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Marcus Vinícius da Cruz de Mello Moraes  (Vinícius de Moraes) (Rio de Janeiro, 19 - 10 -1913 / 9 - 7 -1980)  poeta, cantante, compositore, drammaturgo. Nasce in una famiglia ricca, autore di testi famosi, da una sua opera fu girato il film Orfeo negro. Nel libro Vinicius de Moraes:

LA RIFLESSIONE DELLA STUDENTESSA SOFIA BEATRICE GRILLI

 IN MEMORIA DI GILBERTO MALVESTUTO

 

                                                                                                                             Bologna, 21 aprile 1945

A te del futuro,

a te che sei ancora giovane e hai tutta la vita davanti, auguro di viverla a pieno, di non lasciartela strappare via e di combattere per ciò in cui credi. Ti scrivo con la speranza che le azioni che sto compiendo abbiano un effetto positivo anche su di te, anche se non ti conosco, anche se non esisti ancora.

Attraversando l’Appennino siamo finalmente riusciti a liberare Bologna. Adesso è di nuovo indipendente. La folla si è accalcata e ci ha abbracciato. Facevo fatica a passare tra di loro. Dalle finestre e dai balconi migliaia di bandiere e drappi tricolori si muovevano con il vento di primavera, mentre migliaia di volantini che inneggiano alla resistenza volteggiavano a lungo sulla moltitudine per la libertà riconquistata. Suona per la prima volta dopo tanto tempo il campanone della torre del capitano del popolo. Le emozioni sono molte, tra soddisfazione, felicità e paura. Abbiamo affrontato tutto per arrivare a questo punto. La fame, il freddo, le malattie, non ci hanno fermato, anzi. Tra la folla, una ragazza mi è venuta incontro e stringendomi mi ha detto: “Grazie Tenente!”. Ma io penso sempre alla mia Leda, che presto diventerà mia moglie. Sì, penso che tornerò a Sulmona, non so come. Non so quando. So però che devo sfuggire alla furia tedesca. Probabilmente tornerò al mio lavoro di capostazione. Vorrei potertelo raccontare ancora più in dettaglio, anche se so che molte cose forse non possono essere comprese, con la speranza che tu non dia mai per scontato di poter scegliere, di non dover salutare amici e poi non rivederli più, mangiati dall’orrore della guerra, ti auguro di non dover mai temere per la tua vita come lo stiamo facendo noi. Immagina di vivere senza la sicurezza che la tua libertà sia tutelata. Immagina di vivere in un mondo in cui puoi uscire di casa, ma non hai la sicurezza di tornarci, solo perché un esercito straniero o italiano ha il semplice sospetto che la popolazione civile di cui fai parte sostenga i partigiani. Questo è successo a Pietransieri il 21 novembre 1943, zona che rappresenta uno dei capisaldi della linea difensiva Gustav su cui le forze armate tedesche si sono attestate dopo lo sbarco alleato a Salerno. In località bosco di Limmari i soldati tedeschi hanno trucidato 128 persone, tra essi 34 bambini al di sotto dei 10 anni e un bambino di un mese. Non ti cullare nella tua condizione privilegiata e non ignorare ciò che ti circonda. Come vivresti se oggi, intellettuali, contadini e pastori, militari tornati dal fronte e carabinieri, non avessero detto “No” ai soprusi e alle violenze che stavano subendo? Probabilmente non avresti neanche la possibilità di leggere questa lettera. Probabilmente sarebbe bruciata, come ogni altra cosa che si vuole cancellare.

Ora, però, onora i sacrifici fatti affinché tu potessi vivere liberamente. Giovani come te hanno lasciato famiglia, affetti, studi, lavoro, per concentrarsi sul bene comune, sulla libertà collettiva. Giovani che non hanno scelto di girare e abbassare la testa di fronte alle ingiustizie subite, ma che l’hanno tenuta alta e hanno combattuto affinché oggi non dovessi farlo tu.i scrivo senza la certezza che tu leggerai le mie parole, o che avrai modo di conoscermi. Ti scrivo  perché devi e dovete sapere ciò che è stato, per poter vivere ciò che sarà al meglio. Infine, continuate a ricordare, perché l’eroismo non si ferma solo ai combattimenti e agli scontri armati, ma l’impegno continua anche dopo, con la testimonianza civile e l’istruzione dei più giovani a temi che non devono essere dimenticati. Un ruolo tanto nobile, quanto la missione liberatrice in sé, perché come scrisse Cicerone, “La memoria è tesoro e custode di tutte le cose.”

Sai, anche gli antichi Greci avevano un vero e proprio culto della memoria: Memoria (o Mnemosyne) era considerata la madre delle Muse; le gesta degli eroi erano cantate e ricordate, e da questo derivano i grandi poemi epici. Ai poeti era affidato il compito di trasmettere la memoria, senza la quale un popolo perdeva la sua identità e finiva anch’esso per svanire.

Cercate di non svanire, dunque. Cercate di ricordare, per coloro che hanno combattuto in nome di un futuro migliore, per voi stessi e per coloro che verranno dopo di voi, perché gli dovete almeno questo.

Con affetto,                                                                                                        Gilberto

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