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A TAVOLA CON D’ANNUNZIO SPECIALITA’ DELLA MIGLIORE TRADIZIONE ABRUZZESE

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 A TAVOLA CON D’ANNUNZIO SPECIALITA’

DELLA MIGLIORE TRADIZIONE ABRUZZESE

A tavola Gabriele d’Annunzio era molto contenuto. Raccontano che per la sua elezione in Parlamento, i fans del collegio elettorale di Ortona organizzarono una panarda in suo onore. E per sottrarsi al supplizio di quel banchetto interminabile della tradizione abruzzese, il neo-onorevole simulò uno svenimento.

Nel Vittoriale degli Italiani, a Gardone, riceveva ospiti in continuazione, specie di genere femminile. C’era (e c’è) una grande sala per accogliere gli ospiti, ma a pranzo e a cena il poeta-soldato non si faceva vedere quasi mai. Paola Sorge, che di recente ho incontrato a Nereto, sa tutto sulla gastronomia dannunziana e lo ha piacevolmente documentato nel suo interessante libro edito da Electa (“A Tavola con d’Annunzio”, pagg.198). Il Vate era un superuomo, un seduttore e non amava i riti lenti della convivialità. “Molto più facile -sottolinea la sua biografa Paola Sorge- è immaginarlo accanto a una bella donna, impegnato nei preliminari, per lui così importanti, di una liaison o di una battaglia amorosa”.

D’estate le sue preferenze erano per i cibi semplici preparati nel convento di Francavilla dalla bella Adriana, moglie di Michetti, ma anche per l’insuperabile zuppa di pesce cucinata personalmente dal suo amico Ciccillo. Al Vittoriale non mancano mai i sapori genuini d’Abruzzo: burro e formaggi della Maiella; uova e mandorle de l’Aquila; la porchetta d’oro; il “pan rozzo” dei contadini abruzzesi che il pasticciere pescarese Luigi D’Amico trasforma in “parrozzo”.

Le frequenti gite degli artisti del Cenacolo prevedono deviazioni verso Nereto, dove c’è Vinca Sorge, giovane, colta e bella. Il Vate è attirato dal sorriso della padrona di casa, ma anche dalle gustose specialità della cuoca Marietta: capra alla neretese, papera muta e il raffinato tacchino.

Nell’autunno del 1937, pochi mesi prima della sua dipartita, d’Annunzio riceve una delegazione di conterranei e, in schietto dialetto abruzzese, discute della ricetta del mitico brodetto pescarese e dei maccheroni alla chitarra come estremo omaggio alla sua terra d’Abruzzo.

Insomma, nella nostra battaglia contro cibi sintetici e farina di grilli, in prima fila, al nostro fianco, c’è anche il Vate immortale. E vi pare poco?

(Marcello Martelli  – Facebook aprile 2023)

 

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