HomeA tu per tuL’avvocato Chiantini spiega il referendum costituzionale del prossimo 20 e 21 Settembre

L’avvocato Chiantini spiega il referendum costituzionale del prossimo 20 e 21 Settembre

Intervistato sul canale PodcastMySelf, l’avvocato Alfredo Chiantini ha spiegato in modo chiaro e fermo quelle che sono le dinamiche relative al prossimo referendum costituzionale del 20 e 21 Settembre sul taglio dei parlamentari. Impegnato anche nel mondo della politica locale e candidato con la lista “Avezzano Città Territorio” (per Giovanni Di Pangrazio sindaco), Chiantini ha iniziato illustrando i meccanismi della revisione costituzionale: “La riforma costituzionale è possibile attraverso l’articolo 138 della nostra Carta Fondamentale. Si può modificare tutta la nostra Costituzione ad eccezione di quello che riguarda la sua forma repubblicana: non possiamo, insomma, diventare altro. Le modifiche passano attraverso leggi costituzionali o delle revisioni della Costituzione stessa, come in questo caso“.

Come si ha questa revisione? “Con una proposta di revisione costituzionale si avvia un iter che prevede un doppio passaggio a Camera e Senato, e questo passaggio deve essere in identica forma. Nella seconda approvazione il voto necessario deve avere la maggioranza assoluta oppure i 2/3 dei parlamentari: in questo caso, non è necessario un referendum costituzionale successivo. Così non è stato, nel nostro caso: dunque, un gruppo di senatori o deputati, o 5 Consigli Regionali di diversi Regioni italiane, o ancora un certo numero di cittadini italiani che raccolgono le firme possono chiedere il referendum costituzionale. Voglio sottolineare che nel referendum costituzionale non è necessaria la maggioranza dei votanti: non vi è necessità di un quorum, insomma”. 

Al referendum, in breve, si “voterà per la riforma degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione, quello che prevede il numero di parlamentari. Devo far notare che quando fu elaborata la Costituzione non venne scelto un numero preciso di parlamentari, ma un parlamentare corrispondeva ad un certo numero di abitanti sul territorio: il numero fisso di 630 deputati e 315 senatori si è applicato con una riforma costituzionale successiva. Il taglio di cui si parla porterebbe i deputati a 400 ed i senatori a 200: un parlamentare, dunque, rappresenterà più persone”. 

Sugli effetti della riforma direttamente sul territorio marsicano, queste le parole di Chiantini: “Se la riforma dovesse passare, il rappresentante della Marsica sarebbe un rappresentante comune per le province di L’Aquila e Teramo. Potrebbe esserci un rappresentante di Roseto per noi, così come uno di Collelongo per i cittadini del teramano“.

Gli effetti saranno “sul risparmio dei costi del Parlamento. Certo, bisognerebbe valutare questo risparmio sulla dinamiche nazionali di spesa pubblica, certamente irrisorio ma c’è chi sostiene che anche una goccia risparmiata sia una goccia significativa: ognuno ha la sua scelta. L’altro aspetto vede un Parlamento probabilmente più snello, dunque più prestante secondo alcuni. Allo stesso modo, un Parlamento più snello è un parlamento con meno rappresentatività secondo altri“.

Sugli esiti della riforma ed il paragone con quella che venne proposta da Renzi, questa la conclusione di Chiantini: “La riforma Renzi era una riforma più strutturata, che poteva essere perfezionata successivamente. Questa, invece, se non verrà modificata la legge elettorale, sarà difficile da digerire perché allo stato attuale delle cose la rappresentanza elettorale è davvero di pochi territori. Se passerà il “Sì”, dunque, ci sarà una necessità urgente di riforma elettorale“.

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