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MESSAGGIO AI CRIPTO FANS

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MESSAGGIO AI CRIPTO FANS

di Mario Travaglini 

 I lettori che seguono questa rubrica sanno che non amo molto le cripto valute, siano esse Bitcoin, Stabelcoin, Litecoin o altro ancora, perché le ritengo essenzialmente strumenti speculativi. Ho affrontato una sola volta l’argomento su espressa richiesta del Direttore. Torno oggi sull’argomento perché la notizia di qualche settimana fa sembra essere oltremodo interessante sia per i fanatici e sia per coloro che intendono avvicinarsi a questa forma di investimento con qualche garanzia in più. Il 7 agosto, infatti, è stato reso ufficialmente noto che PayPal ha creato la propria cripto valuta, annunciandone il rilascio con la denominazione USD (PYUSD). A beneficio di chi conosce poco o punto PayPal sintetizzo qui di seguito la sua storia e la sua attività. Nel 1998, la società Confinity, all’avanguardia nello sviluppo di software di sicurezza per computer portabili, immise sul mercato un innovativo servizio per trasferire denaro online. Dopo aver attirato l’attenzione di Elon Musk, l’anno dopo si fuse per incorporazione con X.com, una società che forniva servizi bancari online di cui Musk era amministratore. Dopo varie vicende societarie e l’abbandono di Musk, il nuovo amministratore Peter Thiel, nel 2001, dopo aver modificato  la denominazione sociale da X.com in PayPal, diede una spinta notevole alla divulgazione dell’attività che dal 2002 si diffuse rapidamente in tutti i paesi del mondo  affermandosi soprattutto come mezzo per effettuare pagamenti online in combinazione con le carte di credito. Fino al 2015 è stata controllata da eBay, anno in cui fu dapprima scorporata da quest’ultima e poi quotata  al Nasdaq di Wall Street. Qualche dato può dare la dimensione di questo colosso del credito:

nel 2023 vanta oltre 350 milioni di clienti e un volume d’affari mondiale  di oltre 225 miliardi di Euro. Il funzionamento è abbastanza semplice  in quanto la sua attività consiste nell’effettuare transazioni senza condividere i dati della carta con il destinatario finale del pagamento: il sistema infatti non trasmette i dati sensibili delle carte collegate al conto. PayPal rimane dunque un intermediario finanziario in quanto è un fornitore di servizi di pagamento o trasferimento di denaro. Ma non finisce qui perché con il tempo ha aggiunto anche una protezione che garantisce tutti i clienti (acquirenti e venditori) che utilizzano il sistema, comprendendo nella tutela anche il caso in cui l’oggetto acquistato non venisse recapitato o fosse significativamente diverso dalla descrizione. Ora, poiché con il tempo le cripto valute sono diventate concorrenti diretti dei servizi forniti da PayPal per il fatto di essere utilizzate anche come un mezzo di pagamento internazionale, una società smart player di fronte a un servizio più avanzato rispetto al suo ha una sola vera soluzione: adottarlo.

 PayPal ha consentito dapprima ai suoi utenti di utilizzare Bitcoin, Ethereum e Litecoin per un anno, poi, poiché è una azienda piuttosto innovativa nel settore. ha intensificato la marcia creando la propria blockchain. La criptovaluta di PayPal è una stablecoin, una criptovaluta supportata da un bene reale, ovvero il dollaro statunitense. Per la creazione di questa crypto, PayPal ha collaborato con la società Paxos Trust già nota per la creazione di diverse stable-coin come USDP o Paxos Gold (PAXG).

Il codice è visibile ma solo l’azienda può modificarlo in qualsiasi momento. E’ questo è abbastanza logico perché una società talmente nota come PayPal deve poter mettere in atto un sistema che consenta  di aggiornare liberamente il codice in base alle richieste delle autorità di regolamentazione. Tuttavia, l’azienda è anche in grado di impedire tutte quelle transazioni che ritiene più opportuno. Ciò significa che non è una rete libera ma è una rete soggetta a censura e manipolazione da parte del suo autore. Per fare un confronto con tutte le altre,  PayPal si pone come quelle aziende che hanno creato la loro Internet privata (la “intranet”) negli anni ’90 e 2000, oggi scomparse perché molto meno pratiche dell’Internet pubblico, sebbene all’epoca avessero avuto il pregio di rispondere bene al timore di  quelle aziende che avevano paura di perdere i dati. Ecco perché l’iniziativa di PayPal la vedo come una specie di must per l’adozione delle criptovalute e, anche  se domani dovessero scomparire, cosa che ritengo assai probabile, rappresenta un passaggio obbligato per abituare le persone ad usare la tecnologia e avvicinarsi a  tipologie di investimento complesse e rischiose con più serenità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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