HomeAttualitàRIACE DAI BEI BRONZI AI “FERRI” BRUTTI. IL SINDACO CONDANNATO A 13 ANNI PER ACCOGLIENZA

RIACE DAI BEI BRONZI AI “FERRI” BRUTTI. IL SINDACO CONDANNATO A 13 ANNI PER ACCOGLIENZA

di Pierluigi Palmieri

Solo l’uguaglianza ci potrà far vivere in una dimensione di vita degna di questo nome

Mafia, fascismo e razzismo sono facce della stessa medaglia, anche come atteggiamento culturale

La rivista americana Fortune lo ha posizionato al 40° posto della classifica 2016 dei  leader più influenti al mondo, il suo progetto ha ispirato un film e un libro tradotto di recente anche in giapponese, ha ricevuto consensi da Arcivescovi e Papi, e alla fine è stato condannato in primo grado a 13 anni dalla procura di Locri che ha ipotizzato l’esistenza di un sistema criminale laddove l’accoglienza era assurta a metodo.

Brutta bruttissima notizia, per chi, che come chi scrive, già nel 2019 al primo approccio con Mimmo Lucano, complice il servizio delle Iene realizzato da Nicola Barraco e Nina Palmieri, era stato colpito molto positivamente dalla figura lungimirante del Sindaco del paesino fino a quel momento conosciuto per essere assurto alla ribalta mondiale grazie alle due statue di bronzo di origine greca ritrovate nei fondali antistanti Riace Marina. All’epoca dell’esposizione dei due Giganti nel Museo di Reggio, come successe a molti, la curiosità mi spinse ad informarmi, più che sulla provenienza, sul “come” potessero essere arrivate davanti alle coste calabresi e, soprattutto sul “perché” proprio davanti a Riace. Sulla provenienza c’era da scegliere tra Attica e Atene, Peloponneso e addirittura proprio la “nostra” Magna Grecia”, tutte ipotesi legate all’analisi della terra usata per la fusione e allo stile degli artisti (non esclusi Fidia e Mirone), ma pure se importante sul piano culturale, la cosa a livello di cronaca appariva meno significativa. Sul come invece l’ipotesi si riduceva a quella che legava la presenza del statue sui fondali del Tirreno alla necessità di alleggerire il carico di opere d’arte di una nave in difficoltà che, a cavallo del primo secolo a.C e del primo secolo d.C. transitava sulla rotta di Roma, il cui impero come sappiamo era “ghiotto” di quel tipo di materiali. Data questa spiegazione, gli esperti non si sono interrogati più di tanto sul perché proprio davanti a Riace è dovuto capitare che venissero scaricate le statue divenute oggi preziose . Con presunzione tutta personale, e, non lo nascondo, anche per la mia propensione a difendere l’operato di Lucano, voglio immaginare i due giganti di bronzo, , come ambasciatori dell’accoglienza

Gli “dei greci” hanno inviato quelli che sono ormai diventati “I Bronzi” per antonomasia come emuli di Enea a Riace novella Alba Longa della nuova Magna Grecia. Un segnale forte agli italiani di Calabria, un dono prezioso e un richiamo a riflettere sulla politica del respingimento degli esuli dalle guerre e dalla povertà e anche a rivedere le norme di ispirazione salviniana che vollero trasformare il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar)  in quello di  centri di smistamento con finalità simildetentive.

Uno schiaffo all’integrazione e all’educazione alla interculturalità, che a Riace ha funzionato per lustri iniziando dal settore commercio dove migranti e residenti di Riace lavoravano nella Fattoria didattica ( fruibile dai ragazzi delle scuole multietniche del primo ciclo di istruzione) e avevano rivitalizzato le botteghe dedicate a mestieri e tradizioni locali. 

Erano riapparse quelle per la filatura della lana, la tessitura con telaio manuale, le officine di ceramica, la molatura delle olive con macine di pietra. I negozianti accettavano una moneta virtuale per convertirla in euro dopo qualche mese. nelle more dell’accredito al Comune dei fondi statali sempre in sistematico ritardo,

Una nota molto significativa è costituita dalla presenza dell’Albergo diffuso, realizzato con l’accensione di un mutuo erogato da Banca Etica. I proprietari, guarda caso tutti emigranti mai più tornati in Calabria, acconsentirono di sistemare infissi e impianti di case abbandonate da decenni, che ora, con i 100 posti letto creati, possono ospitare turisti solidali provenienti da tutto il mondo.

Ebbene oggi siamo costretti a commentare una sentenza che attribuisce all’inventore di tutto questo colpe talmente gravi da spingere il giudice a raddoppiare la pena detentiva rispetto alla richiesta del Pubblico Ministero. Vedremo dalla pubblicazione delle motivazioni quali sono le aggravanti rintracciate dall’estensore nei documenti processuali. Intanto facciamo parlare gli avvocati dell’ex sindaco di Riace, Giuliano Pisapia e Andrea Dacqua , pei i quali (fonte huffingtonpost.it) la condanna inflitta al loro assistito è “esorbitante” e in contrasto “totalmente” con le evidenze processuali. “Oggi conosciamo solo il dispositivo e non le motivazioni che hanno portato a questa decisione. Ma è difficile capacitarsi di come si sia potuti arrivare a una pena così dura”, spiegano ancora gli avvocati, “per un uomo come Lucano che vive in povertà e che non ha avuto alcun vantaggio dalla sua azione di sindaco di Riace. Come è emerso nel corso del processo si è sempre impegnato per la sua comunità e per l’accoglienza e l’integrazione”. “Una pena che se messa a confronto, per esempio, con quella di Luca Traini, condannato per strage dopo aver sparato e ferito sei migranti a Macerata, lascia perplessi. Traini infatti deve scontare 12 anni di carcere, un anno e due mesi in meno di Lucano”.

Da parte mia  tutto quanto esposto fin qui, ammesso che si voglia attribuire a Mimmo Lucano una qualsiasi colpa, magari legata alla contrapposizione al Salvini pensiero, fa pendere il piatto della bilancia della giustizia verso il

 riconoscimento di forti ed evidenti attenuanti, rispetto all’interpretazione del P.M., quello della richiesta di cui sopra (pur essa pesante ma ridotta), che così si è espresso “Non era importante la qualità dell’accoglienza ma far lavorare i riacesi così da conseguire, quale contraccambio, un sostegno politico elettorale. A Riace comandava Lucano. Era lui il dominus assoluto, la vera finalità dei progetti di accoglienza a Riace era creare determinati sistemi clientelari”.

Per i lettori che desiderano avere un quadro ancor più chiaro sulla figura di Mimmo Lucano riporto qui di seguito i link di due servizi, molto significativi, realizzati da “Le Iene” e da “La7 attualità”, da cui ho tratto le frasi riportate sotto al titolo. Intanto per Lucano un sincero “in bocca al lupo!”.

https://www.iene.mediaset.it/video/nina-quando-un-paese-rinasce-grazie-agli-immigrati_68294.shtml

https://www.youtube.com/watch?v=OuUI5M9dzIQ&ab_channel=La7Attualit%C3%A0

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