HomeEventiAl Tagliacozzo festival ecco il Gianni Schicci di Puccini con Vaccari, Bologna e Vestri.

Al Tagliacozzo festival ecco il Gianni Schicci di Puccini con Vaccari, Bologna e Vestri.

Nonostante le difficoltà dettate dall’emergenza COVID – 19, Tagliacozzo Festival fa un miracolo e, tra i pochissimi Festival e Teatri in Italia, non tradisce se stesso e produce un’opera lirica: Gianni Schicchi di Giacomo Puccini in doppio turno, domani Martedì 18 Agosto alle 19.00 e poi alle 21.30.

Gianni Schicchi è un’opera comica in un atto su libretto di Giovacchino Forzano basato su un episodio del Canto XXX dell’Inferno di Dante (vv. 22-48). Fa parte del Trittico. La prima assoluta ha avuto luogo il 14 dicembre 1918 al Metropolitan di New York. Il Festival Puccini ha celebrato il centenario dell’Opera nel 2018 al Gran Teatro Puccini con la direzione di Jacopo Sipari di Pescasseroli e l’Orchestra Regionale Toscana. Fino al 2009 ha avuto 138 recite al Metropolitan. Del Trittico, Gianni Schicchi fu l’opera che godette subito del successo maggiore ed iniziò quindi ben presto ad avere vita autonoma, nonostante l’esplicita volontà di Puccini che le tre opere andassero sempre in scena assieme e mai in abbinamento con altri titoli.

Con allestimento completamente nuovo, l’opera è prevista nella meravigliosa cornice del Chiostro di San Francesco per la direzione del grande direttore anglo – tedesco Alexander Frey per la visionaria regia di uno dei più straordinari registi italiani: Giandomenico Vaccari: Gianni Schicchi è un’opera diversa da tutto il resto della produzione di Puccini. E’ lontana anni luce dal martirologio delle donne autosacrificate in nome degli amori più avventurosi e difficili ma anche dalle stesse due opere sorelle che la precedono nel Trittico, Il Tabarro e Suor Angelica. Se si vuole cercare a tutti i costi un simulacro di rapporto con altri pezzi della drammaturgia pucciniana lo si può trovare, a fatica, nei geniali squarci delle tre maschere Ping Pong Pang della Turandot, testamento e atto di uscita dal mondo del compositore toscano. Tutto il resto è diverso, isolato, peculiare, irripetibile. Nel Gianni Schicchi regna sovrana un’ironia senza fine i cui esiti più che comici in senso stretto, sono grotteschi e deformanti. Non c’è pagina dell’opera dove l’ironia non sia al lavoro per deprezzare, scarnificare e mercificare ogni sentimento ed ogni certezza della vita umana. La morte è un’opportunità di guadagno e basta, il dolore non è contemplato, l’avidità è una condizione normale dell’uomo, l’amore è un trastullo per giovani, l’etica, se mai c’è stata, è dimenticata da tempo e, soprattutto, la legge e la giustizia sono particolari trascurabili al punto che il protagonista è un simpatico gangster, geniale e istrionico e noi lo amiamo e ammiriamo.

Gianni Schicchi è un vero paradosso postmoderno, una piccola premonizione in musica del cosiddetto “metodo mitico” di matrice letteraria e anglosassone”.

Con una regia del tutto nuova e un’ambientazione assolutamente innovativa, Vaccari immagina di trasferire il capolavoro di Puccini dal Medioevo al ‘900 regalando suggestioni assolutamente uniche: “Seguiamo la storia della postmodernità ed ambientiamo l’opera negli anni sessanta – continua Vaccari – il tempo del boom economico, dell’irruzione della prima tecnologia trionfante nelle nostre case e guardiamo brevemente i nostri protagonisti. Da una parte troviamo “i vecchi” con il morto Buoso in testa e Zita e Simone subito dopo. Dall’altra parte “i giovani” Gherardino, Rinuccio e Lauretta. I primi sono avidi di denaro, gli altri di amore e vita. In mezzo c’è lui, Gianni Schicchi, il nuovo borghese italiano che non conosce ostacoli all’affermazione della sua intelligenza e del suo successo a spese di tutto e soprattutto della legge. La scena sarà spaccata in tre. A sinistra il passato polveroso e oscuro, in mezzo un ingresso di passaggio e a destra il “mondo nuovo” con la televisione, la lavatrice e la cucina componibile. E poi ci siamo noi che da 102 anni percepiamo divertiti e attoniti questo luciferino capolavoro”.

Straordinario il Cast con i giovani talenti dell’Accademia di Donata d’Annunzio Lombardi e insieme alle star della lirica Sergio Bologna e Annunziata Vestri.

Al pianoforte Vincenzo De Lucia, tra i migliori maestri collaboratori italiani, già collaboratore di numerosi teatri tra cui “Teatro Municipale Valli” di Reggio Emilia, “Teatro V.Bellini” di Catania, “Gran Teatro G. Puccini” di Torre del Lago, “Teatro L. Pavarotti” di Modena, “Teatro Verdi” di Pisa e di alcuni tra i più grandi interpreti internazionali come Giovanna Casolla, Renata Lamanda, Luigi Roni, Anatoly Levin e Ilya Grubert.

“Siamo davvero felici – dice Sipari – di poter ospitare Gianni Schicchi, opera che io amo moltissimo. La sua estrema modernità e la coinvolgente musica trasporteranno i nostri affezionati in un viaggio di forti emozioni e divertimento. Grazie a Giandomenico Vaccari, autentico genio del palcoscenico, per aver realizzato un piccolo capolavoro”.

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