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IL LIMITE E’ ADESSO! MONITO DA GUBBIO : pensiamo ai nipoti dei nostri nipoti…

Editoriale  / 141

IL LIMITE E’ ADESSO! MONITO DA GUBBIO  : pensiamo ai nipoti dei nostri nipoti…

di Pierluigi Palmieri

 

 A una settimana dalla presentazione del libro “IL LIMITE” vera e propria pietra miliare della comunicazione per la nostra giovane Testata,   corre l’obbligo di relazionare i nostri selezionati lettori sull’andamento del dibattito svoltosi a Gubbio nella Sala Ex Refettorio della Biblioteca Sperelliana, non senza sottolineare che Raniero Regni  ha già aggiunto un’altra  gemma alla serie di articoli della sua rubrica (V. Clima e ambiente secondo Luca Mercalli in in questo numero della Rivista.Doverosa premessa:  Gubbio con i suoi  quattro Comitati, variamente denominati ma nati con l’unico scopo di promuovere il rispetto della Natura, costituisce un esempio raro di partecipazione popolare su tematiche delicate come clima e salute pubblica.Raniero Regni ne ha colto a pieno la valenza e nel vasto mare di problematiche   ambientali che affliggono il territorio in cui vive, ha intinto ogni settimana la sua  “penna” per dare voce e corpo intellettuale a un impegno che vuole denunciare il superamento del “limite”  di tolleranza da parte di chi ha trasformato l’industria in una discarica di rifiuti da incenerire nel nome del “dio denaro”. Il Limite è il nome della rubrica curata da Regni sulla Rivista di Centralmente e Il Limite è il titolo del libro che raccoglie in oltre 270 pagine, suddivise in sei parti, i suoi articoli, che definirei brevi saggi. Profonde riflessioni e concrete sollecitazioni vengono arricchite da molteplici e  puntuali riferimenti ad autori di indiscutibile spessore.  La trasformazione in “cartaceo” della sua fatica intellettuale, costituisce un motivo di soddisfazione per noi di Centralmente.com. Per dare spazio all’approfondimento, alla critica e alla propositività, che, prima dell’avvento di internet, venivano garantite da libri, riviste e quotidiani stampati su carta, ci siamo incuneati nel problematico mondo della comunicazione on line , dove  superficialità e volubilità   prevalgono di norma su riflessione e coerenza. Ovviamente non ci siamo mai illusi di poter sradicare dalle menti dei giovani, e dei meno giovani, la dipendenza dai social e delle derive pubblicitarie che li “influenzano”. Abbiamo però evitato di sottometterci al “sistema” di inserire, tra una rubrica e l’altra e tra un periodo e l’altro di ogni articolo pubblicato, spot pubblicitari che inquinano, oltre alle solite banalità e inevitabili fake news, anche i rari articoli a sfondo culturale delle testate più prestigiose, costrette da chi le finanzia a lanciarsi nel mondo dei “.it”. “.eu” e  “.com”. A questo mondo abbiamo voluto opporre, passatemi il termine giuridico, una “riconvenzionale”, o se volete la tecnica, altre volte citata, del Ju-jutsu, usando la sua stessa forza, con l’intento di trasferire successivamente i nostri pensieri in testi su carta. E, come è noto a tutti, la carta…”canta”. Sembrava una utopia, invece con Il Limite è già accaduto.

La sala dell’Ex Refettorio gremita di persone attente e competenti ha fatto da cornice ai discorsi dell’antropologo Piergiorgio Giacchè, dell’economista Francesco della Porta e dello stesso autore del libro. L’occasione ha fatto emergere la nitidezza delle idee espresse da Regni nei suoi brevi saggi, che nel libro non sono inseriti nel rispetto della originaria cronologia, ma in una coerente successione di tematiche che hanno come premessa quella relativa ad “ambiente e educazione”, che è anche il denominatore comune dei contenuti delle sei parti che la seguono.

Nel mio intervento, avendo avuto il privilegio da Direttore della Rivista, di leggere settimanalmente in anteprima i pezzi di Raniero Regni,  mi sono permesso di suggerire ai presenti una modalità di lettura “lenta”, a piccole dosi, paragrafo per paragrafo, e una volta arrivati in fondo tenere sempre il testo a portata di mano, per poter scegliere un paragrafo da rileggere in una qualsiasi delle parti. 

Avrà modo di approfondire i riferimenti significativi al pensiero di autori che vanno (in rigoroso ordine alfabetico) da Barricco a Borges, da Cardini e Nencini a Dupuy, da Galimberti a Illich, da Jonas a Lash da Lathouche a Lovelock, da Mancuso a Papa Francesco e agli altri circa trenta che  inseriti in bibliografia. Ma il lettore scoprirà che il testo di Regni è arricchito da un centinaio di  altri richiami al pensiero di grandi del passato lontano ( Omero, Socrate, Platone, Aristotele), e più  o meno recente (Hegel, Heidegger, Simmel e i “suoi” Montessori e Camus). Insomma Regni si imposto un “limite” anche nel redigere la sua bibliografia. Mi preme allora riportare un breve stralcio dalle  citazioni di due personaggi meno noti che rafforzano, se pure ce ne fosse bisogno, lo spessore delle argomentazioni dell’autore, ovviamente in linea con lo spirito della nostra testata giornalistica. La prima è del pubblicitario Frederic Beigheer, emblematica dell’invecchiamento programmato degli oggetti della produzione di massa: “ Farvi sbavare è la62 commenti in moderazione mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma”.

L’altra citazione, con cui concludo questo editoriale, ci dà la conferma che gli articoli di Regni hanno una valenza permanente (è stato pubblicato il 30 gennaio 2022 e fa riferimento alla Giorno della memoria, celebrato anche ieri 27 gennaio 2024). E’ tratta dalla lettera che il preside di un liceo americano, sopravvissuto ad un campo di concentramento, indirizzava aiprofessori ogni inizio di anno scolastico: “…camere a gas costruite da ingegneri  istruiti, bambini uccisi da medici ben formati, lattanti uccisi da infermiere provette; donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiori e università…” e si conclude così: “La lettura, la scrittura , l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani”.

Allora facciamo una lettura  a passo lento e corto come si usa per salire in montagna. de IL Limite – QUESTO IMPEGNO CI RIGUARDA. La salita raffigurata nella locandina firmata dalle associazioni eugubine, metafora delle difficoltà  da affrontare per non lasciare una terra bruciata “ai nipoti dei nostri nipoti”. 

 

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