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JAN WAGNER: IL POETA TEDESCO TRA OGGETTI E ANIMALIDI

Jan Wagner è un poeta tedesco che si distingue per la sua adesione alla linea oggettivista della letteratura contemporanea. Nato nel 1971, Wagner è anche un traduttore di classici americani e inglesi, ed è noto soprattutto per le sue due antologie tradotte in italiano: “Variazioni sul barile dell’acqua piovana” (Einaudi, 2019) e “Autoritratto con sciame d’api” (Bompiani, 2022), entrambe curate da Federico Italiano. Considerato uno dei maggiori autori europei contemporanei, Wagner esplora un territorio poetico iridato, animato da koala, more di gelso, palline da tennis, recinzioni e tazze.

La sua poesia è descrittiva e ironica, spesso scritta in minuscolo, e si colloca in un terreno di mezzo tra le opere di Larkin e Auden. Un esempio è il suo “Saggio sulle zanzare”, che recita: “come se d’un tratto tutte le lettere / si fossero staccate dal giornale / e stessero come sciame nell’aria; // stanno come sciame nell’aria, / senza dare neanche una cattiva notizia, / muse precarie, scheletrici pegasi, // bisbigliano solo tra sé e sé; fatte / dell’ultimo filo di fumo, quando / la candela si spegne”.

Recentemente, Wagner ha ricevuto l’attenzione critica per la sua capacità di produrre una visione “umile” della realtà circostante, arricchendola con rivelazioni ed epifanie. Come egli stesso dichiara: “Mi piace guardare le cose fino a quando una nuova prospettiva diventa visibile. E credo che tra le bellezze della letteratura questa sia una delle più grandi: se una poesia ha successo, può cambiare il lettore (e il punto di vista dello scrittore) su un determinato oggetto, una parola, un tema e sé stesso per sempre, rendendo il mondo più ricco, possibilmente anche producendo un effetto calmante”.

I testi di Wagner sono popolati da oggetti e animali, e si percepisce una sorta di passione per il non umano. Tuttavia, come sottolinea lo stesso autore, le sue poesie non escludono gli esseri umani, ma spesso prendono come punto di partenza piante, animali e oggetti inanimati. Questa attenzione al non umano può portare a visioni sorprendenti del tutto, incluso degli aspetti delle passioni umane.

Nel parlare delle sue influenze, Wagner menziona l’importanza di poeti come Dylan Thomas, W.H. Auden, Wallace Stevens, Elizabeth Bishop, Ted Hughes e Seamus Heaney. Tuttavia, è impossibile non riconoscere l’impatto di Hans Magnus Enzensberger, scomparso nel novembre 2022, sulla sua poesia. Wagner ammira Enzensberger come poeta, pensatore critico e innovatore, e ammette di aver imparato molto da lui, sia come scrittore che come traduttore. ( R.P.)

Nella traduzione italiana per Einaudi, di Federico Italiano, del libro di poesie  VARIAZIONI SUL BARILE DELL’ACQUA PIOVANA , presentiamo alcuni testi:

saggio sulle zanzare

come se d’un tratto tutte le lettere
si fossero staccate dal giornale
e stessero come sciame nell’aria;

stanno come sciame nell’aria,
senza dare neanche una cattiva notizia,
muse precarie, scheletrici pegasi,

bisbigliano solo tra sé e sé; fatte
dell’ultimo filo di fumo, quando
la candela si spegne,

cosí leggere che non si potrebbe dire che siano,
paiono quasi delle ombre,
proiettate da un altro mondo nel nostro;

ballano, piú sottili
di un disegno a matita
gli arti; minuscoli corpi di sfinge;

la stele di rosetta, senza stele.

koala

ma quanto sonno in un albero solo,

quante sfere pelose nel groviglio

dei rami, una bohème

dell’inerzia, che sulle cime si tiene e tiene

e si tiene con un paio di grappette

come artigli, pionieri mai celebrati

della scalata sulle flautanti terrazze

della foresta pluviale, stoici arruffati,

pulciosi budda, piú tenaci dei veleni

nel fogliame, con le loro ovattate

orecchie a respingere seduzioni

nel margine del mondo: niente water-

loo per loro, nessuna andata a canossa.

guardali, imprimiteli bene in testa,

prima che sia troppo tardi – quel viso

sereno di un taccagno o di un ciclista

prima della vittoria di tappa, il loro grigio

stanco, discosto dal suolo ma al tatto

prossimo –, prima che si stirino e con uno sbadiglio

sprofondino in un sogno d’eucalipto.

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