HomePubblica AmministrazioneReddito di cittadinanza a Teramo, ecco l’attività dell’assessorato ai Servizi Sociali

Reddito di cittadinanza a Teramo, ecco l’attività dell’assessorato ai Servizi Sociali

Sono circa 1100 su 24000, i nuclei teramani che percepiscono il reddito di cittadinanza; 400 in carico ai servizi sociali del Comune, 700 in carico ai Centri per l’Impiego (tramite i navigator), che sono richiedenti inoccupati da non più di due anni, percettori di NASPI o altro ammortizzatore sociale, sottoscrittori di patti di servizio con i CPI.

Gli assistenti sociali, assunti con il PON Inclusione, in questi giorni stanno procedendo alla verifica anagrafica e al successivo colloquio preliminare per valutare le difficoltà delle famiglie all’inserimento al lavoro, prendendo in esame caratteristiche quali titolo di studio, stato di salute, situazione economica e lavorativa, riferimenti familiari e sociali, condizione abitativa, anche in relazione ai servizi del Comune.

Dal 19 ottobre sono stati effettuati circa 50 colloqui; gi altri sono ancora in corso, in ottemperanza alle prescrizioni antiCovid, attraverso la modalità Whatsapp. Una volta concluso l’iter preliminare, i settori del Comune di Teramo potranno redigere i PUC (Progetto di Utilità Sociale) nei seguenti ambiti: Cultura, Sociale, Artistico, Ambientale, Formativo. tutela Beni Comuni.

Con buona probabilità, nel 2021, ovviamente in subordinazione alla evoluzione dell’epidemia, il Comune di Teramo potrà avvalersi dei percettori di reddito.

L’assessore Ilaria De Sanctis dichiara: “La ripresa del progetto PON Inclusione è certamente un passaggio molto importante, soprattutto in questo momento storico di grave crisi dovuta alla pandemia. E’ una modalità per far sì che i tanti teramani percettori del reddito di cittadinanza possano sentirsi integrati nel mondo del lavoro e allo stesso tempo protagonisti del percorso di inclusione, che è lo scopo di tale misura. Il tema su cui non posso non soffermarmi è il numero delle famiglie percettrici che pertanto hanno un ISEE inferiore a 9360 euro in relazione alla data in cui hanno richiesto la misura, precedente alla pandemia.  Sono, purtroppo, convinta, pur non avendo ancora un dato certo, che il numero delle famiglie con una soglia inferiore a tale importo, sarà destinato a crescere nei prossimi mesi. Non posso che ringraziare i sei assistenti sociali del progetto, che nonostante il momento, stanno con dedizione e professionalità portando avanti i colloqui e tutto l’iter per arrivare in maniera spedita a redigere i PUC”.

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