HomeLa RivistaASSET ALLOCATION PER INVESTITORI CORAGGIOSI

ASSET ALLOCATION PER INVESTITORI CORAGGIOSI

Valore & Valori / 124

ASSET ALLOCATION PER INVESTITORI CORAGGIOSI

                                                                                                                di Mario Travaglini

   Prima o poi anche Madame Lagarde capirà che i rialzi dei tassi non aiutano a raddrizzare le economie d’Europa né ad arrestare il processo inflattivo. Ecco perché occorre portarsi avanti con il lavoro pensando che con l’avvicinarsi della fine dei rialzi dei tassi potrebbero nascere  opportunità storiche per gli investitori. Partendo da questo presupposto cercherò di argomentare come costruire un asset allocation, ovvero attivare un  processo virtuoso con il quale decidere in che modo distribuire le risorse fra diversi  possibili investimenti . Dire che si è trattato di un anno interessante per i mercati finanziari è senza alcun dubbio un eufemismo. Ma oggi a che punto siamo mentre ci avviciniamo alla fine del 2023? Ritengo che ci troviamo al culmine di un’importante transizione, in cui gli investitori a lungo termine possono trovare interessanti opportunità di reddito in quanto le banche centrali stanno per passare da una politica monetaria restrittiva a una molto più accomodante.

L’anno scorso per molti investitori è stato sconvolgente: per la prima volta in  45 anni, nel corso di un anno solare, sia le azioni che le obbligazioni hanno registrato rendimenti negativi. Per contrastare l’inflazione elevata, la Federal Reserve (Fed)  e altre banche centrali hanno aumentato i tassi d’interesse in modo aggressivo. Ancor più aggressiva è stata Madame Lagarde che, senza guardare a quello che le accadeva intorno, ne ha infilati 10 di seguito, portando i tassi europei al loro massimo storico. Questi rialzi hanno penalizzato i risultati assoluti in tutti i settori. Il consueto ruolo di diversificazione dalla volatilità dei mercati azionari svolto dalle obbligazioni di alta qualità, su cui gli investitori fanno affidamento, è venuto meno. Le turbolenze dei mercati nel 2022 e la prospettiva di rendimenti relativamente elevati nei mercati monetari hanno spinto gli investitori a riversarsi su alternative liquide. Secondo l’Investment Company Institute, i fondi del mercato monetario hanno raggiunto il massimo storico di 5.600 miliardi di dollari al 6 settembre. Gli investimenti in liquidità appaiono ancora oggi interessanti per molti investitori, ma la Fed sembra essere vicina a un punto di svolta. La storia ci insegna che questo potrebbe essere il momento giusto per ritornare a investire in azioni e obbligazioni. La domanda dalle mille pistole è la seguente: la Fed aumenterà ancora i tassi d’interesse o li stabilizzerà per poi farli scendere?  Ovviamente nessuno lo sa.  Tuttavia, sia i mercati che la stessa Fed prevedono che il suo tasso di riferimento raggiungerà un picco vicino ai livelli attuali per poi diminuire di circa 100 punti base entro la fine del 2024. Se questo è lo scenario più probabile e che, quindi,  la Fed sia giunta al termine dei rialzi, cosa ci racconta la storia? Un’analisi della fine degli ultimi quattro cicli di rialzi mostra che i rendimenti degli investimenti in liquidità sono diminuiti, mentre le azioni e le obbligazioni hanno registrato ottimi risultati. Chi oggi investe in fondi del mercato monetario può ritenersi soddisfatto di un rendimento di circa il 5%, basato sul Treasury statunitense a tre mesi di riferimento, soprattutto dopo un lungo periodo di politica sperimentale dei tassi d’interesse a zero nel periodo successivo alla crisi finanziaria globale. E’ importante tener presente, tuttavia, che il vantaggio di mantenere gli investimenti in liquidità puntando sui rendimenti attuali risulta  eroso, se non addirittura annullato, dall’inflazione. È qui che entra in gioco la matematica. La storia mostra che nei 18 mesi successivi alla fine dei rialzi della Fed negli ultimi quattro cicli, i rendimenti degli investimenti in liquidità sono tradizionalmente diminuiti bruscamente. Il rendimento del Treasury statunitense a tre mesi, un titolo di riferimento con un rendimento simile a quello degli investimenti liquidi, è sceso in media del 2,5%. Se leggo bene la storia e il fenomeno dovesse ripetersi, i rendimenti dei fondi del mercato monetario diminuirebbero e gli investitori sarebbero più avvantaggiati se investissero attivamente in azioni e obbligazioni. Arriviamo al dunque: dove investire oggi? Se esaminiamo gli ultimi quattro cicli dopo l’ultimo rialzo della Fed notiamo che i rendimenti delle azioni e delle obbligazioni sono stati elevati nell’anno successivo. Aspetto importante, per gli investitori a lungo termine, è che questi settori hanno mantenuto una relativa solidità su un periodo di cinque anni. La stessa esposizione ai tassi d’interesse che ha penalizzato le obbligazioni nel 2022, le avvantaggerebbe se i tassi iniziassero a scendere. Ecco un esempio ipotetico di cosa potrebbe accadere: se  i rendimenti dovessero diminuire di quasi 100 punti base nel 2024, gli investitori potrebbero registrare un rialzo del 6,25% in termini di rendimento, a parità delle altre condizioni. Se si sommassero le due componenti, di reddito e di rendimento, si avrebbe un ipotetico rendimento a un anno che potrebbe raggiungere la doppia cifra, a condizione che il credito non si deteriori in modo significativo.

In questo stesso scenario, i rendimenti dei fondi del mercato monetario calerebbero al di sotto del 5%, ovvero al di sotto della soglia di convenienza.

Nel caso delle azioni, la fine della politica restrittiva della Fed determinerà una riduzione sensibile del rischio per il sistema finanziario che, riducendo e stabilizzando i costi di finanziamento per le imprese e i consumatori,  daranno una spinta all’economia e agli utili aziendali. In questo contesto, storicamente, gli investitori azionari ne hanno beneficiato.

In questo momento, una strategia bilanciata potrebbe essere interessante anche per gli investitori più cauti. Un portafoglio bilanciato tende a detenere posizioni più difensive in azioni che pagano dividendi e obbligazioni di alta qualità. E se l’economia dovesse rallentare o entrare in recessione, potrebbe offrire una certa resilienza.  E’ noto che le perdite del passato pesano a lungo, specie sotto il profilo psicologico e con  i tassi apparentemente attraenti dei mercati monetari di oggi si tende a rimanere immobili .  Ma come investitori sappiamo che i mercati non rimangono fermi a lungo. Gli investitori potrebbero rimanere bloccati nella liquidità qualora aspettassero troppo a rientrare nel mercato, nel momento in cui emergono potenziali opportunità più interessanti. Ci vuole coraggio per agire. Chi ne possiede è il momento di usarlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Articolo precedente
Articolo successivo
Nessun Commento

Inserisci un commento