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Benessere pisicofico / 47
Effetti farmacologici e “amorosi” della cocaina
di Miriam Marcedula e Luca Pitalis*
Il quadro sintomatico determinato dall’assunzione di basse dosi di cocaina può includere un miglioramento della concentrazione e dell’attenzione, una riduzione del senso di fatica ed un aumento della libido. Gli effetti tossici conseguenti all’assunzione di dosi elevate di cocaina possono determinare un quadro psicologico simile alla psicosi caratterizzato da comportamento confuso e disorganizzato, irritabilità, panico, paranoia e comportamenti antisociali ed aggressivi.
Gli effetti fisici principali comprendono un aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e della temperatura corporea. Inoltre si osserva un aumento del ritmo respiratorio, dilatazione della pupilla e calo dell’appetito. In seguito ad overdose si osservano convulsioni, stupore e aritmie cardiache, che possono portare ad uno stato di coma o addirittura ad un arresto cardiaco. Analogamente, quando in una relazione tossica si giunge ad un punto di non ritorno, caratterizzato dalla forte manipolazione e dalla irrefrenabile gelosia rivolta nei confronti del partner, le conseguenze possono essere gesti estremi e irreversibili.
Sebbene non si osservi tolleranza agli effetti stimolanti, l’assunzione cronica di cocaina determina tolleranza agli effetti euforici.
La cocaina blocca il recupero di dopamina nel terminale presinaptico una volta che questa è stata rilasciata dal terminale del neurone nella fessura sinaptica. La rimozione della dopamina dal terminale sinaptico avviene ad opera delle cosiddette proteine di trasporto che favoriscono l’assorbimento del neurotrasmettitore dall’esterno, all’interno del neurone. Agisce quindi sulla funzionalità delle proteine di trasporto, impedendo il riassorbimento del neurotrasmettitore “dopamina” all’interno del neurone, che va ad incidere a livello del sistema nervoso centrale.
E’ inoltre possibile che avvengano modificazioni nel numero dei recettori postsinaptici per la dopamina; è stato evidenziato sia un aumento che un decremento del numero di tali recettori, conseguente all’assunzione cronica dello stupefacente.
Il Dr. Higgins, professore di psicologia, di economia e direttore del “Motivation Science Center” presso la Columbia University, in alcuni dei suoi studi si sofferma sulla tendenza all’abuso di cocaina affermando che questa inclinazione sia, in parte, l’origine del suo effetto di rinforzo. Se la cocaina agisce come rinforzo, allora sarà in grado di orientare il comportamento di chi ne fa uso verso la ricerca ulteriore della droga.
Lo sviluppo della dipendenza può essere sostenuto da ripetute deprivazioni o interruzioni del rapporto: generalmente nella dipendenza da sostanze, le ripetute interruzioni non fanno altro che aumentare il desiderio e quindi facilitare lo sviluppo della dipendenza da quella sostanza.
Dopo l’interruzione dell’assunzione continuata di cocaina può insorgere una sindrome d’astinenza, caratterizzata da sonno prolungato, depressione, apatia, aumento dell’appetito e la spasmodica ricerca per la droga (craving). Durante l’astinenza da cocaina il sistema ‘gratificatore’ cerebrale risulta meno sensibile. Allo stesso modo quando un partner dipendente dall’altro, rivede la sua metà mancante e ha la possibilità di passare del tempo in sua compagnia, prova un forte senso di euforia e vive l’esperienza di un’accentuata attività dopaminergica. Quando invece vi è l’assenza del partner desiderato, la sensazione che si prova è la medesima dell’astinenza da droga: forte irascibilità, paranoia, inquietudine, sensazione di vuoto e craving per l‘altro D’altra parte, però, spesso questa modalità viene utilizzata in maniera consapevole proprio da coloro che sono l’oggetto di questa dipendenza, ad esempio, con prolungati periodi di assenza fisica o psicologica alternati a periodi di intensa vicinanza e partecipazione oppure sostituendo spesso la dolcezza e l’accudimento con comportamenti crudeli o abusanti.
Sebbene si abbia la consapevolezza che, dal punto di vista fisico, la cocaina abbia un’influenza dannosa, chi ne fa uso la trova straordinariamente stimolante e chiarificatrice per la mente, tanto da far passare i suoi aspetti nocivi in secondo piano.
Per quanto riguarda invece la dipendenza emotiva, sebbene non sia facile rendersi conto del momento preciso in cui si varca la soglia tra una passione “normale” ed una passione distruttiva, una volta giunti a questa consapevolezza, si fatica ad accoglierla.
Il piacere ed il benessere lasciano spazio alla sofferenza e alle umiliazioni fisiche, verbali e psicologi che prendono il sopravvento, dimostrando che è più facile accettare comportamenti devianti piuttosto che la perdita dell’altro.