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E’ ORA DI PENSARE AI NOSTRI RISPARMI Tra tenuta delle banche e abnorme indebitamento dello Stato

Valore&Valori / 68

E’ ORA DI PENSARE AI NOSTRI RISPARMI

Tra tenuta delle banche e abnorme indebitamento dello Stato

di Mario Travaglini

BENTORNATO Travaglini !

Per circa tre mesi il maledetto Covid  ci ha privato della penna di Mario Travaglini. Il nostro superesperto di Economia e Finanza, che ci regala settimanalmente anche coinvolgenti  “assaggi” di vini selezionati, torna a pubblicare i suoi  contributi e a mantenere alto il tono della nostra Rivista.  Peraltro nel prossimo numero inseriremo la sua critica  alla riduzione del numero dei parlamentari dal titolo emblematico “Furto di democrazia” che risale  al settembre del 2020, ma che, con la lungimiranza che contraddistingue Travaglini, anticipava gli effetti deleteri della legge costituzionale, monca di una necessaria revisione del sistema elettorale.  Salutiamo Mario Travaglini con un  bentornato  a cui, siamo convinti si uniranno anche gli affezionati lettori della sua Rubrica “Valore&Valori”.

                                                                                                                          (PLP)

Essere preoccupati per i nostri risparmi è oggi un dovere.  L’orizzonte è molto nebuloso ed incerto non tanto per i fatti già avvenuti (Covid 19, guerra ucraina ) quanto per quelli che si apprestano a concretizzarsi nei prossimi mesi come, per esempio, l’evoluzione dell’inflazione, la dimensione che assumerà la recessione, il peso e le conseguenze che deriveranno dalla modifica geopolitica mondiale e, come già ho avuto modo di scrivere qualche settimana addietro, dall’obbligo che sarà imposto nell’uso della moneta digitale che le banche centrali stanno studiando già da qualche tempo.

Chi ha faticosamente accumulato negli anni il proprio gruzzolo deve cominciare a porsi qualche domanda. La prima che mi viene in  mente è la seguente: ”Quanto sono sicure le banche con le quali intratteniamo rapporti ?”

 Se guardiamo ai crediti inesigibili, agli NPL, alle bolle, ai collassi monetari, alle acquisizioni ed alle dismissioni non possiamo che essere preoccupati. Le trasformazioni in atto nel sistema sono talmente profonde che nulla sarà come prima, quando ancora un istituto di credito era sinonimo di sicurezza e di intangibilità. Giusto per sintetizzare ricordo che negli ultimi dieci anni sono sparite 266 banche, sono stati chiusi ben 10216 sportelli, licenziati o accompagnati all’uscita con il sistema di bonus incentivanti ben cinquantamila impiegati. Le sofferenze, dette anche crediti di difficile esazione, esplosi al rialzo con la crisi del 2008 sono ulteriormente cresciuti con la pandemia e continuano ad aumentare per via degli effetti legati alla guerra ucraino-russa. Il corollario che rende il quadro ancor più preoccupante è l’abnorme livello di indebitamento dello Stato e delle imprese, mai raggiunto negli anni precedenti. Un livello di indebitamento allarmante che mi porta dritto alla seconda domanda : “Fino a quando reggerà il sistema e quale sarà il comportamento dello Stato? ” Dal punto di vista temporale credo che neppure una cartomante  sia in grado di indicare il momento in cui cederanno gli argini, mentre tra le possibili  azioni che verranno intraprese dallo Stato occorre essere vigili sin da subito perché la favoletta che ci raccontano sulla protezione dei conti di deposito sino a centomila euro lascia il tempo che trova. Infatti, se a fallire sarà   una banca di piccole o medie  dimensioni la garanzia potrebbe anche reggere, ma se, al contrario, dovesse scoppiare un bubbone in Banca Intesa o in Unicredit il Governo pur di salvare la banca in dissesto non esiterà ad usare anche il denaro dei risparmiatori, come d’altra parte è già avvenuto in passato. Alternative non c’è ne sono. Se vogliamo dunque salvare i nostri risparmi e metterli al sicuro è bene cominciare a pensare ad azioni difensive alle quali non immaginavamo mai di dover  far ricorso. Una di queste riguarda i risparmiatori che hanno nel loro portafoglio uno o più titoli emessi dallo Stato (BTP,  BOT,  CCT, CTZ), fino al 2012 considerati come l’investimento più sicuro in assoluto.  E’ il caso di ricordare che in quell’anno il prof. Mario Monti, mentre ci distraeva  con la legge Fornero sulle pensioni, sull’obbligo di pareggio in bilancio ed altre amenità, ebbe il coraggio di introdurre nel silenzio generale le “Clausole di Azione Collettiva”, il cui cui acronimo (CAC) è tutto un programma. Queste clausole, in sintesi, consentono al Governo di utilizzare i titoli di Stato detenuti dai risparmiatori  per destinarli alla copertura di esigenze di bilancio senza che questi ultimi possano opporsi se non in modo del tutto velleitario. Nel pratico può accadere quanto segue : il Governo,qualora non fosse nella condizione di rimborsare i titoli a scadenza, potrebbe chiedere ai detentori di accettare rimborsi anche inferiori al 50% del valore nominale ovvero rinnovare i titoli per altri 5 o 10 anni ma a tassi inferiori rispetto a quelli a suo tempo concordati (per esempio dal 2,5% allo 0,5%). Un’altra azione difensiva alla quale dobbiamo pensare è quella di valutare attentamente la banca della quale siamo clienti perché non tutte saranno in grado di reggere e di adeguarsi ai cambiamenti in atto, compresa la guerra che verosimilmente scoppierà tra banche commerciali e banche centrali quando queste ultime tenteranno di introdurre la moneta digitale (vedasi articoli precedenti). Evito di fare analisi tecniche troppo complesse sui bilanci e di indicare che tale banca è migliore di tal altra, ma è evidente che esse non sono tutte uguali. I grafici di borsa, sotto riportati e riferiti al periodo 2015 ad oggi, sono talmente espliciti che ognuno può rendersene conto.

Cominciamo con quello di Intesa San Paolo:

Ecco quello di Unicredit

Gli ultimi tre grafici si riferiscono a Mediolanum, Fineco e Deucht Bank

Detto che le banche non sono tutte uguali vediamo come possiamo diversificare il rischio ed aumentare il grado di protezione nel caso in cui si dovesse verificare un collasso finanziario o monetario. A mio parere l’allocazione meno pericolosa potrebbe essere la seguente:

– Banche sicure

– Oro

– Stablecoin

– Roboadvisor

– Crowdinvesting.

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