Valore & Valori     / 140

C.V.D.

di Mario Travaglini

        Voglio tranquillizzare i lettori: giuro che questa sarà  l’ultima volta che mi  occuperò della signora Lagarde. Non ne vale la pena. E’ noto, tuttavia,  che su queste colonne, ed a più riprese, abbiamo assunto posizioni estreme ed intransigenti nei confronti della BCE per via della politica monetaria utilizzata per contrastare l’inflazione. L’abbiamo sempre considerata inappropriata se non addirittura nefasta per l’economia del nostro continente, stigmatizzando spesso le decisioni della signora Lagarde perché non all’altezza del delicato compito che era chiamata a volgere, specie dopo gli anni gestiti da un mostro sacro  come Mario Draghi. Rileggere in particolare gli articoli pubblicati sui numeri 93, 107 e 132 della nostra Rivista può aiutare a capire ciò che accade oggi. Per chi ha seguito anche in maniera marginale le vicende legate all’inflazione e al rialzo dei tassi ascoltando oggi le dichiarazioni di  Madame Lagarde non può che sbellicarsi dalle risate ed arrivare alla conclusione amara racchiusa nell’acronimo del titolo: “come volevasi dimostrare”. Costei ha avuto l’impudenza di affermare che se oggi l’inflazione è scesa è tutto merito suo e che il rialzo dei tassi  è stata la chiave di volta che ha permesso di ottenere questo significativo risultato. L’auto magnificazione a certi livelli  è prassi abituale, ma cambiare le carte in tavola e mentire spudoratamente e ripetutamente richiederebbe la convocazione di una commissione psichiatrica che ne accerti il possesso di tutte le facoltà cognitive. Restando sul terreno squisitamente tecnico preliminarmente osservo che se fosse vero ciò che Ella afferma l’effetto sarebbe lo stesso per tutti i paesi dell’unione. In realtà, invece,  è accaduto il contrario. Infatti, se prendessimo in esame le tre principali economie europee ( Germania, Francia e Italia)  potremmo notare come tale effetto sia inesistente in quanto i prezzi di dicembre mostrano che le variazioni sono state assolutamente virtuose per l’Italia (+0,5%) e assolutamente avverse per Germania (+ 4,1%) e Francia (+ 3,8%).  Detto questo, passiamo al nocciolo della questione, ossia la causa dell’inflazione. Tema molto importante perché se non si stabilisce l’origine di una malattia non si è neppure nella condizione di curala adeguatamente. Detto con un’altra metafora:  un medico che cura tutte le infezioni con lo stesso antibiotico non è un bravo medico. E’ il caso del Direttore Generale della BCE che, pur avendo a disposizione tutti gli strumenti tecnici per capirne la causa, ha pensato di spegnerla con la tradizionale cura da cavallo del rialzo dei tassi, dimenticando che questa inflazione non  è la solita inflazione che origina da un eccesso di domanda bensì da una offerta legata all’aumento del costo delle materie prime e di quelle energetiche. Ma c’è di più. La decisione della BCE anziché spegnere il fuoco l’ha ulteriormente alimentato in quanto gli alti tassi hanno finito per appesantire i costi  sia delle imprese che delle famiglie finendo per divenire un ulteriore e potente acceleratore dell’inflazione. Le prime, alla voce interessi passivi,  hanno dovuto constatare che l’incidenza annua è aumentata del 70-75%, creando non poche difficoltà sia a quelle imprese che non avevano la possibilità di trasferire i maggiori costi sulla loro clientela e sia anche a quelle che pur potendolo fare sono state messe in seria difficoltà nella competizione globale. Le seconde, ovvero quelle famiglie che avevano mutui in corso e non propriamente benestanti, hanno dovuto subire una batosta non da poco e far fronte ad aumenti della rata che in molti casi sono andati ben oltre il 90% di quella concordata alla momento della sottoscrizione. Anche in questo ultimo caso gli effetti indotti non sono stati irrilevanti; infatti le famiglie dovendo spendere molto di più per la rata del mutuo sono state costrette a tagliare molti consumi,  non solo quelli ludici o facilmente rinviabili, come le spese di abbigliamento o dei mezzi di locomozione, ma anche quelli legati alla spesa alimentare  che non solo si è ridotta ma si è anche impoverita dal punto di vista della qualità dei cibi acquistati.

Chiarita l’origine dell’inflazione, occupiamoci ora del perché essa  scende. Contrariamente a quanto affermato dalla BCE e dal Direttore Generale Lagarde  l’inflazione scende  semplicemente perché stanno venendo meno le cause che l’avevano innescata, ossia perché dall’ultima parte del 2023 sono scesi i prezzi dell’energia (gas e  petrolio) e quelli industriali ad essi naturalmente collegati. Mi riesce assai difficile pensare che negli uffici della BCE, nei quali dovrebbe lavorare il fior fiore degli economisti europei, non sia stato valutato bene il fatto che i provvedimenti adottati avrebbero colpito non già una economia euforica e in salute che, proprio per questo, andava frenata e calmata, ma una economia già debole e poco resiliente a causa dei postumi del Covid. Tuttavia, la cosa che mi ha colpito di più è stata la quasi totale assenza di critiche tecniche che né  i media né gli organismi di categoria né i liberi pensatori economici (ma esistono davvero?) hanno osato avanzare durante questo lunghissimo periodo. Tutti appiattiti sul verbo incontrastato della BCE. Solo ora, dopo che i buoi sono scappati dalla stalla,  si nota qualche timido segnale di dissenso, come quello espresso dall’attuale Governatore della Banca d’Italia. Fabio Panetta che, infatti,  nel corso del suo intervento presso l’ABI (Associazione Bancaria Italiana) ha avuto il coraggio di affermare :”….. Siamo in una fase di rallentamento ciclico …….Il motivo principale del rallentamento dell’economia europea e italiana è la restrizione monetaria……”.

Essendo portato  ad analizzare i fatti non amo avventurarmi in analisi dietrologiche che, al contrario li suppongono. Una sintesi tuttavia si impone. Delle due l’una, scegliete voi: questa cantonata del rialzo dei tassi ad oltranza è stata decisa dolosamente oppure è stata attuata per incompetenza. In ambedue i casi e per la seconda settimana di fila  mi tocca ricorrere ancora una volta al buon Ragionier Fantozzi………

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