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ESERCIZIO FISICO ED OSTEOPOROSI (SECONDA PARTE)

Benessere / 138

Esercizio fisico ed osteoporosi  (seconda parte)

di Giuseppe Mazzocco

   La proposta di un protocollo di esercizi per la prevenzione dell’osteoporosi è la logica chiusura di tutto il lavoro: una conclusione quasi scontata, a cui si arriva per “inerzia”. Percorrendo il tracciato sul quale si è “snodata” tutta l’essenza tematica, con i precisi riferimenti e le testimoniate correlazioni del trattato, sembrano ovvie le indicazioni e le conclusioni, scoprendo, così, tutta la forza di questo lavoro che è stato presentato così bene che le difficoltà dell’argomento sono apparse non di difficile approccio.

   Negli studi citati, l’Autrice riporta una vera e propria “antologia organizzata” delle conclusioni delle ricerche (che, a volte, tra loro appaiono contraddittorie, ma non lo sono) che hanno messo in relazione attività fisica e massa ossea, per rispondere all’interrogativo che pone lo stress meccanico diretto come unico elemento osteogenetico o in “concorrenza” con altri di tipo sistemico. Sempre al riguardo dell’attività fisica, il lavoro dedica un paragrafo all’intensità ed alla regolarità dell’esercizio (in relazione, anche, all’età dei praticanti).

   Il concetto, che si trova alla base della proposta rieducativa (riportata nel lavoro in esame), è quello di creare una stimolazione meccanica, di tipo dinamico, sufficiente perché, sull’osso, si possa avere un risultato osteoblastico (l’Autrice ricorda che si tratta di sfruttare l’effetto piezoelettrico dei cristalli di calcio, che sottoposti a tensione meccanica alternata, generano variazioni delle cariche elettriche all’interno del tessuto osseo, con una stimolazione positiva del metabolismo cellulare, per ritardare la perdita minerale ossea).

   La proposta di un protocollo di esercizi (moltissimi riportati nell’atlante iconografico), da eseguire con continuità, per la prevenzione dell’osteoporosi, parte da raccomandazioni generali per i piani di lavoro, che vanno realizzati per creare la indispensabile stimolazione meccanica, per ottenere l’effetto osteoblastico.

   Dal punto di vista posturale si raccomanda di prevenire l’insorgenza della ipercifosi dorsale, con esercizi specifici per il dorso e con la basi analitiche e decompensato della ginnastica segmentaria.

   Molto chiare appaiono le “raccomandazioni” del come e del quando fare movimento, delle necessità posturali (l’ipercifosi dorsale viene classificata come “nemico assoluto”), delle preziosità delle pause e delle ripetizioni gestuali e del grosso peso che il massaggio e lo stretching hanno sia sulla prevenzione che sulla terapia dell’osteoporosi.

   Per il massaggio, in modo particolare, si riportano gli effetti fisiologici e le condizioni per cui un qualsiasi trattamento manipolativo non dovrà mai risvegliare o scatenare sensazioni algiche, realizzando, perentoriamente, effetti di iperemia, di drenaggio linfatico e di diminuzione della eccitabilità delle terminazioni nervose, con azioni mio-decontratturanti. Per lo stretching, l’Autrice ricorda come l’allungamento del muscolo lo si ottiene con distensioni lente, fatte con grossa precisione e mantenute per, almeno, 30”, con un tempo di esecuzione lentissimo, controllato ed uniforme. Il numero delle ripetizioni è da personalizzare. La respirazione deve essere regolare e tranquilla.

   Attività motoria (rinforzo della struttura muscolare e stimolazione per la formazione di un nuovo tessuto osseo), stretching (rilassamento con allungamento muscolare) e massaggio (risveglio della “muscolarità”) sono i componenti della proposta di lavoro che l’Autrice, molto chiaramente, indica.

   Nelle note di conclusione si precisa, inoltre, che la prevenzione non può essere considerata inibizione dell’insorgenza della “malattia”, ma deve essere intesa come controllo dell’evoluzione della stessa, quasi un’autogestione (da parte dei soggetti interessati) dei fattori protettivi della “calamità” osteoporotica. Fra questi, abbinati al movimento ed al massaggio (in assoluto gli “ingredienti” essenziali della “dieta di mantenimento” del soggetto predisposto o affetto da osteoporosi), vengono ricordati un’intelligente esposizione al sole, l’alimentazione controllata, un indice ponderale equilibrato ed i presidi di terapia farmacologica.

   Questo lavoro “illumina” il pianeta osteoporosi con proposte ben ponderate di metodologie chinesiologiche e manipolative.

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