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DRAGHI AL LABORATORIO DEL GRAN SASSO

Attualità / 46 

DRAGHI AL LABORATORIO DEL GRAN SASSO

RIFLETTORI  ACCESI SU UNA REGIONE DOPPIA

  di Marcello Martelli

 

Ancora una volta il Gran Sasso ha acceso i riflettori sull’Abruzzo. «Questo laboratorio -ha sottolineato il premier Draghi-è un punto di riferimento della comunità scientifica mondiale. Il Gran Sasso ha contribuito a molte tra le scoperte più rilevanti della nostra epoca. Questo è un luogo capace di attrarre menti brillanti e valorizzare i nostri talenti. Siete una delle grandi eccellenze del paese. L’Italia è orgogliosa di voi». Meno male che il governatore Marsilio ha colto l’occasione per ricordare le piaghe più dolorose del territorio… “Mi auguro-ha esordito- che ci possa dedicare attenzione sperando di poter scambiare due parole con lui, in particolare sulla messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso, una situazione che non aiuta a rendere certe le scelte e il futuro…Non aiuta nemmeno la situazione che si è creata con scienziati che si ritrovano sotto processo alla luce delle inchieste di Teramo e L’Aquila: è paradossale che da una parte ci gonfiamo il petto per i successi degli scienziati italiani, e poi il fatto che si ritrovano imputati per inquinamento e messa in pericolo della sicurezza pubblica”. Il premier Draghi conosce le cattive notizie che arrivano dall’Europa: uno studio realizzato a Bruxelles dice che siamo fra le 16 Regioni su 21 che da vent’anni sono ferme, registrando una crescita zero. Le cause sono molteplici. Qui basta ricordare quella principale: l’assenza d’una classe dirigente capace e attiva. Non c’è neppure un politico avveduto tipo Remo Gaspari che, almeno, sappia investire i fondi della ricostruzione sismica e quelli in arrivo del Pnrr. Siamo in una terra che affonda, dove ai disastri della pandemia, si aggiunge l’arretratezza economica e culturale. Non abbiamo un leader e, se qualcuno fa finta di esserlo, non ha una visione o un disegno unitario per restituire le gambe a una Regione ricca di potenzialità sia economiche che imprenditoriali. Il nostro territorio è spaccato in due: il nostro irrimediabilmente fermo e l’altro che tenta di rialzarsi con iniziative e progetti ambiziosi. Dalla Grande Pescara agli importanti massicci investimenti che, sotto il Gran Sasso, assicurano a L’Aquila una dimensione internazionale. Poi c’è una terra di mezzo, la nostra, che è ferma, si spopola e mette in fuga i giovani, perché non riesce a rialzare la testa. Ma nessuno lo dice con una voce forte e decisa. Anche quando si accendono i riflettori, per accogliere il premier e i grandi della scienza.  

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