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QUANTA PUZZA SENTIREMO IN CABINA ELETTORALE

Editoriale / 72

CI TUREREMO IL NASO? QUANTA PUZZA SENTIREMO IN CABINA ELETTORALE

di Pierluigi Palmieri

Da direttore di questa Rivista, sono  “costretto”, nonostante la disistima che provo ormai da tempo verso la maggior parte dei personaggi che occupano posizioni apicali in politica, a tenermi informato sulle posizioni dei rappresentanti delle parti  impegnate nella campagna elettorale in vista delle prossime elezioni. Vado così alla ricerca di qualche spunto che esuli dal consueto  carattere marcatamente demagogico dei vari interventi a cui danno spazio in maniera più o meno equilibrata (molto meno che più!) i media sia sulla carta stampata, sia on line, che in televisione.  I cosiddetti leader di partito non riescono a dare  corpo ad una campagna elettorale  che, per modalità e tempistica, non può che essere asfittica, provocando sdegno e disgusto in chi ha un minimo di sale nella testa. Si tratta di capire  cosa pensano  di poter fare di più andando a governare da ottobre, rispetto a quanto loro stessi stavano facendo nel governo Draghi. Ovviamente mi riferisco a quei partiti e partitini che avevano visto nell’ex Governatore della BCE il salvatore della patria, i cui rappresentanti  si erano riaccomodati tranquillamente sugli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama dopo averli visti traballare per la crisi del Governo Conte. Alcuni di loro hanno usufruito del valore aggiunto di una nomina a ministro o sottosegretario che oggi li espone ancor più, unitamente ai capi dei loro partiti,  al ludibrio dei cittadini che vorrebbero coerenza.

(Foto da Element digital) 

Inizia così con questo n. 72 di Centralmente/ La Rivista la serie di editoriali  dedicati alle elezioni del 25 settembre. Il mio intento è quello di mettere l’accento sugli argomenti sviluppati fino ad oggi dalle “penne” della nostra redazione per consentire ai nostri affezionati lettori di confrontarli con i roboanti annunci che piombano nelle loro case in questa campagna che rimanda il pensiero agli imbonitori che prima dell’avvento di ebay e di Amazon nei mercati pronunciavano il caratteristico “ragazzo spostati, lasciami lavorare!!”.  Come non riandare con la mente agli articoli dei nostri Travaglini e Regni che con martellante puntualità su queste colonne hanno invitato la politica a non guardare al loro tornaconto  partitico e personale a favore di un’azione che dia certezze ai cittadini in termini economici e di salute pubblica. Cominciamo da loro allargare successicamente il campo agli altrettanto preziosi  contributi degli altri redattori.

Già alla vigilia del referendum confermativo sulla riduzione dei parlamentari M.Travaglini, aveva severamente criticato la legge costituzionale votata praticamente da tutti i partiti presenti in Parlamento. che non  essendo  accompagnata da un’adeguata revisione del sistema elettorale veniva definita come  una riforma oligarchica, che consegna il destino della “cosa pubblica” nelle mani di pochi parlamentari. Una riforma fatta da chi teme che la parola definitiva  su chi debba guidare il Paese  passi al cittadino elettore, azzerando in tal modo le manovre di palazzo sulle quali e nelle quali vive “la casta”.

Attualissima la sua sottolineatura. Ora siamo di nuovo alla vigilia di una tornata elettorale per la quale a competere per gli scranni superpagati saranno candidati imposti dall’alto e al cittadino elettore toccherà votare candidati in maggioranza “extraterritoriali” supportati, aggiungo io, dai lacchè locali  inseriti in lista come candidati di “facciata”, che perlopiù hanno ben stampato sulla “faccia” il marchio del trasformismo e dell’incultura, a cui toccherà molto probabilmente “di diritto” anche la candidatura alle comunali e perfino alle regionali . “Furto di democrazia” appunto.  Il vero programma, di cui noi di Centralmente andiamo ovviamente orgogliosi in termini economici e di educazione all’economia, è stato esposto pezzo su pezzo, su queste colonne da M.Travaglini. Con rammarico dobbiamo constatare che sollecita scelte troppo serie e coraggiose per poter essere accolte nei programmi elettorali dei partiti, i quali, anche attraverso i  media ad essi collegati,  si  limitamo alla “solita  becera propaganda anziché sviluppare buona informazione”. I lettori della nostra rivista possono approfondire e/o  “ripassare” i temi di Travaglini per metterli a confronto con quelli strillati dai vari capi e capetti di partito cliccando qui   Politica, Economia e Finanza – Centralmente.

Sul fronte della salvaguardia dell’ambiente e della salute   R. Regni, con la sua penna scintillante nella rubrica Il limite ha dato vita ad un vero e proprio “prontuario filosofico-pedagogico”, dove si rintracciano le idee forza per una politica che guardi al futuro e offra garanzie in termini di vivibilità ai nostri figli e nipoti. I suoi più recenti articoli hanno titoli emblematici ( Crisi della democrazia, difesa dell’ambiente e cittadinanza globale, Verdi e politica: perché in Italia il sole non ride?, e quello odierno Camminare. Sulle tracce del Santo protettore dell’ecologia) e profumano di purezza di pensiero e di spiritualità. Le proposte conclusive  sono intrise di sensibilità politica, intesa questa nel senso vero della parola, alla quale sottende una cultura vasta che vuole essere contagiosa. In esse è sempre presente un appello ai cittadini ad informarsi, a leggere, a riflettere in maniera più profonda possibile per non farsi ingannare e pensare appunto al futuro del pianeta e dell’uomo e dell’uomo nel pianeta. Messe in fila alcune considerazioni ed interrogativi annullano ogni infingimento demagogico:

1) Ma chi è il popolo se non la somma delle singole volontà che costituiscono il corpo elettorale? Nessuno può parlare a nome della volontà generale ma molti sono tentati di semplificare le procedure democratiche tipiche della democrazia deliberativa, molti si propongono come risolutori dei problemi che affollano l’agenda dei nostri amministratori, ignorando che non ci sono soluzioni semplici per problemi complessi. Poi ci sono il nazionalismo e l’imperialismo, i due nemici storici della democrazia, che tanti danni hanno fatto nel secolo scorso, che sembrano sollevare la loro testa mostruosa. Il rinascente imperialismo russo, lo strisciante imperialismo cinese, l’ambiguo imperialismo americano, che oscilla tra neo-isolazionismo e pretesa imperiale, e non riesce a trovare un’alternativa alla “pax americana”.

La prima tappa verso le elezioni finisce qui e spero che a chi ha avuto la pazienza di leggermi non sia sfuggito il senso del titolo di questo editoriale. Non sono una Cassandra né mi piace chi ha l’abitudine di assumerne le vesti, comunque voglio anticipare che  prevedo  che  leschede che porteremo in cabina emaneranno una puzza di demagogia e di opportunismo, contro la quale nulla potrà neanche l’invito di montanelliana memoria “Turiamoci il naso e votiamo DC”. Del grande Indro resta però in piedi il suo grido di allarme: “ Ridateci la democrazia!”.

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