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La tradizionale e suggestiva processione legata alla transumanza.

I POST della Settimana / 122

La tradizionale e suggestiva processione legata alla transumanza

 Una serie di ricordi affollano la mia mente e mi riportano, indietro negli anni, al periodo più bello della mia vita e dei miei coetanei, con i quali ho condiviso gioie, dolori, delusioni e conquiste.

Alcuni di essi sono passati da tempo a migliori vita ed altri in questi ultimi anni. All’inizio di settembre, inevitabilmente, i nostri discorsi vertevano sui problemi scolastici. Qualcuno stava ultimando la preparazione per sostenere gli esami di riparazione. Quelli che avevano superato l’anno scolastico senza colpo ferire cominciavano a pensare al nuovo anno, al primo incontro con i nuovi professori, alla prosecuzione e consolidamento delle vecchie amicizie con i compagni di studio e alla socializzazione con gli altri ragazzi che avremmo trovato in classe, in quanto ripetenti.

I primi giorni del mese di settembre non erano caratterizzati soltanto dagli interessi scolastici. Da noi iniziava il preludio dell’autunno. Spesso, dopo qualche pioggia giornaliera o notturna, la mattina nell’aprire le imposte delle finestre potevamo ammirare un sole brillante e un cielo perfettamente terso. Percepivo la freschezza dell’aria e, a volte, avevo la sensazione di poterla toccare con mano. Lo spettacolo, però, non finiva qui. Allungando lo sguardo all’orizzonte vedevo brillare, cariche di rugiada, le vette della Maiella e del Sirente. La sottostante Valle del Tirino sembrava un vero e proprio lago naturale, riempita totalmente da una candida nebbia che, a volte, spumeggiava spinta dalle sottostanti correnti ascensionali. Anche la più distante Valle Peligna aveva subito la stessa invasione. Era uno spettacolo indescrivibile. I paesaggi che il giorno prima appagavano il mio sguardo erano completamente scomparsi. Il pensiero correva ai compagni di scuola delle due vallate che, infreddoliti, iniziavano la nuova giornata nelle rispettive residenze e che avrebbero dovuto aspettare diverse ore prima che la nebbia potesse sollevarsi per scavalcare le montagne nei punti più bassi, come Forca di Penne, per poi rarefarsi al sole più caldo della costa.

Dalle finestre della camera si udiva il belare, quasi continuo, delle greggi che da Campo Imperatore si dirigevano verso la Valle del Tirino per immettersi sul Regio Tratturo, una vera e propria autostrada degli ovini, per iniziare il lungo viaggio della transumanza verso la Daunia e il Tavoliere delle Puglie. Tutti i pastori, tassativamente, conducevano il gregge attraverso la Piazza principale del paese per mettere in mostra, con orgoglio, la perfetta efficienza e bellezza del proprio patrimonio ovino. Quasi tutti sostavano i primi giorni nelle immediate vicinanze dell’abitato per respirare le ultime boccate di quell’ossigeno che, nel corso dell’inverso pugliese, avrebbero voluto respirare nelle giornate piovose e uggiose del Tavoliere.

Arriviamo così alla giornata più importante: l’otto settembre. Non si tratta di una giornata storica per i “castellani”, ma del giorno più importante dedicato alla venerazione della Madonna dei Pastori. Una Madonna vestita di nero con il mantello ricamato con fili d’oro. Una Madonna che desta tanta tenerezza e nello stesso tempo incute anche rispetto. Una Madonna alla quale gli antichi armentari, appartenenti alla Confraternita dei Pastori, avevano voluto dedicare la Chiesa più esterna al paese, realizzata con il contributo di tutti gli allevatori. Una Confraternita esemplare, dotata di un indistruttibile Statuto che ha resistito a tutti gli attacchi ed ai continui tentativi di mistificazione della modernità. Un’Associazione che, non solo aveva costruito la Chiesa della Madonna; aveva anche costituito un patrimonio terriero nelle Puglie, i cui fitti avrebbero potuto assicurare la copertura delle spese ordinarie e straordinarie per la manutenzione del manufatto di Castel del Monte. Patrimonio dissolto nel nulla a seguito delle continue interferenze clericali.

