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SILONE: “LE MONTAGNE SONO I PERSONAGGI PIU’ PREPOTENTI DELLA STORIA ABRUZZESE”

 

Attualità / 99

SILONE: “LE MONTAGNE SONO I PERSONAGGI PIU’ PREPOTENTI DELLA STORIA ABRUZZESE”

di Marcello Martelli

Le montagne sono i personaggi più prepotenti della storia abruzzese! “il monito inascoltato di Ignazio Silone.

Con mia moglie abbiamo fatto il bagno di sera nella piscina esterna, mentre nevicava…”.  Il pensiero pubblicato  poco prima della tragedia su Facebook da un ospite dell’hotel di Rigopiano, ricordando il paesaggio incantevole, la gentilezza del personale e la bontà della tavola.

In quel resort sono entrato di passaggio un paio di volte. Una sorpresa respirarvi una certa atmosfera dannunziana, nella stanza-biblioteca con le immagini del grande Pescarese e negli scaffali le sue opere a disposizione degli ospiti. Omaggio dell’albergatore al Vate che dall’”Adriatico selvaggio”, con la sua immaginazione poetica, vedeva il Gran Sasso come una “bella addormentata”.

Tutto travolto dal sisma e dal terribile mostro bianco. Doppia emergenza? Diciamo triplice, se si aggiunge lo stato di una strada che ha complicato l’opera di coraggiosi soccorritori. Dalla tragedia dei trenta ospiti finiti nella trappola, esce sconfitto anche il turismo per ciò che significa come accoglienza e sicurezza. Al di là d’una emergenza sicuramente di estrema eccezionalità, ritardi e negatività nel Belpaese emergono ovunque. Persino attorno a questo accogliente resort di lusso per vacanze di pregio, che circa due settimane fa ha ospitato per il saluto al nuovo anno anche il regista Giuseppe Tornatore, allungando la nutrita lista degli ospiti abituali più noti.

Paradossalmente, siamo i soli a proclamarci, nella nostra Costituzione, tutori del paesaggio e poi assistiamo impassibili ad ogni tipo di abuso e violazione, anche in questa nostra terra di terremoti e degrado idrogeologico. Secondo l’ex ministro Antonio Paolucci, storico dell’arte e ex direttore dei musei vaticani, viviamo in “un guazzabuglio” con regioni, province e comuni, fino ai consigli di quartiere: “Istituzioni governate, il più delle volte, da personaggi mediocri, con le conseguenze che vediamo”. Nelle aree interne in particolare, rimaste completamente tagliate fuori, con collegamenti e mezzi di soccorso da terzo mondo. Per portare l’Abruzzo al centro dell’attenzione, serviva una doppia emergenza. Questa l’amara realtà. Rileggo qualche pagina di “Il seme sotto la neve” di Ignazio Silone e ritrovo paesi con la loro forma, originalità e caratteri tipici degli abitanti. Come se fosse tutto ricoperto dalla neve, il protagonista del romanzo e chi legge si rendono subito conto della realtà ovattata che, sotto la neve, si trova tra le casupole e nella mente dei personaggi che vi ruotano attorno. Strana miscela di indifferenza, paura e nessuno sembra rendersi conto della realtà degradante nella quale vive. Una descrizione, quella di Silone, che ci riporta al presente: ”…qui, le bestie l’aria l’acqua la terra il vino la cenere l’olio la polvere della strada, tutto è, per così dire, cristiano”. Nell’elenco mancano la neve e il terremoto, che in terra d’Abruzzo, come in questi giorni terribili, hanno poco di “cristiano”. L’autore di “Fontamara” lo aveva scoperto personalmente molto presto fra le macerie del sisma di Avezzano, quando perse sua madre e uscì vivo per miracolo. “Le montagne sono i personaggi più prepotenti della storia abruzzese. Dopo averne capito le montagne, che sono il corpo, per scoprire l’intera struttura morale dell’Abruzzo, bisogna conoscerne i santi e la povera gente”. Le odierne cronache della doppia emergenza confermano che l’Abruzzo e i suoi monti restano incompresi e sconosciuti. “Santi e povera gente” ormai dimenticati simboli letterari che, con questa doppia-tripla emergenza, diventano eroi di morte e dolore.

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