HomeLa RivistaAttualità e AmarcordQUALI DISCOTECHE DOPO LA PANDEMIA?

QUALI DISCOTECHE DOPO LA PANDEMIA?

Attualità / 55               

di Sandro Valletta

Le discoteche tornano ad essere locali dove prima di tutto importante è socializzare. Molto spazio al dialogo, quindi, con l’apertura di “wine bar” (il consumo di superalcolici è in netta diminuzione) ed aree di decompressione prive di musica. Per questo arriva una nuova tendenza: addio ai divanetti, arriva il lettone multiplo. Di fatto, si apre il ventaglio delle offerte e si stringe la pista da ballo con la discoteca intesa come luogo d’incontro, dove ballare, ascoltare musica, ma anche mangiare e chiacchierare. Un nuovo ruolo della discoteca che prevede, di conseguenza, un sostanziale adeguamento logistico e di immagine. Anche l’orario è destinato a dilatarsi: si entra alle 18 per un aperitivo, accompagnato da rilassante musica “Lounge”, sì cena al ritmo della “Chili Out” e si va avanti fino a notte, passando via via per tutti i generi più richiesti: House, Afro House, Acid Jazz. La pista da ballo diventa più piccola, gettonatissime le “One-Night”, le serate a tema che corrono sul filo degli sms. Sono strategie che rispondono a nuove e precise domande di mercato, a seguito della pandemia da “Covid-19”. E già il 40% dei locali si sta ristrutturando in questo senso. Le cubiste, poi, rappresentano, in qualche modo, la parte più «visibile» di questo cambiamento. Ad un abbigliamento aggressivo e talvolta anche azzardato, se ne sta sostituendo uno più sobrio, pur rimanendo giocoforza provocante. Cambiamento anche in tema di emissioni di decibel: sembra che l’Italia sia lo Stato membro con i limiti più rigidi in materia dì emissione. Più in generale l’industria della notte, il mondo delle discoteche in Italia, conta oltre 5.000 locali (60% discoteche, 20% dancing, 20% night), 50.000 addetti (più di 70.000 contando l’indotto), fattura complessivamente 3,2 mld. di euro e sta registrando una leggera ripresa. Oggi, il costo d’ingresso e quello della consumazione è in proporzione inferiore a quello praticato 3 anni fa. Gli italiani che frequentano le discoteche sono circa 4 milioni ogni fine settimana, il 25,9 per cento (su base annua) della popolazione. Il 28,6% sono ragazzi, il 23,3% ragazze. Da uno studio su dati Istat emerge che le Marche contano il maggior numero di frequentatori (33%), poi la Valle D’Aosta (31,4%) e Trentino (31%). L’Emilia Romagna è al quarto posto (28,9%), poi Toscana e Umbria (27,8 e 27,9%). La Lombardia si attesta sul 26,4%, mentre nel Lazio la media è del 24,6%. Fanalino di coda, il Molise dove la percentuale precipita al 20,8%. Più di due terzi dei frequentatori abituali di locali notturni ritengono soddisfacente l’attuale offerta di intrattenimento. In genere il gradimento è superiore tra i giovani (72,1%) e tra i residenti al nord (72,2%). Le motivazioni di base sono principalmente la varietà o possibilità di scelta (37,6% dei casi), la presenza di un numero elevato di locali (35,2%) e la presenza di offerte differenziate e per tutti i gusti ed esigenze (21,2%).  A chi esprime giudizi positivi si affiancano però molti frequentatori che  si dichiarano poco o per nulla soddisfatti dell’attuale offerta notturna.

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