HomeLa RivistaAttualità e AmarcordLe tre tappe del “viaggio” della pandemia

Le tre tappe del “viaggio” della pandemia

Nel suo libro-fotoreportage “Linea di confine”, Giampiero Marcocci ha incluso anche il mio quotidiano “viaggio” della pandemia insieme con Anna Maria. La mia è in tre tappe: giornali e tv, biblioteca, giardino. Un percorso pieno di sorprese e incontri d’altro tipo.

Prima tappa. Il bello di una vita al rallentatore è nella riscoperta delle mura domestiche, vissute senza l’assillo di orari e appuntamenti in città. Con un pendolarismo tutto nuovo fra comode dormite, soste lunghe sul divano e davanti alla tv o leggendo i giornali. Per attingere la quotidiana dose di rassicuranti ultime notizie, saltabeccando fra cronache e virologi ospiti in studio.

Seconda tappa. In biblioteca, per lunghi viaggi che abbracciano il mondo. Un passatempo distensivo per riempire le interminabili ore di detenzione in casa, passando dal riordino di vecchie carte alla rassegna di libri trascurati o mai letti. Fra curiosità e sorprese, ecco un volume di Piero Chiara, “narratore anestetico” per questo nostro tempo plumbeo e incerto (“Le corna del diavolo. Il piatto piange. Club degli Editori,1978”). L’allucinante revival dello scrittore, lettura pedagogica sempre attuale, chiude con il ritratto di un ex ricco rovinato dalle banche, che una mattina va dritto all’edicola per comperare il giornale. In prima pagina trova la lieta notizia che, con la sua vocina stridula, diffonde nel paese sbigottito e rassegnato a morire: “E’ finita la spagnola!”. Ma non tutti ne furono contenti. Spagnola o Coronavirus, le

epidemie e il loro tragico bilancio sono sempre uguali. Come la miope impreparazione degli umani che ne pagano il prezzo in vittime e danni.

Terza tappa.

Approfitto del bel tempo e sosto in giardino, che si è rivelato la scoperta più affollata e attrattiva della quotidiana passeggiata domestica. Dove nei mesi di forzato isolamento, sono stato in compagnia dei pesci che nuotano nel laghetto, delle rondini che costruiscono il nido sotto la grondaia e del folto assembramento di formiche, senza distanze di sicurezza. Poi, il riccio che spunta improvvisamente dal vicino cespuglio e i merli dal becco giallo che fanno le loro passerelle sul prato verde. Ma bisogna attendere la sera per accogliere altri ospiti di questo piccolo mondo surreale: le lucciole. Simboli suggestivi di salute ambientale, ma in declino soprattutto nel Belpaese. Piccole stelle sopravvissute allo sterminio di pesticidi, cementificazione e inquinamento. Una presenza miracolosa e suggestiva che, attorno alla mia casa, porta un gradito messaggio di sollievo, con una luce di sognante ottimismo.

FOTOREPORTAGE DI GIAMPIERO MARCOCCI CON LE STORIE PERSONALI DI QUESTO DRAMMA DELLA PANDEMIA

Ci sono molte strade per uscire dalle noie della pandemia. Anche quelle che possono trasformare sofferenza e noia in una occasione di opportunità. Come ha saputo fare Giampiero Marcocci che, da eccellente maestro dell’obiettivo, ha raccolto in un bel libro fresco di stampa immagini e riflessioni per raccontare storie personali di coraggio e palpitante umanità. “Linea di confine”, questo il titolo significativo di viva attualità, con testimonianze che arrivano dall’intimità di un dramma che tutti stiamo vivendo, giorno dopo giorno, nell’altalena di luci e ombre degli arresti domestici. Giampiero e la sua macchina fotografica, fin dai primi giorni della pandemia iniziata ormai un anno fa, sono entrati nella intimità delle case di amici e conoscenti trasformate in trincee antivirus. Anzi, quasi sempre, hanno trovato ospitalità rimediata e discreta fuori dalla porta, negli androni, nei cortili o nei giardini “per fotografare con la mascherina che rendeva tutti uguali nell’angoscia e nella paura del virus”. In pagine illustrate da belle immagini troviamo uno spaccato della città e del territorio con tutti i rappresentanti delle diverse categorie che scrivono la propria esperienza del lockdown, in un interessante diario di sentimenti ed emozioni. “Sentivo-spiega Giampiero- che bisognava fermare sensazioni, ansie, paure, riflessioni, dolori, preoccupazioni, incertezze, visioni, esperienze di tutti che, con le loro storie personali, hanno saputo rendere la propria esperienza una toccante storia universale”. Un nobile e impegnativo progetto perfettamente riuscito per offrirci un libro da leggere, guardare e riflettere con tutto il meglio e il peggio di questa pandemia che, purtroppo, ancora continua.

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