HomeLa RivistaPARTICOLARI ASPETTI DI RIEDUCAZIONE CHINESIOLOGICA (ULTIMA PARTE)

PARTICOLARI ASPETTI DI RIEDUCAZIONE CHINESIOLOGICA (ULTIMA PARTE)

Benessere / 157

di Giuseppe Mazzocco

   Il lavoro in esame prende in considerazione due tecniche di riabilitazione, compatibili con l’ambiente acquatico: lo stretching ed il rafforzamento muscolare, complementari perché esercitano due qualità essenziali del muscolo leso o atrofizzato.

   Oggi, i programmi riabilitativi includono il movimento in acqua sia per prevenire che per ridurre gli eventi secondari post traumatici, anche se l’idroterapia non punta solo al post infortunio ed alla sua riabilitazione, ma piuttosto combina esercizi specifici di rieducazione, da eseguire per il recupero completo funzionale, con un progressivo programma di fitness.

   Il programma in acqua soddisfa appieno gli scopi di una completa riabilitazione sportiva; essa può, inoltre, trasformare l’esperienza negativa dell’infortunio in un’occasione di aumento di forza, di mobilità, di maggiore resistenza ed equilibrio.

   Gli esercizi che l’Autrice propone sono, comunque, realizzabili anche nel quadro di un allenamento sportivo, che si rifà agli stessi principi della complementarità delle tecniche di preparazione fisica generale.

   Ogni soggetto sano troverà ugualmente materia per esercitare il suo corpo in maniera piacevole perché sussisterà, comunque, un certo benessere dopo una seduta di stretching o di rafforzamento muscolare in acqua.

    In ogni caso, se lo stretching proporrà degli esercizi dalla dominanza statica, con degli spostamenti segmentari lenti e guidati, gli esercizi di rafforzamento, al contrario, offriranno una dominante dinamica del lavoro in acqua, con dei movimenti dalla grande ampiezza.

   Il lavoro riporta: i principi fisici basilari del lavoro in acqua (partendo dalla legge della galleggiabilità e da quella della pressione idrostatica); gli specifici effetti fisiologici (termoterapia, durante e dopo l’immersione) e terapeutici (sollievo dal dolore e dallo spasmo muscolare); il rilassamento; il mantenimento e l’aumento della mobilità articolare; la rieducazione tonico-trofica muscolare; il riequilibrio della deambulazione, con il miglioramento della circolazione e dello stato della cute; l’attività ricreativa ed il miglior raggiungimento dell’indipendenza funzionale.

   Per l’Autrice, i benefici della riabilitazione in acqua sono: mobilizzazione precoce facilitata; controllo del dolore e basso stress motorio; minor carico di lavoro endo-articolare; maggior precisione biomeccanica del lavoro; ridotto livello dell’attività lavorativa, per cui non c’è bisogno di grosso impegno muscolare; riduzione sensibile dei tempi di recupero; benefici psicofisici e facilitazioni muscolari dovute all’idromassaggio.

   L’Autrice ricorda, inoltre, che l’idroterapia ha scarso valore se considerata a sé stante. La sua collocazione, infatti, ha senso solo nell’ambito di un percorso chinesiologico in cui altre tappe fondamentali sono rappresentate dal massaggio e dal movimento razionale.

   È fondamentale ricordare che le fasi finali della riabilitazione in acqua vanno completate “a secco”, in palestra o sui campi.

   Anche se l’acqua ed i suoi benefici sono noti fin dal passato, solo in questi ultimi anni si sta cercando di creare una base scientifica e dei dati certi su cui fondare una tecnica che sta, sempre più, diventando importante e preziosa nel campo fisioterapico.

   L’acqua dovrebbe diventare una tappa obbligatoria della rieducazione, senza essere considerata come una piccola parentesi o usata quando, ormai, si è già messo in atto il processo di guarigione.

   L’importanza ed il nuovo ruolo dell’idroterapia stanno, proprio, in questo: il lavoro in acqua deve essere iniziato appena possibile, quando sia passato il processo infiammatorio acuto o appena tolto il gesso.

   Affinché, inoltre, l’idroterapia abbia effetti più marcati è necessaria un’approfondita conoscenza delle proprietà dell’acqua e dei suoi svariati usi, perché solo in questo modo l’intervento sarà mirato ad una perfetta sinergia di tutte le caratteristiche del mezzo terapeutico ed il chinesiterapista potrà coordinare al meglio l’idroterapia con le altre tecniche che ha a disposizione, per realizzare una guarigione rapida e completa.

   Fra i particolari aspetti della rieducazione chinesiologica, allora, vanno annoverati quelli riferibili ai lavori in acqua o fatti con specifiche tecniche manipolative, dove la massoterapia deve essere realizzata con manualità “pesate” per i singoli interventi ed indirizzate a ben definiti aspetti dell’apparato locomotore.

Premio Nazionale ANATRIPSIS – Le culture manipolative, le scienze motorie e le aree pertinenti fra storia, metodologie applicative ed aspetti professionali – Edizione 1997.

 

 

Nessun Commento

Inserisci un commento