Chinesiologia specifica per piede piatto infantile (Prima parte)

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Chinesiologia specifica per piede piatto infantile (Prima parte)

di Giuseppe Mazzoco

Il “piatto forte” della proposta chinesiologica, che l’Autore dettagliatamente descrive, è il trattamento preventivo e rieducativo di situazioni di piede piatto-valgo infantile.

L’aspetto concettuale, chiaramente espresso, viene presentato attraverso molte e chiarissime immagini. Concetti che “scorrono” su testimonianze iconografiche precise, per una proposta univoca di movimenti attivi, di azioni manipolative, di stimoli di sbloccaggio articolare, di tecniche riflesse, dell’uso di ortesi personalizzate e di tutori tecno-ortopedici. Chiare immagini, suffragate da precise indicazioni in senso chinesiologico, che conferiscono alla trattazione la caratteristica dell’immediatezza espressiva.

L’Autore preferisce far vedere quello che propone, quasi anteponendo l’immagine alla parola. Un testo scritto con antropomorfemi, piuttosto che con fonemi! La figura “parla” prima e più forte della parola.

Altro aspetto del lavoro è dato dal “messaggio della prevenzione”, ovvero dalle indicazioni che possono essere messe in atto per evitare che si stabilizzino situazioni di squilibrio, che possono “affliggere” il complesso piede.

La trattazione riporta, inoltre, le possibilità strumentali d’osservazione di un piede e quelle metodiche che aiutano a “capirlo”, clinicamente, ed a registrarne la reale espressione statica (appoggio) e dinamica (rullata). Podogramma, radiogramma, plantogramma, carta podografica, baropodogramma sono tra le possibilità d’indagine che l’Autore enuncia e presenta, spiegandone le possibilità applicative, i modi d’uso, le convenienze d’impiego e le rispettive “letture”.

Il lavoro, dopo l’usuale premessa ed i capitoli dedicati all’osteo-mio-funzionalità del segmento piede, riporta le modificazioni fisiologiche che si registrano nel comportamento cinematico deambulatorio: durante le fasi d’appoggio, di rullata e di spinta. Seguono le descrizioni delle forme più comuni di paradismorfismi del piede, con delle vere schede tecniche chinesiologiche, sia per il piede piatto che per quello cavo.

L’Autore, a questo punto, indirizza decisamente il proprio interesse verso l’essenza tematica del proprio lavoro: il piattismo infantile. Questa “situazione” viene “decodificata” attraverso i diversi punti di vista dei vari studiosi, riportando un elenco “puntiglioso” di tutte le classificazioni che “vanno per la maggiore”, partendo da quella che li divide in piede piatto funzionale, contratto e rigido.

In generale, il piede piatto (caratterizzato dai fattori fondamentali di pronazione del complesso astragalico-calcaneare, dall’equinismo del retropiede e dalla supinazione-abduzione dell’avampiede) si può instaurare in presenza di due condizioni: valgismo del retropiede e l’iperlassità dei legamenti della fascia plantare, con un secondario ipotono muscolare.

L’Autore restringe, ulteriormente, il campo dell’indagine sul piede piatto lasso, definendone le caratteristiche biomeccaniche, il quadro clinico e le possibilità di trattamento. L’intervento è visto come un’azione coordinata fra le varie specializzazioni che si “preoccupano” di questo particolare aspetto paradismorfico dell’apparato locomotore: la chinesiologia (preventiva, correttiva e rieducativa), il massaggio (meccanico e riflesso), l’ortesiologia e la scienza dei tutori. Dedica, inoltre, una parte del capitolo all’influenza del piede piatto infantile sull’attività motoria.

A questo punto, il lavoro riporta il “diario” di un percorso terapeutico, realizzato per un soggetto di dodici (12) anni, affetto da grave forma di piede piatto valgo bilaterale, più accentuato a sinistra, per cui era stato previsto, da un presidio ospedaliero, un intervento di correzione chirurgica, con allungamento del tendine d’Achille (dx e sx), un’andoresi retrograda più Jung (dx) e un’osteotomia in minus del cuboide (sx). Il soggetto è stato esaminato chinesiologicamente dall’Autore, prima dell’intervento, con degli esami podografici (statici e dinamici) e trattato, a fini preoperatori, con un intervento fisioterapico.

L’Autore propone, nella fase post-operatoria, per un’ottimale ripresa funzionale, un percorso riabilitativo di chinesiologia (esercizi quotidiani di stimolazione, di sbloccaggio e di rafforzamento mio-tendineo), di manipolazioni passive, di trattamenti riflessogeni e di massaggio terapeutico.

(Continua con l’ultima parte).