HomeEditorialiSTRADE, BOSCHI, E MONTAGNE: LA MORTE NON SI DISTRAE

STRADE, BOSCHI, E MONTAGNE: LA MORTE NON SI DISTRAE

Editoriale / 103

Strade, boschi e montagne: la morte non si distrae

                                                                                                                                      di Pierluigi Palmieri

 Mercoledì 12 aprile sono stato testimone diretto dell’ennesimo episodio di “ordinaria follia” che quotidianamente animano le strade e le autostrade del nostro paese. Ero, stranamente, in anticipo  rispetto all’orario fissato dal mio ortopedico per un controllo presso la Clinica INI in quel di Canistro.  Quando a pochi metri dall’imbocco della Galleria “La Giorgia” dell’ex Superstrada del Liri oggi  SS 690 Avezzano- Sora gli automobilisti che mi precedevano hanno “inchiodato” i loro mezzi con un sincronismo degno delle nostre splendide Farfalle della Nazionale di ginnastica ritmica. Ero, come sempre, a distanza di sicurezza e dopo un millesimo di secondo anche la mia “ammiraglia”  restava sul posto immobile. Il giorno successivo quasi tutti gli organi d’informazione hanno liquidato il fatto con poche righe che in buona sostanza riferivano quanto segue:

Incidente sulla SS690 Avezzano-Sora dove un camion che portava un escavatore ha distrutto oltre venti lampade rendendone altre pericolanti. Danni anche a due ventole di areazione nella galleria La Giorgia. I danni si sono verificati all’altezza del Comune di CapistrelloIl traffico è stato deviato sulla strada provinciale e si sono verificati molti rallentamenti.

 Perché solo quattro righe per questa notizia? E’ presto detto: la buona notizia non fa notizia (sui media! E soprattutto sui social). Quale sarebbe stata la buona notizia, si potrebbe domandare qualcuno, la distruzione di circa un chilometro di illuminazione e di due enormi ventilatori è più che cattiva. E’ vero, ma “purtroppo” per gli specialisti dell’informazione, ( la “nera” come si dice in gergo) lo spazio si riduce a trafiletto se non ci scappa… “il morto”.  Di morti ce ne sarebbero scappati tanti nell’incidente della “Giorgia”  se dal lato di

 Capistrello gli automobilisti non avessero fatto l’inchiodata di cui sopra evitando di entrare nella galleria e se. per puro miracolo, dal lato opposto non avessero fatto altrettanto  quelli provenienti da Sora. E si, perché, grazie all’attenzione di tutti questi automobilisti è stata evitata la strage che un tir che sopraggiungeva a velocità sostenuta avrebbe provocato sorpassando il camion che trasportava l’escavatore, che aveva abbattuto le ventole di aereazione, A riferirmi la scena la signora che, con la sua utilitaria seguiva il primo mezzo pesante e aveva immediatamente allertato i Carabinieri. Aveva appuntamento anche lei con l’Ortopedico ed era in evidente stato di agitazione quando mi ha raccontato che a demolire “decine di lampade non era stato il camion con la gru ma quello sopravvenuto che aveva sorpassato i mezzi fermi e aveva proseguito imperterrito fino all’uscita della galleria”. Una “distrazione” imperdonabile, che non ha provocato vittime. Ai primi di febbraio scorso pochi chilometri più avanti, nello scontro tra due furgoni sulla stessa strada hanno perso la vita, mentre si recavano a lavoro,  Massimo ed Emanuele Nicoletti, due fratelli di 27 e 42 anni. E’ stata una distrazione a spingere uno dei due veicoli nella corsia opposta. Tutte le Agenzie di stampa hanno battuto la notizia ed è stata pubblicata su centinaia di testate nazionali.

Altrettanto è avvenuto nell’arco di tempo intercorso da mercoledì a oggi, per gli altri luttuosi fatti avvenuti nel bosco di Caldes in Val di Sole in Trentino, tra le montagne aostane dellaVal di Rhemes e in ultimo,  proprio mentre scrivo, nella tranquilla Maginone di Montecarlo in provincia di Lucca. 

 

Qui a seguito dell’esplosione di una bombola è morto Luciano Lazzerini mentre la moglie è stata ricoverata con ustioni sul 70% del corpo. Altri sei feriti sono stati estratti dalle macerie. E’ stata una distrazione!

Il giovane Andrea Papi, aveva la passione per la corsa in montagna, viveva con i genitori, altrettanto amanti della montagna, praticamente dentro quel bosco di Caldes, lo stesso che l’Orso  Jj4 ritiene suo abitat esclusivo. Lo svago, il divertimento basato sul correre sui sentieri di “casa sua” costituivano per  Andrea ragione di vita. Questa sua “distrazione” pressoché quotidiana lo ha fatto incrociare con un plantigrado Jj4  che non possiamo pretendere di addomesticare a mo’ della volpe di Saint Exupéry, (“io do la caccia alle galline e l’uomo dà la caccia a me”)  ma dobbiamo saperlo gestire senza “distrazioni”. Pare che quell’orso  diciassettenne avesse il collare di riconoscimento scarico, che è cosa grave, ma che dire dell’esemplare di due anni filmato da alcuni agricoltori mentre bazzicava dalle parti della pista ciclabile di Malosco in Alta Val di Non.

Da una valle all’altra: in è stata una valanga in val di Rhemes  ad uccidere Lorenzo Holzknecht, di 39 anni, campione di scialpinismo, cresciuto a Bormio, Sandro Dublanc, di 44 anni, maestro di sci di Champorcher, e il finanziere Elia Meta, di 37 anni, in servizio nella caserma di Entreves. Si trattava paradossalmente di aspiranti guide alpine. Hanno commesso qualche sbaglio, è stata una svista, o forse una dimenticanza? Se è così c’è stata comunque una distrazione. Allora attenzione! La morte non si distrae

Nessun Commento

Inserisci un commento