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GIACOMO AGOSTINI : 15 titoli e 80 anni…AUGURI!

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GIACOMO AGOSTINI : 15 titoli e 80 anni…AUGURI!

 

Gli voglio bene da più di cinquant’anni. L’ho amato e ammirato per la sua grandezza sportiva prima ancora di fare il mestiere che faccio. Poi, grazie a un bellissimo destino, abbiamo percorso tanti pezzi di vita (e decine di migliaia di chilometri) assieme: e ho avuto la gioia di scrivere milioni di parole su di lui, raccontando Daytona e Imatra, Monza e Anderstorp, Imola e il Nurburgring, il Tourist Trophy e… il circuito di Riccione. Quando, qualche anno fa, Rai Sport gli dedicò una bel programma monografico chiese esplicitamente che fossi io a stargli vicino in trasmissione per aiutarlo a narrare la sua storia: che, di riflesso, è in piccola parte anche la mia.

Mi fa un certo effetto fare gli auguri a Giacomo Agostini per i suoi 80 anni. Anche perché tutte le volte che lo rivedo trovo che non abbia perso un grammo della sua freschezza. Forse ha acquistato un pizzico di saggezza: ma, a pensarci bene, saggio lo è sempre stato, gestendo la sua carriera con un equilibrio e una lucidità pari al suo immenso talento

Non provo neanche ad avventurarmi in paragoni senza senso (ci sono dei numeri che parlano e non ammettono smentita), ma una cosa è certa: senza di lui non esisterebbe il motociclismo contemporaneo. Né dal punto di vista manageriale, né dal punto di vista dell’immagine, né dal punto di vista della diffusione planetaria. La sua professionalità e la sua serietà sono state pari (anzi superiori) alla fama di “mondanità” che certo non ha mai fatto nulla per contraddire. Ma anche sull’estetica del campione bello e seducente ha saputo costruire un “percorso” che alla fine non ha fatto altro che corroborare ulteriormente il suo mito.

Ripeto, se esiste un motociclismo “moderno” lo si deve a lui: alla sua meticolosità, al suo impegno nel non lasciare mai nulla al caso (dalle tecniche di preparazione e di allenamento, alla fanatica messa a punto dei mezzi su cui ha gareggiato, alle scelte che ha fatto nei momenti giusti). Certamente la sorte non gli è mai stata nemica: ma con la sorte bisogna a volte avere le armi con cui scendere a patti. E’ sopravvissuto a un’epoca fatta anche di grandi dolori, ma non si vincono quindici titoli mondiali se non si è un campione senza se e senza ma.

E poi, per quanto mi riguarda, è un amico: un amico intelligente (e certamente scaltro), generoso e disponibile. Tutti coloro che sono venuti dopo sono per un verso o per l’altro “figli” suoi. Anche quelli che non lo sanno: anche quelli che non lo ammetteranno mai

Auguri Mino!

(Marino Bartoletti -Facebook -15 giugno 2022)

 

 

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