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Ma quali grilli fritti!:TORNA IL PRANZO DELLA DOMENICA CON IL PROFUMO DEL VECCHIO RAGU’

 

Attualità / 96

Ma quali grilli fritti!: TORNA IL PRANZO DELLA DOMENICA

CON IL PROFUMO DEL VECCHIO RAGU’

di Marcello Martelli

Mentre Daniele Zunica nel suo ristorante di Civitella del Tronto fa benissimo a riproporre il tradizionale “pranzo della domenica” con un menu appropriato, l’Ue vorrebbe cancellare tutto con il cibo sintetico e la farina di grilli. Il nostro vecchio menu riporta ai sapori e ai ricordi dell’infanzia, quando a casa si arrivava con il vassoio di paste della migliore pasticceria locale. Varcata la porta d’ingresso, toccava al seducente profumo del ragù fare la prima accoglienza, conquistando naso e gola. Mentre in cucina la cuoca di famiglia era indaffarata con la pasta da mettere nell’acqua bollente della pentola. Il timballo già pronto e l’immancabile pollo ruspante protagonisti fissi del pranzo della nonna che non smentiva mai se stessa. Con un rito conviviale della festa che sapeva riunire la famiglia, appagando la gola, con il gran finale della “pizzadolce abruzzese” (di rigore lo strato con battuto di mandorle tritate), il “top” del repertorio dolciario che in ogni famiglia di riguardo si tramandava di madre in figlia. Una recente ricerca dell’Accademia Italiana della Cucina conferma che, nei giorni di festa, più della metà delle famiglie italiane si siede a tavola con un menu identico a quello di cinquant’anni fa. Buon segno. Nel senso che i grilli a tavola non vinceranno, confermando il ritorno all’unità della famiglia e alle tradizioni del passato. Con lo stop a cibi pronti o surgelati, tavola calda, finger food, fast food e cucina molecolare. Anche la domenica, tradizionalisti più di sempre. Il bello è che l’indagine ha coinvolto tutte le regioni italiane, evidenziando il forte rapporto che lega gli italiani al rito del pranzo della domenica in famiglia. Chi aveva pensato che fosse ormai un po’ demodé, ha sbagliato del tutto previsione. Il pranzo della domenica è un rito conviviale gradito e diffuso in ogni parte d’Italia. Per fortuna, si pone come solido baluardo della tradizione gastronomica italiana, spesso messa sotto assedio da chef troppo innovativi e, fra i fornelli, persino rivoluzionari. Più che necessario un punto di forza importante in tempi di omologazione alimentare, cambiamenti delle ricette e dei pasti, per non parlare dei falsi e dei cibi poco sicuri. Il pranzo della domenica è un’isola felice per tornare, dopo una settimana di lavoro e delusioni che non mancano mai, all’autentico della tavola e dei sapori, in particolare dei caldi sentimenti familiari. Il pranzo domenicale rappresenta così un rito sempre più irrinunciabile per gran parte dei connazionali. Ciò che conferma il nostro grande interesse per la gastronomia tradizionale, segnando il ritorno al valore della famiglia e della convivialità per dire no ai ritmi di una vita spesso frenetica. Per ritrovare, con il pranzo della domenica, qualità della tavola e della vita, magari nella cosiddetta “famiglia allargata”. Per un menù a sua volta allargato a piatti esotici per accontentare tutti. Ma con i piatti tradizionali che mantengono il primato, all’insegna del made in Italy. Con il classico arrosto che spicca tra i secondi e, per contorni, le patate e l’insalata. Ma un pranzo tradizionale che si rispetti non può finire senza il dolce e l’immancabile liquorino fatto con le erbe delle nostre montagne.

 

 

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