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Chinesiologia riabilitativa in acqua per soggetti portatori di handicap psico-fisico (Prima parte)

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Chinesiologia riabilitativa in acqua per soggetti portatori di handicap psico-fisico (Prima parte)

di Giuseppe Mazzocco

    Il lavoro in esame, di chiaro interesse riabilitativo, realizza, per il mondo del massaggio, quel prezioso momento di informazione tecnica e di crescita culturale che il premio nazionale Anatripsis ha voluto “accendere”.

   L’Autrice riporta i “segreti” di un difficile percorso riabilitativo, illustrandone i riferimenti ed enunciando le ragioni scientifiche degli interventi.

   L’area del massaggio, così, “sentendo le ragioni” della chinesiologia, può preordinare la propria azione, organizzare una collaborazione in maniera mirata ed entrare nel pool delle professioni che realizzano percorsi rieducativi.

   Il lavoro riporta un’esperienza di un protocollo riabilitativo, realizzato in piscina, per soggetti portatori di handicap psico-fisici. Nella premessa si precisa che, in genere, sono scarse le reali opportunità che vengono offerte ai bambini handicappati di giocare e si afferma che le attività di gruppo in piscina diventano, innegabilmente, un mezzo gioioso per sviluppare e per valorizzare sia la fantasia che la motricità.

Le peculiarità del mondo acquatico sono il galleggiamento, inteso come momento di semi lievitazione, e la fluidità di qualunque gesto, percepita come impossibilità di gestualità brusca o spigolosa. A queste due caratteristiche si abbina quella che, per l’Autrice, è la “dimensione tattile” ovvero la singolarità che l’“abbraccio” dell’acqua crea, offrendo un “morbido” contatto corporeo.

   In educazione psicomotoria, si precisa nel lavoro, è molto importante lo sviluppo della sensibilità tattile, perché ricopre il ruolo fondamentale di primordiale linguaggio (ricordo della fluidità del grembo materno). L’esperienza dell’acquaticità è, inoltre, particolarmente indicata (come idro-terapia) perché offre agli scompensi dell’handicap la presa di coscienza del rilasciamento, la facilitazione della motilità in assenza di peso, il controllo della respirazione, lo sviluppo della coordinazione neuro muscolare, l’educazione del senso del ritmo e di tutte le funzioni tipiche del mondo infantile.

   L’Autrice, dopo un’attenta disamina del concetto di acqua come “attrazione-paura” e “piacere-dolore” (con precisi riferimenti a culture preistoriche e storiche, di senso religioso e sociale), affronta la complessità del concetto di “linguaggio motorio acquatico” e della possibilità di svilupparlo per arricchire tutti gli altri linguaggi: il sensoriale, l’emotivo, il cognitivo, il logico, il creativo, il fantastico ed il verbale. Nel completare il concetto di educazione psicomotoria chiarisce come lo sviluppo sia interazione tra maturazione e conoscenza, enunciando tutte le fasi del processo di apprendimento.

   Il lavoro riporta, per completezza di riferimenti, delle note sui principi di idrodinamica e di idrostatica, di massa, di peso specifico, di densità, di viscosità, di tensione superficiale, di rifrazione, di resistenza del mezzo (natura del fluido, principio della portanza, principio della turbolenza), della legge di Archimede, della galleggiabilità, della pressione idrostatica e dell’equilibrio in acqua. Niente è dato per scontato! L’Autrice ha ottimamente supportato le cognizioni specifiche che “spiegano” perché il mezzo acqueo ha, veramente, delle possibilità in più, che l’educazione a secco non possiede.

   Naturalmente, non mancano i concetti di fondo della termo-produzione e della termo-dispersione, con l’analisi degli effetti della temperatura dell’acqua sul tono muscolare. Tutto questo per i primi due capitoli, per introdurre, scientificamente e con molta precisione, l’area dell’handicap.

   Il lavoro in oggetto offre grossi “spunti” all’area del massaggio, perché la stessa si sintonizzi sul concetto di “dimensione tattile” e di “contatto corporeo”, per realizzare, con le caratteristiche proprie delle tecniche manipolative, dei nuovi stimoli sensitivi che possano aiutare il portatore di handicap psicofisico ad aumentare la propria autonomia gestuale.

   Chinesiologia e massaggio, assieme, per dare di più in termini di riabilitazione, con la preziosa “partecipazione” dell’acqua, come “giocattolo” per acquisire nuove esperienze. Un lavoro che si distingue per la qualità del messaggio educativo e per le precise indicazioni tecniche e didattiche.

   (Continua con la seconda parte).

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