
di Marcello Martelli
Teramo 17 novembre
Il Gruppo FS annuncia che, per i prossimi dieci anni, investirà tra i 10 e i 12 miliardi all’anno. “E’ un grosso salto- avverte Luigi Ferraris, amministratore delegato -dentro questi investimenti non ci sono solo le opere infrastrutturali ma treni, tecnologia, manutenzione”. Un discorso che, ancora una volta, accende i riflettori sul settore dei trasporti, che avrà un ruolo sempre più cruciale. Ma qui nessuno sente né prende nota.
Anche se i nuovi investimenti saranno estesi alle linee locali, portando un effetto paesaggistico grazie all’eliminazione dei sistemi di segnalamento che oggi costeggiano i binari. Il treno è il mezzo di trasporto più efficiente dal punto di vista energetico e con il minor impatto ambientale? Embè? Sul nostro territorio avremmo bisogno di innovazione e più tecnologia, più ferro e più treni di ultima generazione? E chissene… Da più di dieci anni “martelliamo” sul ferro rovente del treno, ma qui la cultura della mobilità urbana è ostinatamente ferma alla bicicletta e ai monopattini elettrici. Così perdiamo, insieme con le generazioni future, tutti i treni che passano. Né sappiamo capire che, senza valorizzare innovando la ferrovia come trasporto per persone e merci, sarà un vulnus che pagheremo a caro prezzo. Con ritardi e disuguaglianze. Abbiamo urgente necessità di manager-medici del territorio che sanno credere nella “cura del ferro”, per accorciare le distanze con i conterranei, già a bordo dell’Alta Velocità e ci guardano da lontano, mentre in bicicletta pedaliamo faticosamente. Meno male che ci sono i monopattini.