HomeEditoriali“Bàkelet”, CHI ERA COSTUI?

“Bàkelet”, CHI ERA COSTUI?

Editoriale / 104

“Bàkelet”, CHI ERA COSTUI?

                                                                                                                                      di Pierluigi Palmieri

 Non è la pronuncia del nome che conta, l’importante è sapere di chi si sta parlando. A questa conclusione arrivai, dopo aver per tanto tempo ironizzato sul modo con cui  mia madre citava gli attori hollywoodiani di cui non aveva perso neanche un film. Dopo i primi approcci con la lingua inglese nei miei anni della scuola media, la spocchia dell’adolescente mi aveva spinto a criticarla perché per lei  Clark Gable  era “carcable” e Gary Cooper era “garicooper”.  Come pure “spencertraci” e “victormature” fino a “chircdouglas”, “audreiepburn” e “robertmitcum”.

Gary Cooper (garicooper!)

 “Così sta scritto e così lo dico!” mi aveva risposto al primo “richiamo”, ma quando,  negli anni successivi, con la sua consueta autoironia a richiesta ripeteva i nomi italianizzati delle “star di olivood”, non mancava di sottolineare che a lei la sua scuola non le aveva insegnato la pronuncia americana.  Ai  suoi tempi si andava a scuola per  apprendere “a leggere, a scrivere e far di conto”. Mamma Fedora aveva conseguito la licenza elementare negli anni  in cui i “barbarismi” erano vietati per legge e aveva vissuto la sua adolescenza a fare apprendistato di taglio e cucito. Intanto Giovanni Gentile scriveva la sua Riforma della scuola, i cui fondamenti, anche solo in parte vigono ancora oggi.  Il Ministro  infatti si guardò bene dall’inserire nei programmi lo studio della prima e della seconda lingua straniera, ma attribuiva, tra l’altro. un posto centrale allo studio della Storia.

 Allora, mi son detto, perché criticare certo Fontana per aver pronunciato il cognome di un certo Bachelet così come è scritto?

Il caso è stato denunciato niente meno che sul Corriere della Sera il 21 aprile scorso. Nella rubrica “Il Caffè”, Massimo Gravellini ha titolato il suo pezzo  “Se Fontana dice Bàkelet”. Il fondista del più importante giornale italiano si domanda “se storpia la pronuncia di Bachelet, significa che ha attraversato la vita senza mai imbattersi nel suo nome”. Il Fontana che ha salutato gli studenti dell’Istituto Comprensivo Vittorio “Bàkelet” di Ferrara, come Presidente della Camera, è plurilaureato e, come ricorda Gramellini è nato nell’aprile 1980, stesso anno il cui il 12 febbraio due killer delle Brigate Rosse hanno crivellato di colpi il professore Vittorio Bachelet sulla gradinata della Facoltà di Giurisprudenza della Sapienza di Roma.

Non solum, l’anno di piombo 1980 era iniziato con l’uccisione di Piersanti Mattarella e prima e dopo la morte di Bachelet, erano stati colpiti, da BR, NAR e Comitati Comunisti tantissimi magistrati, giornalisti, poliziotti imprenditori e semplici cittadini. Tobagi, Albanese, Amato, Gori, Mazzanti, Giacumbi, Minervini, Galli, Calvaligi, per fortuna sino cognomi facilmente pronunciabili. A loro come a Bachelet sono  intitolate, purtroppo alla memoria, centinaia di scuole e di strade. Di quelle dedicate al professore ucciso alla Sapienza, che fu, tra l’altro, Vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, se ne contato a decine su tutto il territorio nazionale, da Roma a Oggiono in Brianza, da Abbiategrasso a Gravina e Copertino nelle Puglie fino a Santa Maria in Vico di Caserta, oltre a Ferrara ovviamente.

Voglio quindi, ottimisticamente concludere che Lorenzo Fontana,  Presidente della Camera dei Deputati del Parlamento Italiano, non avendo frequentato solo la scuola elementare e quella di taglio e cucito, sia stato vittima di una distrazione.

Di conseguenza mi permetto di invitare gli studenti del “Bàkelet” di Ferrara a non avallare l’ironica preoccupazione di Massimo Gramellini che  ritiene che lorosi stiano domandando “se uno diventa presidente della Camera senza conoscere la storia d’Italia, perché mai dovremmo studiarla noi? “. E NO ragazzi voi la Storia la dovete studiare, riflettendo magari anche su quel “Carneade, chi era costui?“ del manzoniano e ruminante Don Lorenzo (mi correggo Don Abbondio) perché non è detto che uno di voi non possa diventare Presidente della Camera!

Nessun Commento

Inserisci un commento