Attualità /67
CAROVANA DI POTENTI E PIOGGIA DI RISORSE
DALLA RIFORMA DISTORSIVA FIGLI E FIGLIASTRI
di Marcello Martelli
Tanti amici vorrebbero leggere un commento sulle grandi manovre che si preparano per decidere il cambio della guardia del prossimo anno nel Palazzo di città a Teramo.
Ringraziando tutti, dico che non è compito del sottoscritto esprimere preferenze sulle candidature e sulle facce, più meno consumate. Spetta agli elettori giudicare, ammesso che nel prossimo giro vadano a votare. Anzi, mi preme invitare tutti a non disertare le urne, visto che gli assenti hanno sempre torto ( vale per tutte le realtà che si trovano in condizioni simili).
Di più: noi cittadini dovremmo non restare inerti, aspettando la minestra somministrata dai soliti maneggioni delle urne e dovremmo impegnarci per inserire nelle liste elettorali nomi di candidati affidabili, con le carte in regola per ottenere la fiducia degli elettori.
Dissolti i partiti e scomparsi i leader, dovremmo puntare su figure di sindaci e amministratori che, oltre al carisma per unire, abbiano numeri e talento per affrontare sfide vecchie e nuove assai difficili. Con la Dc di De Gasperi e il Pci di Togliatti, il nostro Abruzzo aveva ridotto distanze e disuguaglianze. Ora siamo invece in un territorio diviso in due, con la Grande Pescara sull’Adriatico e la Grande L’Aquila sul Gran Sasso.
Grazie a una riforma elettorale errata, in mezzo ora c’è un territorio senza identità né diritti, letteralmente cancellato dalla geopolitica di Draghi e Marsilio. Basti considerare che nella antica provincia pretuziana hanno abolito il collegio elettorale, con i cittadini trasformati in sudditi. Ma nel prossimo giro elettorale saranno chiamati a votare da coloro che dal mare e dalla montagna conducono i giochi dei bussolotti elettorali. In nome delle lobby di potere che nei due Abruzzi si stanno dividendo la torta dei grandi investimenti e delle infrastrutture necessarie per guadagnare il futuro. Dopo Remo Gaspari – ultimo guerriero con senso dello Stato- siamo al totale vuoto politico-istituzionale, con la benedizione di ministri e potenti che, in carovana, arrivano per portare oro e incenso ai due Abruzzi e alla nuova geopolitica fondata sulla disuguaglianza.
A noi resta la curiosità di ascoltare ciò che racconteranno agli elettori i candidati sindaci del collegio cancellato, dove per ora dominano silenzio e rassegnazione.
E’ appena il caso osservare che la revisione delle circoscrizioni e l’assegnazione dei seggi rappresentano elementi costitutivi di un sistema elettorale errato, “che nella prassi può dar luogo anche a gravi distorsioni”.
D’altra parte la perimetrazione dei collegi e delle circoscrizioni, “ponendo in equilibrio” il criterio demografico e quello geografico”, deve essere strutturata in modo da non dare luogo a fenomeni patologici, non rispettosi di tutti i cittadini e del loro voto.
Questo lo spettacolo cui stiamo già assistendo. Ma andrà avanti così? O in difesa dei dimenticati interverranno le preghiere – si spera- di Papa Francesco, visto che anche Sua Santità è in arrivo da queste parti?