La tradizionale processione dell’otto settembre, però, ha resistito e resiste alle evoluzioni di ammodernamento degli usi e dei costumi religiosi, grazie a quell’interiore rispetto, a quegli insegnamenti e a quei valori morali e religiosi che i nostri avi hanno saputo trasmettere alle generazioni del presente. A settembre quasi tutti i cittadini di Castel del Monte hanno ripreso le rispettive attività economiche e lavorative nelle città di residenza. Il paese è semideserto. Sono rimasti solamente gli “stanziali”. Ma, l’otto settembre, rappresenta una data magica. La mattina dell’otto si vede in giro pochissima gente, anche perché molti sono impegnati a preparare qualcosa per accogliere i parenti e gli amici che arriveranno. Nelle prime ore pomeridiane si cominciano a sentire dei fruscii per l’aria mossa dalle macchine sulle strade provenienti da Pescara e dall’Aquila. Non si sentono suoni e rumori strani, forse nel rispetto di quel silenzio fatato che circonda il paese. Quasi per incanto la piazza e i parcheggi circostanti si riempiono di macchine. I nuovi arrivati parlano sottovoce per non disturbare coloro che stanno schiacciando il pisolino pomeridiano. All’ora stabilita dal Parroco la piccola Chiesa di San Donato appare totalmente gremita. Sono molti quelli che restano fuori. Oggi la processione si effettua quasi di giorno, ma una volta l’inizio coincideva con l’imbrunire.

Il corteo percorreva le più importanti vie del centro storico. La pubblica illuminazione veniva spenta, ma anche se fosse rimasta accesa non avrebbe arrecato alcun disturbo, tanto era fioca la luce proveniente dalle lampade di basso voltaggio. I pastori facevano a gara per portare la statua della Madonna in processione, si alternavano spesso a causa della fatica sopportata nel percorrere le anguste vie del paese. Le porte e le finestre delle abitazioni venivano tutte aperte. La stanze e i vari ambienti interni alle abitazioni venivano illuminati a giorno. Sui davanzali delle finestre erano collocati dei lumini che illuminavano l’intero percorso. A causa della pavimentazione, costituita prevalentemente da un acciottolato di selci calcarei con diversi livelli, la statua della Madonna ogni tanto oscillava delicatamente. Sembrava che volesse inchinarsi adeguatamente per far penetrare più a fondo nelle case la propria benedizione per far conservare integra e intatta la casa e tutto ciò in essa contenuto. Dopo di che le porte e le finestre venivano chiuse per contenere la santa benedizione fino alle riapertura delle case, che avveniva a primavera inoltrata dell’anno successivo. Durante la processione non si udivano parole o commenti al di fuori delle preghiere. Il momento era veramente toccante e lo è ancora per chi, come me, ha vissuto quei momenti fin da bambino. Ricordo ancora il viso assorto dei pastori che seguivano composti la processione.

Uomini avvezzi a sopportare e a lottare contro le avversità naturali, ad affrontare immani fatiche e a percorrere, senza stancarsi, le vecchie vie della transumanza. Per l’occasione tutti si erano rasati e avevano indossato il vestito buono di panno. Avevano indossato anche la famosa “scolla”, quella che noi definiamo cravatta. Con il cappello pulito percorrevano le vie del centro, recando per mano i figli piccoli o i nipotini, ai quali avrebbero trasmesso gli insegnamenti che avevano ricevuto a loro volta dai rispettivi avi. È una processione toccante, che raggiunge le massime profondità del cuore e della mente, lasciando nell’uomo che assiste un senso di pace e di tranquillità. Oggi la statua non viene portata a spalla dai pastori, ma dagli eredi, quasi tutti professionisti ed operatori economici che recano e custodiscono gelosamente nel proprio intimo i valori degli insegnamenti ricevuti dai genitori, nonni, parenti e amici. Chi non ha mai assistito a questa processione, provi e tornerà a casa arricchito di una sana conoscenza di valori umani e religiosi. La funzione si svolgerà a Castel del Monte il giorno otto settembre, con inizio alle ore 18.30 presso la Chiesa di San Donato e, dopo il lungo percorso per le vie del centro storico, terminerà presso la Chiesa della Madonna dei Pastori verso le ore 20.30.

( Post di Fulgo Graziosi del  7 settembre 2017 riproposto su Facebook a settembre 2023)

 

 

 

 

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