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LA BATTAGLIA DI TAGLIACOZZO CAMBIA NOME:SCURCOLA MARSICANA SMENTISCE DANTE E LA CASELLATI SOTTOSCRIVE

Editoriale / 66

La Battaglia di Tagliacozzo cambia nome: Scurcola Marsicana smentisce Dante, la Casellati sottoscrive.

di Pierluigi Palmieri

 

A Ceperan là dove fu bugiardo

  Ciascun Pugliere, E là da Tagliacozzo                                                                                                

Ove senz’armi vinse il vecchio Alardo

                                                                                                                                      (Dante Inferno Canto XXVIII, 16-18)

Carissimo Dante Alighieri, è vero che ai tuoi tempi non esistevano i satelliti per la geolocalizzazione, ma un’informazione più dettagliata sul luogo della battaglia tra gli Svevi e i D’Angiò del 1268,  avresti potuto assumerla. E’ vero anche che, secondo i più, in quell’occasione  tra i Ghibellini di reduci  ce ne furono ben pochi e che tu con i Guelfi non trattenevi rapporti idilliaci, ma in un’opera così importante, in una Commedia addirittura “divina”, certi errori non sono ammessi. La tua autorevole citazione è di ventata vanto e orgoglio per la ridente cittadina marsicana. Questa da anni ha elevato a vessillo  “E là da Tagliacozzo…”,  con una presa di posizione netta contro chiunque volesse rettificare il tuo verso ( e come si potrebbe?).

Il verso ovviamente non si tocca, però una distinzione concettuale va fatta tra l’aspetto letterario e la realtà storica.  La separazione tra i due campi appare abbastanza semplice: All’epoca di Dante esisteva la Contea di Carsoli -Tagliacozzo  che con le sue  diramazioni arrivava fino a Corvaro, oggi passato alla giovane provincia di Rieti, mentre Scurcola che in epoca romana costituiva una sorta di avamposto dell’importante colonia Alba Fucens, e nel medioevo rimase fondamentalmente un “posto di guardia”, non occupava spazi di rilievo nella cartografia ufficiale. Resta però il fatto che la battaglia dei Piani Palentini , dantescamente di Tagliacozzo, si è svolta nel territorio dell’attuale Città di Scurcola Marsicana. Questo lo hanno accettato gli intelligenti cittadini e gli attuali amministratori di Tagliacozzo, i quali  di “separazioni” se ne intendono perchè la Città deve il suo nome al fatto di trovarsi tra due cime montuose separate da un taglio nella roccia (taliumcotium) .  Nei periodi delle vacanze, a Tagliacozzo, soprattutto d’estate, ai 6.500 abitanti di aggiungono migliaia di turisti, e negli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative culturali che rievocano la “Battaglia”. Di questa nel 2018 si sono tenute le celebrazioni per il 750° anniversario, la cui apertura è stata dedicata  a Corradino di Svevia. In precedenza era stato indetto un concorso letterario  per gli studenti sul tema Biondo, Giovane ed Impavido: Corradino l’ultimo degli Svevi” voluto  dall’Istituto Tecnico Economico “Andrea Argoli” dai  Comuni di Tagliacozzo e di Sante Marie e dall’Associazione Culturale “Luigi Micalizio”.

 Questa è impegnata a costruire una “rete Corradiniana”, che   che ha prodotto il gemellaggio  dell’istituto di Tagliacozzo con l’Istituto Europeo Statale per il Turismo di Siena “Sallustio Bandini” e la stampa di un libro a fumetti, dedicato ai giovani, “Il Borgo di Corradino nel III millennio” (L- Micalizio con illustrzioni di G. Corsi) che descrive la guerra e predica la pace, la fratellanza fra le genti e venne donato a tutti  gli studenti. Sono  segnali molto  evidenti della propensione dei tagliacozzani alla lettura dell’evento “pro-svevi” e anche della loro condanna della tattica suggerita  dal “vecchio Alardo” ( Eraldo de Valery) a Carlo d’Angiò per sterminare l’armata di Corradino. Carlo I d’Angiò a  Scurcola Marsicana  nei pressi della Rocca , oggi nota come “Castello” degli Orsini Colonna, che domina i Piani Palentini fece erigere la  chiesa che fu

 denominata appunto della  “Madonna della Vittoria”.  Carlo onorò  con qusto gesto la fama di uomo di fede  di suo fratello Luigi IX, il “re Santo”. Si spiega così il fatto che gli scurcolani  pendano per gli angioini e che , non a caso, a promuovere la realizzazione di un monumento a ricordo della Battaglia sia stata l’Associazione culturale intitolata proprio a “Carlo D’Angiò”.

