HomeEditorialiCARO FELTRI TI SCRIVO, Per le …”fregnacce” dell’ONU..

CARO FELTRI TI SCRIVO, Per le …”fregnacce” dell’ONU..

di Pierluigi Palmieri

Caro Feltri ti scrivo….l’accenno a L’anno che verrà di Dalla non è casuale. 

Leggo e ascolto sempre con simpatia Vittorio Feltri, che continua ad essere uno dei pochissimi giornalisti senza peli sulla lingua, che con il suo linguaggio sempre colorito solleva questioni che altri neanche sfiorano. 

La settimana scorsa ci ha regalato una “chicca ferragostana” non da poco perché, messa da parte ogni residua remora, ha lanciato un missile “terra aria” (dato l’argomento è proprio il caso di dirlo!) nei confronti dll’ONU, che ha definito un “club di fessacchiotti menagramo che se la tirano da menti eccelse”. Il riferimento è a tutta una serie di previsioni sui cambiamenti climatici fatte da “cervelloni ” finanziati dall’Organizzazione internazionale rivelatesi, nel tempo non realistiche. Dall’esaurimento del petrolio al raffreddamento globale e alle carestie più volte annunciate come imminenti, dalla scomparsa delle Maldive e del Porto di New York fino alla glaciazione della Gran Bretagna prevista per il 2024, l’elenco dellefregnacce della più bell’acqua” è abbastanza nutrito.

Ho da fare alcune osservazioni e “feltrianamente” mi permetto di esternarle senza remore.

Sulla questione petrolio anch’io non credo assolutamente a qualsiasi ipotesi di esaurimento delle fonti estrattive. A breve termine, come sottolinea Feltri, il problema non sussiste, e sarà lo stesso per i prossimi decenni: Anzi fonti Energit sostengono che grandi scorte potranno derivare da nuovi giacimenti che vanno dalla Patagonia al Canada, alla Rift Valley africana e che l’uso di speciali tecniche di estrazione faciliteranno l’accesso.. Il paradosso sta nel fatto che nello smentire le previsioni degli “inetti” dell’Onu in pratica Feltri ci tranquillizza e soprattutto ci distrae dalla possibilità di continuare ad usufruire di un prodotto a forte emissione del velenoso CO2..

Feltri sostiene anche che se non ci fosse stata Greta Tumberg nessuno si sarebbe messo in testa che il nostro habitat sia sul punto di friggere”. Confesso che, a prima vista,la foto che ritrae la studentessa svedese che tiene in mano il cartellone con la scritta “sciopero scolastico per il climami è sembrata una posa non spontanea, bensì studiata da un adulto (attivista, insegnante o genitore) esperto in pubblicità che aveva individuato nel volto e nel fisico di Greta il mezzo migliore per diffondere il messaggio ambientalista. I fatti mi hanno smentito, ma non me ne dispiaccio, perché da Stoccolma, passando per Bruxelles e Londra è arrivata a Katovice dove con motivazioni opposte a quelle del Direttore di Libero contro i vertici delle Nazioni Unite ha sparato potenti “missili terra- aria”  :“ Non siete abbastanza maturi da dire le cose come stanno”; “Lasciate persino questo fardello a noi bambini”  ” La biosfera è sacrificata perché alcuni possano vivere in maniera lussuosa”., “Se è impossibile trovare soluzioni all’interno di questo sistema, allora dobbiamo cambiare sistema”.

Feltri sulla Tumberg si è proprio distratto, sia perché la “ragazzina”su l’ONU, anche se con motivazioni diverse, la pensa proprio come lui, sia perché Greta ha iniziato la sua protesta nell’estate in cui a causa di formidabili ondate di calore , ettari di boschi svedesi erano andati in fiamme e che,con i suoi sistematici sit-in davanti al Parlamento di Svezia, chiedeva la riduzione delle emissioni di CO2.

Oggi dal nord al sud d’Italia i boschi bruciano e anche in tutto il mondo sono stati raggiunti livelli drammatici. Sappiamo che da noi c’è una buona parte di dolo dietro questo devastante fenomeno, ma che anche l’autocombustione in assenza di unadeguata prevenzione ha un ruolo importante. Ne parla in modo appropriato proprio in questo numero della Rivista della Domenica nella sua rubrica “Io penso” un decano del giornalismo come Marcello Martelli. Gli fa eco Raniero Regni,che da mesi su queste pagine, affronta il problema dell’inquinamento ambientale e delle emissioni velenose nel suo spazio (Il limite) attraverso un’analisi lucida e documentata. Proprio in questo numero afferma che “i cambiamenti climatici sono l’inveramento preciso di questa teoria. Gli eventi estremi e catastrofici sono diversi dalla peste di Atene o dall’esplosione del Vesuvio. La pandemia e il riscaldamento globale sono reazioni dell’ecosistema all’azione artificiale dell’essere umano. Siamo noi la causa del nostro male.  dovremmo correre ai ripari con azioni di mitigazione e di adattamento. Non posso che manifestare preoccupazione per l’eccesso di ottimismo del carismatico giornalista, che proprio perché tale, avrebbe dovuto “pesare” di più le sue parole. Il rischio è che ai no-vax si affianchino i no-clima. Non possiamo permettercelo  perché “la capacità di anticipare un rischio” è sempre Regni a ricordarcelo ” consente di non trasformare le emergenze in panico sociale e le paure in catastrofi, ovvero di non superare il limite del non ritorno

Ecco perché, ben sapendo che la canzone di Dalla va anche oltre l’utopia ma che  è anche una denuncia, …mi permetto di dire:Caro Feltri ti scrivo, così… .

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