L’assessore alla sanità tuona: “Il 30% dei migranti trasferiti in Abruzzo è positivo al Covid-19”

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“La percentuale di positivi al Covid 19 tra i migranti trasferiti in Abruzzo è pari al 30 per cento del totale: un livello allarmante, che rischia di mettere a repentaglio i sacrifici degli ultimi mesi dei nostri concittadini e gli sforzi che le imprese stanno mettendo in campo per ripartire in un momento così drammatico per la nostra economia”.

L’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, interviene dopo i numerosi casi di positività al Covid 19 registrati tra i migranti arrivati da Lampedusa nelle strutture individuate dal Ministero dell’Interno sul nostro territorio.

“Finora – puntualizza l’assessore – in Abruzzo siamo riusciti a rispondere in modo efficace all’emergenza Coronavirus, allestendo un sistema efficiente di presa in carico e cura dei pazienti, oltre a garantire un tracciamento puntuale dei contatti dei positivi. Questi trasferimenti rischiano di provocare enormi difficoltà alla rete sanitaria regionale”.

La Verì rimarca come sia indispensabile non sottoporre solo a test sierologico i migranti sbarcati in Italia.

“Esami evidentemente non sufficienti – continua – perché i tamponi, effettuati dalle nostre strutture sanitarie all’arrivo in Abruzzo, hanno stabilito che non erano affatto negativi al virus. Lancio un appello al governo nazionale, affinché sottoponga i migranti che arrivano sulle nostre coste a tampone obbligatorio e non solo a test sierologico”.

L’assessore Verì rassicura gli abruzzesi sul contenimento dei casi che finora hanno riguardato i migranti arrivati nella nostra Regione.

“Fino ad oggi – conclude – sono stati tutti isolati e sono costantemente sotto controllo nelle strutture che li accolgono. Il problema, però, ora va risolto perché le scelte di alcune componenti del governo nazionale non possono distruggere quello che gli abruzzesi, come tutti gli italiani, hanno fatto in questi mesi per affrontare l’emergenza”.

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