Azzurro e Rosa, due colori scritti con la prima lettera maiuscola, come maiuscola è la coincidenza che li ha visti dominare nella mitica Via Caracciolo grazie a due degli sport più popolari nel nostro paese. Da qualche settimana l’ “Azzurro degli Azzurri” del calcio di Serie A, ha invaso strade, piazze e vicoli della Città del Sole al di qua e al di là della Spaccanapoli. Stava per arrivare dopo 33 anni il terzo Scudetto. Una vittoria che i napoletani hanno cominciato a pregustare già all’arrivo della Primavera, quando la squadra di Spalletti ha preso le distanze dalle sue più immediate inseguitrici andando “in fuga” con un vantaggio pressoché incolmabile. Una preparazione lunga analoga a quella canonica del ragù napoletano che ogni domenica trionfa su ogni tavola delle famiglie napoletane, che vuole ore e ore di preparazione. La tradizionale pazienza culinaria usata per questo piatto, la cui preparazione inizia quasi sempre il sabato sera ( ‘o rraù nun’è carne c’a pummarola sentenziava Eduardo De Filippo) l’intera Città di Napoli l’ha usata per preparare la festa del calcio facendo “pippiare” a fuoco lento il tricolore dello scudetto. Sul simbolo dei Campioni d’Italia ai lati del bianco spiccano il rosso, caratteristico della passata e del concentrato di pomodoro (e del vino!) in cui affogano il muscolo di manzo e le costine di maiale, e il verde dei “friarielli” canonico contorno per queste carni servite come secondo piatto dopo che ‘o rraù avrà condito a dovere le zite o i rigatoni.
Insomma il tricolore aleggia da sempre nelle case e sulle tavole dei napoletani, oggi imbandite con tovagliato esclusivamente e rigorosamente azzurro. Come pure accade nella miriade di imbattibili pizzerie che fanno uso da sempre dei colori “nazionali” negli ingredienti per preparare la pizza. Ironia della sorte! ‘O paese do’ sole, abituato da secoli a maneggiare in cucina il bianco rosso e verde, per gustarsi il Titolo di campione d’Italia ha dovuto prima aspettare la fine degli anni ottanta del secolo scorso e poi altri trentatre anni. La maglia azzurra della squadra del Presidente De Laurentis con lo scudetto cucito all’altezza del cuore ha l’aspetto di quella della Nazionale Italiana più volte campione del Mondo. La rotondità della pizza napoletana si è prestata bene per verniciare eccezionalmente di azzurro il caratteristico “cornicione” ed inscrivervi lo Scudetto “Bianco mozzarella –Rosso pomodoro e Verde basilico”.
Per un giorno però la città ha spezzato la dominanza dell’azzurro abbracciando la Carovana Rosa del Giro d’Italia, ad aggiungere festa alla festa dello scudetto. Quelli della Gazzetta dello Sport, da sempre organizzatori della corsa a tappe, non pensavano, di certo, alla felice e fortunata coincidenza, mentre se a qualcuno dei napoletani tra quelli che hanno accolto la proposta dovesse essere per caso balenata per la mente l’idea della vittoria matematica a circa un mese dalla fine del Campionato, questi deve aver messo in campo l’eccellenza delle “scaramanzie”. Il fatto è che giovedì 11 maggio 2023 si è svolta la sesta tappa del 106° Giro con partenza e arrivo nel Capoluogo campano, la Napoli-Napoli.
Eh si! Altra coincidenza “Napoli. Napoli” è anche l’incitamento/invocazione che i settantamila tifosi scandiscono all’unisono durante gli incontri allo Stadio “Maradona” e che soprattutto hanno urlato dopo il pareggio di Udine che ha sancito la conquista matematica del titolo di Campioni d’Italia (v. Editoriale 106). La domenica successiva, a vittoria sulla Fiorentina acquisita, i festeggiamenti sono stati avviati ufficialmente, e tra “canzone ’e Napule” fuochi di artificio e testimonianze di artisti e campioni, il “Napoli, Napoli” ha assunto toni superlativi. Che dire dell’enorme striscione montato su una gru altissima nei pressi del Castello Spagnolo? Il grido non poteva mancare neanche sul litorale più famoso al mondo, da parte delle migliaia di spettatori che attendevano l’arrivo dei corridori. In Via Caracciolo il manto azzurro formato dai tantissimi che indossavano la maglia azzurra con lo scudetto tricolore sul petto, ha assunto marcate sfumature di rosa. I napoletani hanno accettato di buon grado l’intrusione di maglie, berrettini e bandierine e anche di giganteschi “gonfiabili” del colore della maglia del leader della classifica, ma quando lo speaker ufficiale della corsa ha pronunciato la frase di rito “Il vincitore della sesta tappa Napoli- Napoli è …”, hanno sovrastato la sua voce con un ennesimo “Napoli. Napoli, i vincitori siamo noi !“. Ma il danese Mads Pedersen, che a soli duecento metri dal traguardo aveva raggiunto e superato a settanta all’ora Alessandro De marchi e l’australiano Simon Clarke (nella foto in lacrime dopo l’arrivo)reduci da una fuga durata sessanta km, non si è offeso e, con un sorriso smagliante, ha alzato le braccia al cielo per celebrare la sua vittoria. . A seguire c’è stata la premiazione del secondo classificato, l’italiano Jonathan Milan. E qui la parola “Milan” ha evocato per un attimo l’eliminazione dalla Champion League subita dal Napoli da parte della squadra allenata da Pioli. Nessun fischio però, ma scroscianti applausi, perché.. “ chisto Milàn è nuosto!”.