attorno a un involucro che ospita quattro molle più un forcellone tubolare, sistemi di frenatura collegati, trasmissioni automatiche (come quella della 1000 Convert), il Compact Reactive Shaft Drive, sistema che separa la reazione di coppia della trasmissione finale dell’albero dalla sospensione tramite bracci di reazione flottanti… l’elenco è lungo.
Cento anni dopo che l’aquila di Mandello ha preso il volo, centinaia di modelli e innovazioni dopo, dopo che molti milioni di corse hanno portato l’euforia della velocità ai motociclisti di tutto il mondo, siamo pronti ad inaugurare un secondo secolo Moto Guzzi.
Attraverso i secoli, oltre le guerre, oltre le pandemie.Tratto dal libro MOTO GUZZI – I CENTO ANNI, edito da Rizzoli, nel 2021 

 

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