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“Giochi senza frontiere”: PORTO’ L’EUROPA A CASA NOSTRA

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“Giochi senza frontiere”: L’EUROPA A CASA NOSTRA

 Ci fu un tempo, neanche lontanissimo, in cui una trasmissione teneva incollati dai 16 ai 19 milioni di spettatori in piena estate. E che quando fu interrotta per apparente consunzione, venne rimessa in palinsesto a furor di popolo (con tanto di classe action: anche se allora… non si chiamava cosi). Questa trasmissione si chiamava “Giochi senza frontiere” e, seppur in maniera molto colorita, fu un primo tentativo di creare un timido concetto di Europa Unita. I concorrenti erano chiamati a sostenere delle prove “sportive” a metà fra il sadismo e la fiera di paese: Ma evidentemente sapevano incrociare i gusti di un’utenza televisiva che si appassionava a quelle sfide così incruente, pittoresche e divertenti.

È giusto dire che la trasmissione nacque da un format della Rai che si chiamava “Campanile sera” e che a suo tempo aveva incontrato un successo enorme, facendo letteralmente… conoscere l’Italia agli italiani

“Giochi senza frontiere” se ne andò con la fine del secolo. Lasciando indubbiamente molta allegria. Se ne sono andati anche i leggendari arbitri Gennaro Olivieri e Guido Pancaldi. Ricordate? “Trois, deux, un…” e si scatenava l’inferno! Quanta (innocente) nostalgia!

È l’argomento di questa settimana della rubrica che curo su “Gente” in edicola da oggi (13 aprile n.d.r.) sulla storia della televisione italiana

#gentesettimanale #storiadellatelevisione

( Marino Bartoletti -Facebook 13 aprile 2024)
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