Il 7 luglio 2022 a  svelare la targa commemorativa è arrivata Elisabetta Alberti Casellati che nel suo discorso ufficiale, ha definito Scurcola come “ Una sentinella incastonata in un paesaggio ricco di fascino e suggestioni, circondato da due meravigliosi parchi nazionali e impreziosito da tesori secolari”.

La Presidente del Senato  ha poi affermato che “l’inaugurazione del monumento che celebra Scurcola Marsicana la città della battaglia dei Piani Palentini, rievoca pagine di una storia molto antica, lontana nel tempo eppure

 così vicina a noi nelle strade e nelle architetture di questa città, così come nello spirito e nell’orgoglio dei suoi abitanti” concludendo con un perentorio “Viva quindi Scurcola Marsicana. Città della battaglia.  Città della vittoria”.

 La netta presa di posizione della seconda carica dello Stato, ha inorgoglito il Sindaco di Scurcola Nicola De Simone e ha in un certo senso dato l’imprimatur per la “rettifica ” in termini topografici  del famoso verso di Dante. Del resto sulla localizzazione della battaglia non esiste alcun dubbio essa come ha ben sitetizzato Nino Motta in poco più di trenta righe all’indomani dell’inaugurazione del Monumento di Scurcola iniziò dalle parti della “Cardosa” …Là dove la modernità pose il Casello Autostradale di Magliano dei Marsi. Questa città  non ha mai “messo il dito” nella contesa tra Scurcola e Tagliacozzo, anche se l’ipotesi più attendibile vuole che a permettere agli ottocento “cavalieri” di mimetizzarsi prima del feroce attacco che portò allo sterminio delle truppe di Corradino fu proprio la collinetta su cui poggia oggi Magliano. L’alternativa sarebbe che a fare da “cavallo di Troia” agli angioini sia stata la collinetta di Alba Fucens.

 Nessun contenzioso è stato sollevato dal Comune di Massa d’Albe sul cui territorio insiste l’ex Colonia romana. Magari sulla scia della diatriba, ovviamente solo dialettica, tra Tagliacozzo e Scurcola  ne nascerà un altro tra  Caperano e San Germano, cittadine campane che potrebbero contendersi la paternità della disfatta delle truppe di Manfredi “là dove fu bugiardo Ciascun Pugliese” (è esattamente  il verso  che precede proprio il famoso “E là da  Tagliacozzo Ove senz’armi vinse il vecchio Alardo…).Come in soccorso di Scurcola è arrivata la Presidente del Senato,

va ricordato che a Tagliacozzo a concludere le celebrazioni per il 750° della Battaglia arrivò Sergio Mattarella, che in un certo senso volle così avallare la propensione “corradiniana” della città dell’Obelisco. Ma tra le prime due cariche dello Stato non ci sarà alcuno scontro istituzionale perché è assodato che entrambi abbiano  recepito il messaggio di pace de  “Il Borgo di Corradino nel III millennio” che, nell’incipit, mette al centro la giovinezza: “Il destino tragico di Corradino diviene un simbolo dell’errore e dell’orrore della guerra, e uno stimolo per i giovani a non essere schiavi di vecchi miti nazionalistici e di vecchi odii e a trovare invece nell’istinto della loro giovinezza il germe dell’amicizia per tutti i giovani, per tutti i popoli”. Di un’attualità sconcertante!

Mi prmetto una nota personale : Che piacere aver ascoltato l’inno nazionale suonato dalla “gigantesca” Banda ei Granatieri di Sardegna! E che emozione vederla congedarsi al ritmo di “Siamo Granatier superbi e fier, orgoglio della stirpe poema di valor…!

In fin dei conti dobbiamo tutti essere grati a  Dante Alighieri per la sua “provocazione”.  Metto da parte quindi la “matita rosso e blu” ed trasformo  l’ironico rimprovero iniziale in doveroso omaggio al “Sommo Poeta” per antonomasia.

(le foto per  Centralmente Quotidiano e Rivista sono di Angelo Iannaccone)

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