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INTERVISTA NEL CUORE DELLA NOTTE : UN REDUCE DI GUERRA NON DORMIVA PIU’ DA DICIASSETTE ANNI

 

Amarcod / 96

INTERVISTA NEL CUORE DELLA NOTTE : UN REDUCE DI GUERRA NON

DORMIVA PIU’ DA DICIASSETTE ANNI

di Marcello Martelli

 La guerra e i suoi orrori che non finiscono mai…In anni ormai lontani intervistai un reduce di guerra, usciere all’Intendenza di Finanza, arrivato da poco in città. Si chiamava Antonio Magliocco, nato in provincia di Cosenza, non dormiva più da 17 anni! Solo di tanto in tanto riusciva a chiudere gli occhi, si assopiva un po’, ma senza perdere il “contatto” con il mondo sterno. Così da 17 anni, giorno e notte. Quando non riusciva più a stare in camera, vicino alla moglie, che invece dormiva profondamente (anche se si chiamava Velia, paradossi della vita), Antonio si alzava per andare in cucina: si preparava una tazzina di caffè e poi riprendeva a scrivere la sua vicenda, che voleva intitolare “La storia dell’insonne di guerra”. Quando da cronista, nel cuore della notte, andai a fargli visita fu contento, non si ritenne affatto disturbato. Anzi, mi disse che se avesse avuto con chi parlare ogni notte le sue ore sarebbero trascorse certamente più in fretta e si sarebbe sentito meno infelice. Magliocco aveva contrato in guerra la strana malattia. Fu la drammatica conseguenza di un episodio di guerra verificatosi ad Addis Abeba, una mattina del maggio 1941. Il 6 aprile gli inglesi avevano occupato la città. A quei tempi il mio intervistato era impiegato militarizzato all’aeroporto e, per questa sua qualifica, non lo avevano fatto prigioniero. Erano giorni di grande confusione. Per giorni il militare e i suoi colleghi non erano riusciti a chiudere occhio. Quella mattina dell’incidente, il soldato si era un po’ assopito, vinto dalla stanchezza, quando la sua brandina fu scossa violentemente da un paio di strattoni. Erano due soldati inglesi che urlavano e gli intimavano di alzarsi, avendo le pistole puntate contro di lui con aria decisamente minacciosa. Quando, destandosi, Magliocco aprì gli occhi, quella scena violenta provocò in lui uno stato di agghiacciante spavento. Ebbe quel che si dice uno choc, la paura gli mozzò il respiro per alcuni lunghissimi istanti. Magliocco e i suoi compagni furono portati in cortile; poi all’ufficio di polizia, dove restarono per alcune ore, in fila e con le mani alzate, mentre un sergente armato fino ai denti diceva di tanto in tanto: “Forse vi fucileranno…”. Invece, non furono fucilati, ma interrogati lungamente e poi lasciati liberi. La sera Magliocco non riuscì a prendere sonno. Per tutta la notte tornò davanti ai suoi occhi quella scena della mattina: i due inglesi con le pistole spianate…Neanche la notte successiva riuscì a prendere sonno, e così ogni notte per 17 anni. Dopo quella mia intervista notturna, lo persi di vista e ogni tanto mi chiedo se il supplizio della sua insonnia continuò. Penso anche che le guerre sono tutte uguali, come le vicende dolorose che si trascinano dietro.

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