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DOLCE VITA E DONNA SUPER AL VOLANTE

 

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QUANDO UNA DONNA BELLA E VINCENTE GAREGGIAVA

CON BERARDO TARASCHI SUL CIRCUITO DEL CASTELLO

Arriva un libro per ricordare il Circuito del Castello, evento sportivo di una città viva e felice. Sul circuito c’era anche una giovane donna bruna, minuta, vincente, ammirata, bella, napoletana, di ottima famiglia. Si chiamava Maria Teresa De Filippis che, dopo il Circuito del Castello e altre competizioni automobilistiche, fece quello che nessuna donna aveva fatto e poi ben poche riuscirono a fare: gareggiare nella massima formula automobilistica di Formula 1. Aveva esordito a soli 22 anni e, successivamente, con una Taraschi Urania 750 Sport ottenne la vittoria alla terza edizione della Stella Alpina e alla quarta Targa Vesuvio. Memorabili l’incontro con il campione abruzzese Berardo Taraschi e le sue esibizioni al Circuito del Castello, sempre ammirata e applaudita. Nel mio archivio trovo una targa dell’Aci, che mi porta nostalgici ricordi e mi gratifica con la dedica per “l’opera preziosa e la collaborazione entusiastica profuse in nome dei più alti ideali sportivi. Con affetto e ammirazione”. Che magnifico revival!

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DALLA ODIATA PROVINCIA ALLA ROMA DELLA “DOLCE VITA”

NELL’INTERVISTA AL “PUNGENTE” MARCELLO MARTELLI

di Tiziana Mattia

D. Caro Direttore, come sempre opinionista scomodo e pungente. Il nostro primo incontro avvenne nella redazione de Il Tempo, dove papà mi condusse da un maestro, per assecondare la mia passione per la scrittura. Puoi raccontare il tuo difficile esordio nella provincia chiusa di allora? 

“Il primo compagno di viaggio che ricordo è Sandro Morriconi, scomparso da 10 anni e, purtroppo, già dimenticato nella sua città. Ragazzo di talento, per odio verso la provincia e i provinciali, trovò rifugio nella Roma di Fellini e della Dolce vita. Ciò che mi riconduce ai magnifici anni ’60 e alla stagione esaltante dei sogni giovanili. Tempi di passione per il giornalismo, anche in una piccola città, lontana dal mondo con le autostrade neppure immaginate. Dove un ristretto gruppo di amici alimentava progetti e speranze, con Sandro Morriconi e Giammario Sgattoni, che da compagni di liceo avevano cominciato nei giornali studenteschi. Appena 16nne, Morriconi era diventato corrispondente provinciale de Il Tempo”. 

D. Come raccontava  Morriconi quell’esperienza? 

“Diceva che era stato uno splendido passaggio. Il giornale di Renato Angiolillo era un vivaio di grandi giornalisti. Dove, più giovane di tutti, ebbi anch’io la fortuna di entrare. Eravamo un gruppetto di privilegiati che a Roma frequentavano la scuola di Palazzo Wedekind, sede de Il Tempo in Piazza Colonna. Dove trovammo le firme più illustri del giornalismo dell’epoca (oltre al mitico direttore Angiolillo, Enrico Mattei, Ilario Fiore, Sandro Paternostro, Alberto Consiglio, Enrico Falqui, ecc.). Con Pino Rauti, Gianni Letta, Bruno Vespa, Mino Damato nella redazione province”. 

D. Parliamo del tuo debutto.

“Era toccato proprio a me, nell’ufficio corrispondenza del grande quotidiano romano, sostituire Sandro Morriconi, che da giornalista di razza in pectore, aveva deciso di fare il grande salto verso la metropoli. Allora miraggio difficile per tutti i giovani. Ricordo le serate trascorse insieme, parlando di rischi e prospettive del salto nel buio verso la Capitale. Da una provincia, quella di allora, blindata dentro confini rigidi e angusti. Lontanissima dal mondo dove si faceva cultura e grande giornalismo. Alla fine, Sandro trovò la forza necessaria e partì con la valigia piena di speranze. E al resto del nostro gruppo impartì una formidabile lezione di coraggio. L’ex corrispondente di provincia, si trovò subito immerso nella Roma di Fellini e Flaiano, negli anni memorabili della Dolce vita. Con ammirazione (e un pizzico d’invidia) di noi rimasti in provincia. Furono subito in tanti a credere nelle qualità del ragazzo arrivato da Teramo. Da Arrigo Benedetti a Gaetano Baldacci, grandi direttori allora all’apice e che dettero a Sandro l‘opportunità di salire sulla ribalta nazionale”.

D. Ci fu anche un incontro imprevisto.

“Sì, quello di Sandro con Tilly Tizzani, bellissima modella di Schubert, già sua compagna di liceo a Teramo. Cominciò una grande storia d’amore che indusse Sandro a cambiare mestiere. Da giornalista di successo a maestro dell’obiettivo nel mondo dell’alta moda, che portò la sua Tilly su Vogue e sulle altre più importanti copertine patinate del mondo”. 

Nelle foto: Sandro Morriconi con Elizabeth Taylor

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