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Lettera a una pallavolista. EGONU: i tanti perché di una vita difficile

Editoraile / 95

Lettera a una pallavolista. EGONU: i tanti perché di una vita difficile

di  Pierluigi Palmieri

Amo l’Italia, vesto con orgoglio la maglia azzurra, che per me è la maglia più bella del mondo. Ho un profondo senso di responsabilità verso questo paese, in cui ripongo tutte le mie speranze di domani”.

Paola Egonu (nazionale Italiana di Pallavolo) 

 Mario Giordano e Vittorio Feltri, due penne che in termini di franchezza non risparmiano inchiostro e anche  nell’eloquio non hanno remore  a farsi sentire, l’uno con il suo falsetto l’altro con il tono quasi cavernoso alla Enrico Maria Salerno e Alberto Lupo, hanno di recente puntato l’obbiettivo sulla pallavolista della Nazionale Italiana Paola Egonu, rea, dal loro punto di vista, di aver commesso il “reato di lesa italianità”, quando avrebbe affermato che “l’Italia è un paese razzista”. La nostra migliore schiacciatrice aveva dichiarato che avrebbe smesso di giocare con la maglia azzurra a causa  degli insulti ricevuti  sui social e delle critiche spietate della stampa sportiva dopo la sconfitta con il Brasile  nella semifinale degli ultimi mondiali  svoltisi dal 23 settembre al 15 ottobre 2022, nei Paesi Bassi e in Polonia.

 La venticinquenne, detentrice del record  di velocità di una schiacciata (Kmh 112,7)  e di punti realizzati in un mondiale (45), era stata indicata come la principale responsabile della mancata qualificazione per la finale. Sulla reazione della Egonu I due giornalisti hanno assunto un atteggiamento critico che a ben leggere e a ben sentire a me appare esageratamente censorio. Non so se le due autorevoli firme del giornalismo nostrano, abbiano o meno  fatto un giro retrospettivo su Internet  per poter acquisire ulteriori elementi di giudizio,  rispetto allo sfogo del dopo partita con le girls statunitensi, che peraltro aveva fruttato il terzo posto all’Italia, ma la critica alla più recente sortita sanremese dell’atleta sa tanto di forzatura speculativa. Infatti Giordano  ha pubblicato sul suo giornale La verità una lettera (testualmente riportata su Libero.it del 16/feb/23). dai toni dai tratti ironici, ma anche e soprattutto bacchettoni che hanno trovato la cassa di risonanza ideale prima nei social  e poi  nella trasmissione Fuori dal coro da lui diretta su Rete4. Una forma di comunicazione che fa pensare ad una messa a fuoco tardiva sul caso Egonu  da parte dei due famosi giornalisti, il che  sorprende e insospettisce.  Mario Giordano ha  scritto la sua “Lettera alla pallavolista”, (la parafrasi del testo di Don Milani e “puramente voluta”!) a ridosso della conclusione della kermesse sanremese(v. I post della settimana in questo numero), per poi tornare sul tema  in TV invitando Vittorio Feltri a commentare il presunto “vilipendio alla bandiera” dell’oriunda nigeriana, Feltri ha sfruttato l’alzata del conduttore e con un colpo secco ha messo ha effettuato la sua schiacciata “Cara Egonu: “Mah, io penso che l’Italia non sia un Paese razzista. È un Paese dove pullulano anche molti deficienti, come tutti i paesi del mondo – rimarca -. Quindi non posso assolutamente dire che l’Italia è un paese razzista. Se fosse un Paese razzista direi a questa signorina, che è anche molto brava, un’atleta meravigliosa, di tornare in Nigeria dove evidentemente c’è anche qualche cosa di più accogliente”

Ebbene ho fatto io un giretto su internet e per prima cosa ho riascoltato il monologo di Sanremo. La nostra giocatrice ha usato la parola razzismo senza generalizzare, ma ha puntato l’indice sulla cattiva informazione avendo riscontrato che nonostante il suo impegno a non lasciare  spazio a false interpretazioni  in passato  “alcune frasi  venissero strappate dal contesto, incollate tra di loro e fiondate nei titoli dei giornali per far rumore”.   Ebbene la sua denuncia è caduta nel vuoto e spiace che Giordano e Feltri non siano rimasti …“fuori dal coro”. Nel monologo di Sanremo c’è stato un vero e proprio giuramento di fedeltà e di fiducia nel nostro Paese : “Amo l’Italia, vesto con orgoglio la maglia azzurra, che per me è la maglia più bella del mondo. Ho un profondo senso di responsabilità verso questo paese, in cui ripongo tutte le mie speranze di domani”. Questa frase non è stata estrapolata dal contesto per finire sui titoli dei giornali.

Non è una frase d’occasione perché nel mio giro su internet  ho trovato la prova della coerenza di Paola Egonu che va a ricevere con il tricolore sulle spalle il premio di migliore giocatrice del Campionato del Mondo Under18 , vinto dall’Italia, In quella occasione, la giovanissima Paola, iniziò, la sua campagna contro il razzismo, chiedendo ai genitori di educare i figli al “rispetto”,  Sul palco della Città dei Fiori, ha rivendicato la sua “libertà” di essere se stessa, contro i pregiudizi sul genere, sul colore della pelle (leggi la stessa acqua in bicchieri di colore diverso) e verso gli sconfitti (leggi Vasco Rossi penultimo al suo primo Festival e i primi insuccessi scolastici). Le idee forza della sua testimonianza non hanno trovato spazio sui titoloni dei giornali. Ma possono entrare a pieno titolo nella progettualità scolastica,  Altrimenti altro che “Italia paese  razzista e la vita  che fa schifo ”, Che dire di quei  genitori “italiani” che hanno minacciato la Presidente di Commissione dell’Università di Novara (“stai attenta a tua figlia!!”), perché si è permessa di non dare il massimo dei voti alla Tesi di specializzazione della loro figlia,

Occhio quindi giornalisti d’Italia ….

 

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