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QUANDO INVESTIGATORI E GIORNALISTI SCOPRIVANO I CRIMINALI SENZA TECNOLOGIA NE’ INTERCETTAZIONI

Attualità& Amarcord / 92 

QUANDO INVESTIGATORI E GIORNALISTI SCOPRIVANO

I CRIMINALI SENZA TECNOLOGIA NE’ INTERCETTAZIONI

di Marcello Martelli

Sono un ex cronista di nera che per anni ha lavorato in un grande quotidiano e anche in un noto settimanale specializzato in materia (“Crimen” e poi “Detective”). Quando il segreto istruttorio era impenetrabile, e raccogliere informazioni e confidenze dai magistrati e dagli inquirenti era un’impresa impossibile.

 Se non fosse qualcosa di molto serio, farebbe ridere lo scontro di questi giorni, del resto ormai vecchio e stantio. Il punto centrale è che le intercettazioni si possono e devono fare, preoccupandosi di mantenere segreto il contenuto, anche e soprattutto di chi non è inquisito, controllando la veridicità di quello trascritto in corrispondenza con quello detto.  Poi dovrebbero preoccuparsi di verificare i costi per le casse dello Stato. O no? Per il resto, basta usare esperienza e buonsenso, perché la soluzione c’è e anche da un bel po’ di tempo.

Sentite cosa scriveva qu alche anno fa Guido Calvi, (nella foto) parlamentare di sinistra, giurista e avvocato di lunga e prestigiosa carriera, che trattava certi temi scottanti senza il bavaglio dell’ideologia e della politica partigiana. “Non c’è da allarmarsi -scriveva il prof. Calvi- se non si pubblicano più le intercettazioni…Casomai ci saranno meno gossip giudiziari sui giornali…Intercettabilità…strumento investigativo ormai divenuto importate anche perché forse sono oggettivamente diminuite le capacità investigative tradizionali…”.

 Parole da sottoscrivere. Calma, signori. Il mondo dell’informazione non avrà niente da perdere, a patto che si torni ai vecchi metodi artigianali. Quelli del nostro maestro Nino Nutrizio, che raccomandava ai suoi cronisti la buona informazione “fatta con i piedi”. Vale a dire dalle suole delle scarpe consumate per raccogliere informazioni, scovando verità. Bene le nuove tecnologie. Ma computer, Internet e intercettazioni non potranno mai sostituire e azzerare bravura, esperienza e professionalità. Idem per indagini e investigazioni. “Ricordo- aggiungeva il prof. Calvi- che quando non esistevano le intercettazioni telefoniche la cronaca giudiziaria era molto più ricca di notizie vere. Addirittura, in alcuni casi, la stampa cooperava alle indagini, facendo investigazioni autonome e collaborando all’accertamento della verità”. Come quella volta che, proprio un giornalista di razza, scoprì la verità sulla morte del bandito Giuliano, in barba alla versione ufficiale.

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