Avezzano, Genovesi sulla chiusura delle discoteche: “Governo schizofrenico, perché non blocca gli sbarchi?”

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“Il governo nazionale fa chiudere le discoteche dando una seconda mazzata ad un comparto già in ginocchio e che ha riaperto tra mille sacrifici ed incertezze ed invece continua a permettere sbarchi incontrollati sulle nostre coste di clandestini che hanno portato contagi in tante regioni, in tante zone dell’Abruzzo, tra cui la Marsica”.

È la denuncia del candidato sindaco del centrodestra alle elezioni di Avezzano, il salviniano Tiziano Genovesi, in merito alle ultime decisioni del governo Conte bis di chiudere le discoteche e dell’obbligo della mascherina dopo le 18 anche all’aperto, per contrastare l’incremento di positivi al coronavirus.

“Se si decide di chiudere le discoteche, allo stesso modo si devono prevedere misure strutturali per impedire gli sbarchi, altrimenti siamo di fronte ad una politica di governo schizofrenica, ipocrita ed inadeguata – continua il 40enne imprenditore -. Additare esercenti e giovani come causa dei contagi mira a nascondere il vero problema: i focolai e l’aumento del numero dei contagiati sono causati dai migranti positivi che sbarcano clandestinamente in Italia e che fuggono dai centri e dai ritorni dalle vacanze all’estero per i quali non ci sono stati controlli. Così a rimetterci sono i cittadini coscienziosi che vogliono semplicemente vivere una vita normale e l’economia mossa da imprenditori che rispettando le regole. Ne abbiamo avuto prova ad Avezzano, con i due positivi di ritorno da un viaggio a Malta, e nel piccolo centro di Civita D’Antino nella Marsica dove sono arrivati migranti infettati. La netta inversione di tendenza con l’incremento degli arrivi sulle nostre coste, rispetto ai buoni risultati ottenuti dal nostro leader Matteo Salvini come ministro dell’Interno, è ufficialmente confermato dai dati ufficiali di questi giorni. Anche l’obbligo di mascherine dopo le 18 è la chiara dimostrazione che il governo non ha una linea e un programma”, conclude il leghista.

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