HomeCalcioTollo, capitan Criber sullo stop: “Dispiace. Abbiamo un gran bisogno di tornare a vivere”

Tollo, capitan Criber sullo stop: “Dispiace. Abbiamo un gran bisogno di tornare a vivere”

Un anno senza calcio e, soprattutto, senza la speranza di riprendere una stagione che era iniziata con grandi aspettative. Questo il riassunto della chiacchierata fatta dalla nostra redazione con Simone Criber, capitano del Tollo, a ridosso delle notizie che vedono lo stop del calcio dilettantistico dalla Promozione in giù.

Sicuramente dispiace aver appreso la notizia della sospensione definitiva” ha spiegato Criber, continuando così “ma è inutile negare che era ciò che ci aspettavamo. Non riprendere i campionati era sicuramente la decisione più saggia da prendere. In primis perché si sarebbe dato un segnale di irresponsabilità e poca sensibilità e credibilità sotto il profilo sociale in un periodo storico in cui ci sono attività che non stanno lavorando e sono costrette a restare chiuse con tutte le conseguenze del caso. Poi perché noi dilettanti siamo comunque lavoratori, dipendenti o automi, che metterebbero a rischio se stessi e gli altri e non possiamo permetterci assolutamente di creare ulteriori problemi. Un anno senza calcio, per quanto sia brutto, non si può paragonare a tutto ciò che stiamo vivendo“.

Parlando esclusivamente di calcio” si è concentrato il capitano del Tollo “è senza dubbio una fase negativa, sotto vari aspetti. L’incertezza generale si ripercuote sul presente ma lo farà anche per il futuro, in una ripresa normale di tutte le attività. Dal canto nostro siamo e proveremo a rimanere compatti, oltremodo scrupolosi su tutto. Vogliamo continuare il nostro percorso di crescita come società e come squadra, riuscire ad impegnarci con i ragazzi più di prima proprio per dare un segnale di ripartenza e ridare a tutti il piacere dello stare insieme e vivere il sociale nella maniera più naturale è bella che ci sia. Manca il contatto con i ragazzi della scuola calcio e del settore giovanile, le loro famiglie e i nostri tifosi che sono sempre stati la spinta di questa società. Noi vogliamo esserci e continueremo a farlo soprattutto per loro”.

Le mancanze, comunque, non si riferiscono solo al rettangolo di gioco: “Come Prima Squadra è sicuramente frustante questo stop. Manca lo spogliatoio, manca la condivisione, manca la domenica, manca tutto ciò che è il bello del calcio dilettantistico. Per noi, che viviamo il calcio come una passione, con quel pizzico di spensieratezza che ti fa uscire dalla quotidianità. Lo è ancor di più sapendo che quest’anno avevamo allestito una rosa di primissima fascia, migliorando un gruppo che già lo scorso campionato stava facendo una stagione di tutto rispetto. Eravamo sicuramente tra le pretendenti al salto di categoria, volevamo primeggiare e tutti in cuor nostro eravamo consapevoli di poter disputare un grande campionato: le prime partite ci avevamo già dato dei segnali importanti. Speriamo di poter tornare presto a stare insieme e divertirci e soprattutto mi auguro personalmente di riuscire a ritrovare le motivazioni giuste visto che quest’anno doveva essere per me l’ultima stagione, ormai inizio ad essere “anzianotto” ed era arrivato il momento, ma chiudere così non è proprio la cosa più bella”. 

Su una personalissima previsione per l’uscita dalla pandemia: “Che sia il vaccino, questa fantomatica immunità di gregge, la bella stagione, l’augurio è quello di uscire il prima possibile da questa pandemia per tornare ad avere una normalità e una vita da vivere in modo pieno, in tutte le sue sfaccettature. Economicamente e socialmente parlando abbiamo bisogno di tornare a vivere tutti insieme. Un saluto a tutti e forza SSD TOLLO”.

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